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Anticipazioni per “Il Minotauro” di Silvia Colasanti del 31 luglio alle 11.15 su Rai 5: dal Teatro Nuovo di Spoleto

il minotauro

Anticipazioni per “Il Minotauro” di Silvia Colasanti del 31 luglio alle 11.15 su Rai 5: dal Teatro Nuovo di Spoleto – Per la Grande Musica Lirica in TV andrà in onda oggi lunedì 31 luglio alle 11.15 su Rai 5 l’opera “Il Minotauro” di Silvia Colasanti nell’allestimento andato in scena nel 2018 dal Teatro Nuovo di Spoleto con la regia di Giorgio Ferrara, la direzione di James Conlon e l’interpretazione di Gianluca Margheri, Benedetta Torre e Matteo Falcierper l’inaugurazione della 61ma edizione del Festival dei Due Mondi..

Il Minotauro: il mito di un mostro terrificante si trasforma, in quest´opera, in un dramma “umano”, il dramma di un essere che ha a che fare con sé stesso, anzi con l’infinità di sé riflessi negli specchi del labirinto. A lui si contrappone l´uomo come reale carnefice – capace d’inganno e falsa amicizia – qui rappresentato da Teseo e Arianna.

Ai tre protagonisti vocali dell’opera si aggiunge il Coro degli Uccelli, presagio o testimone di morte, che commenta l´azione, come una sorta di moderno coro greco e una piccola orchestra che incastona le linee vocali dei protagonisti e diventa protagonista essa stessa in alcuni snodi formali dell´azione. La Luna e il Sole accompagnano la sorte implacabile del mostro.

Alla solitudine del Minotauro si contrappongono le giovani vittime a lui destinate, che lo accerchiano minacciosamente prima di essere uccise, una dopo l´altra, in una battaglia tutta percussiva e astratta.Il finale è affidato al Coro degli Uccelli: una lunga preghiera intima e sofferta su cupi rintocchi di campana.

L’opera della compositrice Daniela Colasanti è basata sulla ballata “Il Minotauro” di Friedrich Dürrenmatt realizzata nel 1985.

Il minotauro,in talune antologie intitolato Minotauro, una ballata, è un racconto di Friedrich Dürrenmatt del 1985.

La trama

Il libro si basa sul mito del Minotauro. Il mostro è visto nella sua totale incoscienza e nella sua animalità. La commovente vicenda di un essere costretto a non essere. Rinchiuso nel labirinto tra infiniti specchi e infinite illusioni di sé. L’unico rapporto che troverà con gli umani, lui che è il frutto della vergognosa commistione tra toro e donna, sarà solo d’inganno e morte. Teseo e Arianna giocheranno la loro umanissima spietatezza per sopprimere un bestione privo delle scaltrezze umane che finisce per destare compassione e persino tenerezza.

Introduzione

La focalizzazione interna favorisce l’effetto di straniamento dato dalla scelta del minotauro, tradizionalmente antagonista muto del mito, come protagonista dell’opera. Sequenze narrative si alternano a sequenze di monologo, che costruiscono una sorta di dialogo interiore non lontano dalla prosa kafkiana. Lo spazio mitico del labirinto viene accentuato nel suo carattere di isolamento, riflessività e utopia dalla presenza di specchi.

Temi
Lo straniamento

La condizione precaria del mostro, ibrido per natura e sospeso solo in un non-luogo per costrizione, illumina sulla instabilità del concetto di verità e di giustizia ma soprattutto sulla tragicità della esperienza esistenziale umana, dell’individuo di fronte alla natura e dell’individuo di fronte alla alterità.

Il postmoderno

L’uso dello straniamento è strettamente connesso al fine dell’opera: giungere alla consapevolezza dell’inapplicabilità dei paradigmi di verità e giustizia all’interno della conoscenza. Il mito viene decostruito e smontato, ricostruito e svuotato, in una parola postmodernizzato. Come ci viene detto ne La promessa: “Impossibile arrivare alla verità e alla giustizia”. L’esame della condizione esistenziale e della sua drammaticità come mito della modernità avvicinano l’opera a Il mito di Sisifo di Camus, tuttavia c’è una differenza di contenuti: l’opera di Camus porta con sé i contenuti dell’esistenzialismo del primo Novecento mentre l’opera di Dürrenmatt prova a comunicare il vuoto di ideali del postmoderno, terreno della totale interpretabilità e della sola certezza della solitudine dell’uomo in attesa della veri