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Il film consigliato stasera in TV: “Lawrence d’Arabia” domenica 13 agosto 2023

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Il film consigliato stasera in TV: “Lawrence d’Arabia” domenica 13 agosto 2023 alle 21.20 su TV 2000 (Canale 28)Lawrence d’Arabia (Lawrence of Arabia) è un film colossal del 1962 diretto da David Lean ed interpretato da Peter O’Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, AJack Hawkins e Omar Sharif, vincitore di sette Premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film e la miglior regia.

In Gran Bretagna, nel 1935, un uomo esce di casa e a bordo di una motocicletta, percorre una strada della campagna inglese, procedendo a velocità sempre maggiore, con suo divertimento. All’improvviso si trova di fronte alcuni ciclisti che procedono in senso contrario; frena bruscamente per evitarli, ma la moto s’impenna su un dosso uscendo di strada e la caduta gli causa la morte. Una numerosa folla composta da importanti personalità militari, della politica e della stampa, unita alla gente comune, partecipa commossa ai suoi funerali che si tengono nella Cattedrale di Saint Paul, a Londra: l’uomo perito nell’incidente è Thomas Edward Lawrence e un giovane giornalista chiede ai presenti notizie su di lui. Tutti gli intervistati concordano sulla straordinarietà del personaggio, ma nessuno osa sbilanciarsi sulle sue qualità umane e sulla sua interiorità.

La storia prende a quel punto il via al Cairo, in Egitto, dove, durante la prima guerra mondiale, il tenente Lawrence ricopre l’incarico di cartografo e corrispondente nello Stato maggiore del generale Archibald Murray, in quel periodo a capo dell’Ufficio Arabo. Egli è molto interessato ai movimenti delle tribù arabe, tanto da riportare sulla rivista dell’Esercito il loro tentativo di attacco alla città di Medina, occupata dai turchi ottomani, che è passato quasi del tutto inosservato al comando britannico. È inoltre un uomo dotato di una grande preparazione umanistica, ottimo esperto di architettura dei palazzi omayyadi della badiya siropalestinese e affascinato dalla cultura e dalla civiltà araboislamica, tanto da ritenere che le tribù, se accorpate, possano costituire un prezioso alleato nella guerra contro l’Impero ottomano.

L’occasione arriva nel momento in cui, su richiesta di Mr. Dryden, consulente politico e diplomatico dei britannici, Lawrence è convocato dal generale Murray, il quale, non senza reticenze e con un certo scetticismo, gli affida l’incarico di raggiungere il colonnello Harry Brighton, che in quel momento sta svolgendo l’incarico di consulente dell’Emiro arabo Fayṣal, per capire e valutare le sue intenzioni sul ruolo degli arabi nella guerra e nel quadro politico che potrebbe delinearsi in futuro. Dryden, al pari di Lawrence, ha ricevuto le stesse impressioni dal loro tentativo di attacco a Medina, e intende scoprire se, e in che modo, essi possano essere utilizzati contro i turchi, alleati degli Imperi centrali.

Lawrence, in sella a un dromedario, intraprende il viaggio nel deserto, accompagnato da un beduino che gli funge da guida, e insieme attraversano le terre delle varie tribù, che sembrano vivere ancora secondo la loro plurisecolare consuetudine. Durante la traversata stringono amicizia, ma durante la sosta presso un pozzo d’acqua il nomade viene ucciso dallo Sharīf ʿAlī ibn al-Kharīsh, in quanto aveva attinto acqua senza permesso dal pozzo di proprietà della sua tribù. Il duro scambio di opinioni che segue tra i due fa capire in modo vivido al tenente quanto vivi siano ancora le consuetudini e gli attriti tribali in Arabia e lo induce a proseguire da solo. Per sua fortuna l’accampamento di Faysal è però ormai vicino e, dopo avere incontrato il colonnello Brighton, che, avvertito, gli era andato incontro, è testimone di un attacco aereo turco.

La sera stessa ʿAlī raggiunge Lawrence, il colonnello britannico e l’Emiro Fayṣal nella tenda di questi e tutti espongono le loro valutazioni sulle possibilità degli arabi di condurre una guerra contro un esercito moderno: il colonnello insiste perché l’armata araba ripieghi a Yanbuʿ, al riparo dalle incursioni turche, mentre Lawrence suggerisce, suscitando i rimproveri di Brighton, la creazione di unità mobili che possano colpire velocemente nel deserto, utilizzando la tattica che i beduini da sempre conoscono, rendendo loro possibile la conquista di Damasco, antica capitale omayyade, argomento questo che è carico di suggestioni per un discendente del profeta Maometto qual era l’Emiro. Il principe rimane favorevolmente impressionato sia dalle parole del giovane ufficiale sia dal suo atteggiamento apertamente filo-arabo, nonché dalla sua conoscenza del Corano, ma prudentemente accoglie il consiglio del colonnello.

Dopo un breve ritiro solitario nel deserto, Lawrence ha un lampo di genio: bisogna prendere Aqaba, la celebre roccaforte marittima degli Ottomani, imprendibile dal mare a causa dei cannoni costieri da 305 mm montati a sua difesa, ma non facilmente riposizionabili; lo comunica ad ʿAlī, ma questi sa bene che per raggiungerla via terra l’unica strada è il deserto del Nefud e gli fa presente che l’impresa sarebbe in ogni caso impossibile con i soli 50 uomini che il principe è disposto a concedere al tenente. Questo tuttavia non scoraggia Lawrence, che è disponibile a rischiare contando sul fatto che, al di là del deserto, si estende il territorio degli Howeytat, una tribù che spesso ricorreva alla razzia per sopravvivere ma, allo stesso tempo, è composta da guerrieri di grande valore e coraggio, che certamente si uniranno a loro per la conquista della città.

L’attraversamento del Nefud, a fronte di enormi difficoltà, è un successo, e Lawrence, divenuto agli occhi di chi ha condiviso l’impresa con lui un mito, con il nome di El Orens o semplicemente Orens, trova in Awda Abu Tayi, indomabile guerriero e condottiero degli Howeytat, il proprio cavaliere ideale. Aqaba viene conquistata con un attacco a sorpresa da terra, ma la sera prima accade un fatto che segnerà profondamente Lawrence: un appartenente alla tribù degli Arif uccide un uomo appartenente agli Howeytat e, per evitare uno scontro ma soprattutto per evitare l’affossamento del piano per conquistare la città, egli si offre di giustiziare il colpevole scoprendo all’ultimo che l’uomo è il medesimo che lui aveva in precedenza salvato nel deserto durante la traversata, dopo aver ignorato il pessimistico parere di tutti di abbandonare il disperso alla sua inevitabile sorte.

Per portare la notizia della conquista di Aqaba a conoscenza del comando britannico al Cairo, Lawrence fa velocemente ritorno nella capitale egiziana, attraversando il deserto del Sinai, in modo da dare ai superiori il tempo di studiare una nuova strategia e di corrispondere ad Awda il premio che gli aveva promesso per la conquista di Aqaba. Durante il viaggio accade un altro fatto che lo segnerà: uno dei suoi due giovani servi che lo accompagnano perde la vita sprofondando nelle sabbie mobili. Quando, stremato e ormai senza forze, Lawrence arriva al Canale di Suez, raggiunge il Quartier Generale britannico e viene ricevuto dal nuovo comandante dell’Ufficio arabo, il generale Allenby, che si mostra entusiasta per la sua impresa, lo promuove al grado di maggiore ed acconsente a fornirgli tutto l’equipaggiamento necessario per formare un’armata araba che affiancherà le forze regolari di Sua Maestà britannica nella guerra per la conquista dell’Arabia. A sua insaputa però il generale è al corrente, informato da Dryden, che il governo di Londra ha già deciso che l’Arabia diverrà un protettorato britannico appena i turchi saranno scacciati.

Tornato tra gli arabi, Lawrence è ormai una figura altamente carismatica e alla loro guida intraprende la lotta con i metodi che aveva in precedenza suggerito all’Emiro, dimostrandosi particolarmente efficiente ed efficace nel colpire la ferrovia turca, costruita a suo tempo dalla Germania, che collega Medina a Damasco, fondamentale per il trasporto nelle zone desertiche. Lawrence è sempre più conquistato dallo spirito di indipendenza arabo e dal fascino di quella terra. Le tribù arabe sono unite saldamente a lui nel nome dell’Emiro Faysal e combattono sempre più tenacemente per la propria indipendenza, tanto che le sue gesta attirano l’attenzione della stampa mondiale, affascinata dall’idea di un eroe romantico alla guida di un popolo che sta insorgendo. È infatti da quel momento che Lawrence sarà seguito dal reporter del Chicago Tribune Jackson Bentley, il quale è in cerca di un personaggio suggestivo capace di convincere gli Stati Uniti d’America, fino a quel momento tendenti ad una politica di non-intervento, a scendere in guerra.

Le azioni proseguono con successo, ma l’armata lentamente inizia a dissolversi poiché le tribù, terminata la loro “stagione” di caccia, rientrano una dopo l’altra ai loro campi invernali e Lawrence, rimasto con una ventina di uomini, punta verso Dar’a, anche se i pochi rimasti sono logicamente scettici sulla possibilità di conquistarla. Egli, solo in compagnia di ʿAlī, vi si reca con l’intenzione di suscitare una rivolta tra gli abitanti, ma viene fermato da una pattuglia di soldati turchi e condotto al comando locale. Non viene riconosciuto ma, tentando di ribellarsi alle lusinghe sessuali del comandante, viene dapprima frustato e successivamente subisce comunque la violenza, pur non esplicitata nella pellicola. Rilasciato durante la notte Lawrence è ora un uomo distrutto e umiliato e abbandona ʿAlī e i suoi seguaci per fare ritorno al Cairo, coltivando la speranza di ricevere un altro incarico che non lo ponga più all’attenzione dei suoi superiori e dell’opinione pubblica.

Rientrato in Egitto, apprende che il governo britannico e quello francese, tramite i ministri Sykes e Picot, hanno stipulato un accordo per spartirsi l’impero turco alla sua caduta e l’Arabia è compresa in quell’accordo. Sdegnato dalle rivelazioni di Dryden, e ancora sconvolto per quanto gli è successo durante la breve prigionia, richiede l’assegnazione ad altro incarico, chiedendo addirittura il trasferimento, ma il generale Allenby, dopo averlo persuaso ad aprirsi su quanto gli è accaduto, lo convince a rimanere in zona di operazioni in quanto è prevista a breve l’offensiva contro Damasco e un’armata araba che tenga impegnati i turchi è assolutamente preziosa per la riuscita del piano, tanto che egli è disponibile a fornire a Lawrence qualsiasi somma di denaro occorra per riunire tutte le tribù per realizzare l’impresa.

Lawrence, tornato tra gli arabi, riesce nel tentativo di radunarli, promettendo loro Damasco, ma il suo atteggiamento è ora differente: crea una sua guardia del corpo, composta da fuorilegge e assassini, suscitando le perplessità di ʿAlī e degli altri capi. La sua offensiva è tanto brutale quanto veloce, tanto da suscitare la preoccupazione nel comando britannico che l’armata araba possa arrivare a Damasco prima dell’esercito. Allenby, conscio del nuovo modo di combattere di Lawrence, per cercare di rallentarlo gli fornisce informazioni su una brigata turca in ritirata e infatti, nonostante le suppliche di ʿAlī per proseguire verso Damasco, Lawrence attaccherà le truppe turche non facendo prigionieri[1]; tuttavia, nonostante il ritardo, riuscirà comunque ad arrivare a Damasco per primo.

Allenby e Dryden raggiungono dopo pochi giorni la città, dove nel frattempo Lawrence, insieme ai capi tribù, ha costituito un Consiglio arabo che governi in nome di Faysal, in attesa della sua incoronazione quale primo re arabo; la politica tuttavia è purtroppo ancora sconosciuta ai seppur valorosi beduini e gli antichi odi tribali, mai sopiti, hanno la meglio tanto che, impossibilitati a gestire una città in preda al caos dopo la fine della battaglia, la abbandonano, gettando Lawrence nello sconforto. Sconforto che diventa crisi nel momento in cui si reca in un ospedale militare, dove si trovano migliaia di soldati turchi feriti, senza acqua e senza assistenza, e dove viene anche schiaffeggiato da un ufficiale medico britannico che non lo ha riconosciuto.

Il colpo di grazia avviene nella riunione tra Allenby, Dryden e l’Emiro Faysal, nel frattempo sopraggiunto. L’azione di Lawrence, promosso al grado di tenente-colonnello, viene sacrificata alla politica ed egli stesso viene abbandonato anche dall’Emiro, che ne sospetta una doppiezza nei suoi confronti e un pedissequo allineamento ai non più tanto segreti intenti del Regno Unito. Faysal sembra ritenerlo un personaggio ormai scomodo per le trattative che seguiranno,[2] suscitando una silenziosa ma ferma reazione da parte del colonnello Brighton, che ne ha seguito e stimato le gesta e che non condivide l’atteggiamento ipocritamente accondiscendente dei militari e dei politici. Abbandonata frettolosamente la riunione, corre cercando di raggiungere Lawrence, ma egli si è già allontanato e, accompagnato da un autista, percorre in auto a ritroso la strada che lo aveva visto dirigersi verso la vittoria a dorso di cammello e con sguardo assente osserva per l’ultima volta il deserto.

Cast e personaggi

  • Thomas Edward Lawrence: interpretato dall’allora poco conosciuto (per il cinema, ma non per il teatro) Peter O’Toole; personaggio enigmatico e dotato di grande carisma presso la popolazione araba; vedrà frustrato il suo sogno dell’Arabia agli arabi.
  • Principe Faysal: interpretato da Alec Guinness; personaggio dotato di grande lungimiranza politica e di una sapiente e moderna visione dei media che saprà utilizzare al fine dell’ottenimento dei suoi scopi.
  • Sceriffo ʿAlī: interpretato da Omar Sharif; nobile profondamente legato alla sua terra ed alle sue tradizioni, ma desideroso di conoscere il “mondo moderno”; seguirà Lawrence in tutta la sua epopea diventandone profondamente amico e condividendone il successo militare e la frustrazione politica.
  • Awda Abu Tayy: interpretato da Anthony Quinn; guerriero beduino di grande valore, seguirà Lawrence nella conquista dell’Arabia, ma si rifiuterà di “imparare” la politica preferendo, dopo la conquista di Damasco, tornare alla sua tribù per continuare a vivere come aveva sempre fatto fino ad allora.
  • Generale Allenby: interpretato da Jack Hawkins; pragmatico militare dotato di grande intelligenza strategica, capace di trovare una sintesi tra l’illusione del mondo arabo ed il progetto politico che vedrà la luce dopo la conquista di Damasco.
  • Colonnello Brighton: interpretato da Anthony Quayle; militare ligio al dovere, eseguirà fedelmente tutti gli ordini provenienti dal suo Stato Maggiore, ma non rimarrà indifferente al trattamento ed alla ingratitudine subiti da Lawrence.
  • Mr. Dryden: interpretato da Claude Rains; politico e diplomatico che svolge la sua missione utilizzando e muovendo le persone in un disegno prestabilito che lui e pochi altri conoscono e che si rivelerà solo alla fine delle ostilità.
  • Jackson Bentley: interpretato da Arthur Kennedy; giornalista americano, ambizioso ma allo stesso tempo ingenuo; farà conoscere al mondo le gesta di Lawrence, creandone il grande personaggio ma non condividendone, non riuscendo a comprenderli, la crudeltà e l’istrionismo di cui è testimone.

Degna di nota è la mancanza totale nel cast di personaggi femminili per tutta la durata del film, a parte una scena nella tenda di Awda Abu Tayy il cui si intravede una ragazza, e la scena di massa in cui si vede da lontano un gran numero di donne sulle colline accompagnare con cori la partenza dei guerrieri arabi uniti verso la conquista di Aqaba.

Regia di David Lean

Con Peter O’Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, AJack Hawkins e Omar Sharif

Fonte: WIKIPEDIA

Foto interna ed esterna: