Sulla storia dei territori israeliani e palestinesi sussistono lacune che confondono molti – Riceviamo e pubblichiamo l’analisi di Giovanni Taormina, commissario straordinario Ansi in Germania (Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia), che per anni ha portato avanti studi storici e scientifici su reperti archeologici e artistici.
La storia di Israele è molto confusa e il riconoscimento del suo territorio da parte degli inglesi avvenuto 70 anni fa complica ancora di più le conoscenze su questo popolo. Molti pensano che gli ebrei da un giorno all’altro si sono svegliati ed hanno deciso di prendersi il territorio dei palestinesi. Le cose non stanno così e per comprendere a fondo il tema occorre andare oltre le informazioni sintetiche che ci offre il mondo giornalistico e ancora meno quello del web.
La questione della nascita del moderno Stato di Israele e della relativa questione palestinese ha radici molto più profonde addirittura più profonde di quelle della nascita del cristianesimo, quindi con la venuta di Gesù, che come sappiamo nasce da una famiglia ebraica di Gerusalemme. Quindi gli israeliani in quei territori hanno vissuto al tempo di re Davide, Salomone, che fece costruire un imponente tempio al Dio di Israele e che successivamente fu distrutto. Il problema, quindi dove nasce? Molti conoscono il capitolo degli ultimi 70 anni, quindi dopo il passaggio dei Babilonesi e la deportazione del popolo ebraico presso l’odierna Iraq. Da li dovettero aspettare il re di Persia, Dario che concedesse la grazia ed il permesso affinché gli ebrei rientrassero in Israele per andare a riprendersi i territori da cui furono deportati. Quindi siamo molto prima della venuta di Cristo e a raccontare i fatti non esiste piu il verbo tramandato ma la parola scritta ed anche le testimonianze archeologiche.
Ora negli ultimi 70 anni si è parlato e scritto di convivenza cui finora è mancata una soluzione. Ovviamente ai risvolti delle vicende, non sono estranee le responsabilità delle grandi potenze, sia del mondo arabo, non solo odierne (ricordiamo l’invasione ottomana) sia del mondo occidentale, non sempre limpidamente interessate al bene dei popoli che abitano in Medio Oriente. Basti pensare alla persecuzioni che hanno subito durante il secondo conflitto mondiale, ed infine, con la risoluzione del trattato voluto dagli inglesi, post conflitto mondiale.
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