domenica, Aprile 28, 2024
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Le streghe di Halloween e la resa delle gerarchie religiose

Le streghe di Halloween e la resa delle gerarchie religiose

Qualche decennio fa, solo chi conosceva la cultura anglosassone o guardava con attenzione i film americani, avrebbe saputo descrivere la festa di Halloween. Oggi sono quasi tutti in Italia e in Europa ad aver incorporato la festa del 31 ottobre, negli usi e costumi e nelle ricorrenze annuali da non lasciarsi scappare, quando si tratta di festeggiare o di commerciare. Se in molte feste “cristiane” gli storici e studiosi scavando nelle tradizioni ravvisano elementi intrisi di paganesimo, per Halloween non c’è bisogno di una particolare erudizione o una profonda ricerca storico/culturale per capire di cosa si tratta. I simboli esteriori di Halloween sono facilmente riconoscibili. Le streghe i fantasmi, gli zombi insieme alle zucche, denotano legami con il macabro e l’occultismo, che tra parentesi, per tanti ha un certo suo fascino.

La reazione delle popolazioni europee di fronte alla trasvolata oceanica, è stata quella di un’ accoglienza a braccia aperta, senza resistenza alcuna. La festa si è “installata” stabilmente nei costumi degli abitanti del Vecchio Continente con buona pace di chi, solo qualche anno fa, insisteva sulla definizione necessaria di “origini cristiane dell’Europa” come elemento costitutivo e fondante, in una accesa diatriba che le chiese hanno portato avanti per diverso tempo nei confronti del potere laico.

Alcuni religiosi qualche tempo fa hanno provato a contrastarla. In Francia, ad esempio, vari prelati espressero preoccupazione per il declino delle feste cattoliche tradizionali in favore di Halloween, interpretandolo come un segno della “paganizzazione della società”. Jean Bonfils, vescovo di Nizza, dichiarò che “questa festa e i suoi riti non hanno niente a che vedere con la nostra cultura mediterranea e cristiana”. Il vescovo mise in guardia i cattolici contro quella che ha definì “la festa più importante per i satanisti di tutto il mondo”. Sullo stesso tono, alcuni anni fa, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, esortò gli italiani “a non abbandonare le feste cattoliche, dichiarando che Halloween è una festa “estranea alla nostra tradizione”. Alcuni osservatori hanno anche interpretato come una condanna di Halloween, le parole di Papa Francesco in un discorso del 30 ottobre di qualche anno fa (che però non menziona testualmente la festa) quando si è soffermato sull’importanza del culto dei santi e la riflessione sulle loro qualità morali come semplici esseri umani e non superuomini.

Si tratta di esortazioni a quanto pare, rimaste inascoltate, visto quello che si vede in giro il 31 ottobre e nei giorni precedenti. I cristiani ‘non se ne rendono conto, ma celebrano la nostra festa insieme a noi. […] E a noi fa piacere’” ha affermato un noto stregone, secondo il Quotidiano USA Today.

Naturalmente si può essere liberi di festeggiare o di rendere il culto a chi si vuole. Libertà sacrosanta e tra le più importanti, da custodire gelosamente in tempi poco luminosi come quelli attuali. Quello che lascia perplessi in Italia, dove il 74,4% della popolazione italiana (Fonte Ipsos) si dichiara cattolico è quanto le condanne – flebili- delle gerarchie cattoliche abbiano realmente poco inciso sulle decisioni delle masse, specialmente quelle giovanili. Alcuni gruppi cattolici e associazioni organizzano ogni anno attività religiose alternative che dovrebbero più che contrastare, almeno spostare l’attenzione dei parrocchiani sui santi da venerare più che sui morti da celebrare. Chiara dimostrazione della compenetrazione della festa nei costumi dei cattolici e anche di impotenza nel contrastare dottrinalmente o dialetticamente il fenomeno.

In generale chi si definisce cattolico non disdegna di travestirsi o di partecipare a qualche forma di festa legata alle streghe e ai vampiri senza per questo privarsi del sonno per i sensi di colpa. E’ anche vero che il sistema commerciale ha visto subito quanto il fenomeno fosse sfruttabile e redditizio e ha colto la palla al balzo. Rimane però la sensazione che il clima e l’atmosfera creati ad hoc siano ben accetti da molti e la compartecipazione di tanti cristiani alimenti a sua volta il giro di denaro e interessi intorno all’evento. Insomma la battaglia per i cristiani sembra persa. Si potrebbe fare qualcosa nelle scuole e parlare ai giovani se si vuole contrastare il fenomeno. Se oltre l’80% dei ragazzi sceglie ancora oggi l’insegnamento cattolico nelle scuole, almeno loro potrebbero essere edotti sul significato profondo e sui pericoli religiosi e teologici che la festa presenta, secondo quanto enunciato dalla Chiesa stessa. Ma come sottolinea Giordano Bruno Guerri nel suo libro Gli italiani sotto la Chiesa, gli insegnanti di religione cattolica difficilmente trattano con i ragazzi argomenti dottrinali come lo Spirito Santo, la Verginità di Maria, la Trinità. Per cui difficilmente impugnerebbero un argomento che li renderebbe sicuramente molto impopolari agli occhi dei loro scolari.

Qualche anno fa sul periodico Famiglia Cristiana  si leggeva: “L’origine di Halloween come tutti sanno è molto antica, risale ai tempi, prima del dominio dell’ Impero Romano, in cui i Celti abitavano le isole britanniche. Ritenevano che quella notte dell’anno fosse un momento di passaggio tra il vecchio e il nuovo e si aprissero le porte che dividono il mondo degli spiriti dal mondo dei vivi. I contadini per non farsi riconoscere dalle creature ultraterrene si travestivano da folletti, angeli, diavoli e streghe”. Il giornale definiva “ridicoli e provinciali” tutti coloro che “scimmiottano gli americani in un campo che non ci appartiene e non ha nulla a che vedere con la nostra religione”.

Ma solo due anni dopo sullo stesso settimanale, in risposta a uno studente che confessava quanto fosse attraente la festa nonostante le sue origini, il sacerdote Antonio Rizzolo sorprendentemente invitava il giovane a non preoccuparsi e a considerare Halloween una ricorrenza molto più vicina alla tradizione cattolica di quel che si pensi. Si leggeva nel giornale che “i celti cattolici (gli antichi irlandesi) iniziarono a celebrare l’ illuminazione della notte, le zucche che mettevano in fuga il male, il cielo che visitava la terra, i dolcetti che i morti portavano ai loro discendenti come segno del loro amore sempre presente e della loro intercessioni per i loro cari presso Dio, la sconfitta del male”. In conclusione si leggeva che “la tradizione non è solo del Nord Europa. Per esempio, anche in Sicilia e Sardegna si usano i “dolci dei morti”. Cosa fare, allora? Forse è il caso che noi cattolici ci riappropriamo di Halloween, svincolandoci per quanto possibile dai legami consumistici e spiegando ai nostri ragazzi la comunione che ci lega ai nostri defunti e a tutti i santi. Non trascurando una visita e una preghiera al cimitero”.

Alcuni annunci sui giornali in questi giorni recitano: “Halloween in Toscana: tutti gli appuntamenti della festa più horror”. “Zombi e mostri, arriva la festa di Halloween”. “Halloween 2023, festa di paura in Emilia Romagna”. “Halloween 2023, dove festeggiarla in provincia di Pesaro/Urbino”. “La notte più terrificante dell’anno a Padova” e innumerevoli altre segnalazioni sui media. Il tutto mentre – paradossi del presente – le tv e i media propongono continuamente le immagini tragiche di Gaza, dell’Ucraina e di tante altre zone del mondo – compresi i cortili di casa nostra – infarcite di distruzione, violenza e sangue. Terrore e orrore in carne e ossa verrebbe da dire.

Resta il fatto, che per la grande maggioranza degli italiani, il tipo di origine della festa non ha molta importanza. Per altri, forse pochi tra i cristiani, non resta che osservare il tutto in modo inerte, con la triste sensazione che stavolta il Maligno abbia vinto facilmente e senza neanche combattere.

Roberto Guidotti

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