Anticipazioni per il Grande Teatro di Čechov in TV del 15 novembre alle 15.50 su Rai 5: “Le tre sorelle” – Per il Grande Teatro in TV oggi mercoledì 15 novembre su Rai 5 alle 15.50 andrà in onda il dramma “ILe tre sorelle” scritto da Anton Cechov nel 1900, proposto nella versione trasmessa dalla Rai nel marzo 1959 con la regia di Claudio Fino.
Interpretazione di Ernesto Calindri, Elena Zareschi, Enrico Maria Salerno, Lilla Brignone e Salvo Randone.
Penultima opera drammatica composta da Anton Cechov nel 1900. Le tre figlie del generale Prozorov, Olga, Mascia e Irina, vivono in una casa della campagna russa lontana dalle grandi città in una famiglia colpita dal male di vivere
Tre sorelle o Le tre sorelle[1] (Три сестры) è un dramma teatrale composto da Anton Čechov nel 1900, ispirato alle sorelle Zimmermann di Perm’.[2] Si tratta della penultima opera drammatica scritta da Čechov: ad essa seguirà, nel 1903, Il giardino dei ciliegi.
Trama
Atto I
Al centro dell’opera sono tre sorelle, figlie di un generale morto l’anno appena trascorso: Maša, sposata giovanissima a Kulygin, un professore di ginnasio che non ama; Ol’ga, la maggiore, insegnante in un liceo femminile e infine Irina, la più giovane. Le tre sorelle, segnatamente Irina, desiderosa di emanciparsi col lavoro, sono in attesa di trasferirsi a Mosca per sfuggire alla soffocante e mediocre vita di provincia. Con loro vive il fratello, Andrej, ragazzo dotato di una poliedrica cultura e perciò candidato ad un futuro da brillante intellettuale. La loro casa è frequentata da una brigata di giovani ufficiali quali il barone Tuzenbach, Solënyj dal carattere complesso, metà timido e metà cafone ed infine i cadetti Fedotik e Rodè e dal sessantenne dottor Čebutikyn, disilluso e nichilista. Il colonnello Veršinin, ufficiale non più nel fiore degli anni, mal maritato, facondo, filosofo, continuamente assillato dall’interrogativo di come sarà il mondo dopo di noi, è stato trasferito nella cittadina dove si svolge l’azione da Mosca e va a far visita alle tre sorelle perché frequentava il padre quando era in vita. È l’onomastico di Irina e ai presenti si aggiunge Nataša, di cui Andrej è innamorato e che diventerà sua moglie già all’inizio del secondo atto. Nataša non è vista di buon occhio dalle tre sorelle, che la ritengono inadatta ad Andrej.
Atto II
Il secondo atto si svolge durante il carnevale e in casa si aspetta l’inizio di un ricevimento con tanto di ballo in maschera: tutti rimangono in attesa dei costumi che non arriveranno mai, poiché la festa sarà annullata da Nataša con la scusa che Bobik, il figlioletto, sta male. Scopriamo che Veršinin si è innamorato di Maša, e Tuzenbach, che nel frattempo ha deciso di lasciare l’esercito, di Irina; questa è anche corteggiata grossolanamente da Solënyj. Irina è delusa dall’attuale impiego e vuole cercarsi un lavoro acconcio e gratificante. Si viene a sapere che Andrej perde grosse somme di denaro al gioco e che la moglie lo tradisce con Protopopov, presidente del consorzio agrario.
Atto III
Un incendio scuote la calma in famiglia: Ol’ga litiga con Nataša che mal sopporta la presenza della balia Anfisa, ormai troppo vecchia per lavorare. Le speranze sono naufragate per tutti: Ol’ga sta per essere nominata direttrice del ginnasio femminile ma vorrebbe evitare di ottenere la carica, Irina continua a lamentare un impiego insoddisfacente (da telegrafista a impiegata comunale) e una bellezza appassita mentre Maša si strugge d’amore per Veršinin. Andrej, per concludere, è diventato socio del locale consorzio dopo aver visto sfumare la cattedra universitaria.
Atto IV
La brigata viene trasferita e tutti i militari devono partire, compresi Fedotik, Rodè, Versinin; il dottor Čebutikyn manifesta l’intenzione di lasciare la casa. Ol’ga è diventata direttrice e vuole andarsene di casa portando con sé Anfisa mentre Irina decide di sposare Tuzenbach, pur non amandolo. Il barone intanto è stato sfidato a duello da Solënyj: verrà ucciso e sarà il dottore ad annunciarne la morte alle sorelle. Irina e Ol’ga, sconvolte, si interrogano sul perché di tante sofferenze (“Poterlo sapere, poterlo sapere!”).
Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2022/02/Aspettando-la-rivoluzione-d8bf5382-b50e-489e-a135-e3da6a9c5c04-ssi.html