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Il film documentario stasera in TV: “Il palazzo” lunedì 4 settembre 2023

il palazzo

Il film documentario stasera in TV: “Il palazzo” lunedì 4 settembre 2023 alle 21.15 su Rai 5 (Canale 23) – Nel cuore di Roma, con vista San Pietro, si erge un palazzo. Il proprietario, come un mecenate rinascimentale, negli anni offre asilo a una eclettica comunità di amici che ne trasforma ogni angolo in un set cinematografico permanente. Una storia che Federica Di Giacomo racconta in “Il palazzo”, in onda lunedì 4 settembre alle 21.15 su Rai 5 per “Doc is life”.

Mauro, il più carismatico del gruppo, dirige i condomini in un film visionario, isolandosi progressivamente dal mondo esterno fino a non uscire più dal palazzo. Nel momento della sua morte prematura, il gruppo di amici si ritrova, chiamato a ricevere in eredità le migliaia di ore filmate del capolavoro incompiuto a cui tutti hanno preso parte. Un lascito che scuote lo spirito assopito del gruppo e mette ciascuno a confronto con i propri sogni giovanili, in un tragicomico romanzo di formazione fuori tempo massimo.

Il documentario è un’opera audiovisiva i cui elementi narrativi ed espressivi costitutivi sono colti dalla realtà; nel documentario la vicenda narrata, gli ambienti dove si svolge e i personaggi che la interpretano sono reali e agiscono su un piano di realtà, a differenza del tradizionale cinema di finzione (detto anche cinema a soggetto) dove invece gli elementi costitutivi sono sostanzialmente costruiti artificiosamente.

Il documentarista basa la narrazione e la drammaturgia del film sulla propria visione soggettiva di un determinato aspetto della realtà osservata e sulla sua interpretazione.

È frequente l’equivoco di ritenere il documentario una riproduzione fedele della realtà: ciò non è e non può essere, in quanto il documentarista per dar luogo al proprio racconto opera delle scelte narrative ed espressive tali da soggettivare l’esposizione della realtà. Dalla scelta dello stile narrativo fino alla limitazione del campo visivo in ripresa tramite l’inquadratura, dalla giustapposizione di inquadrature e scene al montaggio fino al sonoro, tutta la costruzione del documentario è un processo finalizzato all’interpretazione della realtà. Il documentarista propone la personale visione della realtà in una lettura soggettiva; quindi tutt’altro dalla “trasparente” riproposizione della realtà nella sua piena oggettività. Va ribadito che tale visione oggettiva (“veritiera”) della realtà è pressoché impossibile (e, si potrebbe dire, anche inutile).

Considerando il documentario un racconto per immagini alla stregua del cinema di finzione, senza dubbio al documentario possono essere applicate le tradizionali regole della narratologia nonché le schematizzazioni proprie della narrazione cinematografica e della narrazione in genere, come le funzioni degli archetipi, le figure retoriche, la suddivisione in tre atti, le unità aristoteliche e altre (ben riassunte nel saggio di Christopher Vogler Il viaggio dell’eroe).

A volte il documentario, per raggiungere un fine educativo e divulgativo, si propone di rendere conto di una specifica realtà o un determinato tema in termini quanto più lineari e oggettivi possibili, limitando l’aspetto espressivo e interpretativo, o ben celandolo; in tali casi il documentarista focalizza la sua opera su un’esposizione chiara ed esaustiva anziché espressiva e artistica. Questa modalità viene applicata soprattutto ad argomenti scientificinaturalisticietnografici, ma anche in film di propaganda (soprattutto fino agli anni cinquanta del Novecento), dove l’asciuttezza degli aspetti espressivi dovrebbe avvalorare l’oggettività del narrato. Il documentario a tema educativo e divulgativo ha avuto grande importanza con l’avvento dei mass media e della televisione in particolare, trovando proprio nella televisione il suo mezzo di diffusione.

Proprio le reti televisive statunitensi, al fine di industrializzare il documentario e meglio gestirne il processo produttivo, negli anni hanno portato ad una classificazione del documentario per argomenti e modalità espressive, abbinando a ogni genere determinati modi di narrazione e realizzazione (di fatto dei cliché). Tali classificazioni hanno innanzitutto lo scopo di governare un elemento spiccatamente artistico e quindi per sua natura “ingovernabile” in termini industriali.

Nella storia del documentario hanno fatto la loro comparsa grandi artisti come Robert J. FlahertyDziga VertovJoris Ivens e John Grierson, che appartengono a buon diritto alla storia del grande cinema.

Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2023/08/Doc-is-Life-720f0335-6706-4556-9e7d-178ce43dd8b1-ssi.html