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La Vandea il primo genocidio liberal-democratico?

VANDEA – Il 30 settembre 2023 a Firenze sono stato moderatore presso la libreria Salvemini di un convegno sulla Vandea, organizzato dalla Casa Imperiale d’Amato, dall’Ordine Nobiliare di San Nicola e dal Sacro Ordine Nobiliare di Vandea; come sono stato moderatore di un convegno sullo stesso argomento a Spoltore, in Provincia di Pescara, presso la pinacoteca della Società Operaia di Mutuo Soccorso, presieduta dall’Avvocato Luigi Spina. In entrambi i casi abbiamo presentato la traduzione italiana del romanzo storico “Gli Sciuani” di Balzac, tradotto sapientemente da Antonietta Florio per la Casa Editrice di Chieti Solfanelli Editore.

Quello della Vandea é un argomento di grande attualità. A tal proposito, lo storico e scrittore francese Reynald Secher é stato il primo accademico europeo che ha trattato in termini pressoché scientifici quello che lui definisce in controtendenza con gli storici repubblicani francesi il cosiddetto “genocidio” della Vandea, compiuto dalle forze militari giacobine tra il 1789 e il 1801.
Si tratta, in realtà, e questo lo definisce bene Reynald Secher, di una lotta di parte della popolazione francese del nord – ovest che non accetta le limitazioni di culto imposte dalla repubblica dei lumi al Cattolicesimo e che si sente privata dei propri diritti di lavoratori della terra con l’abolizione del Feudalesimo e orfana della sacra figura di riferimento pressoché paterna per la tutela collettiva rappresentata dal sovrano.

I controrivoluzionari, non sono dei bigotti retrogradi reazionari, ma una parte del popolo che lotta per la tutela delle tradizioni antropologiche plurisecolari della nazione francese che a differenza di quella italiana ha una maggiore unità politica nel corso dei secoli, ma, con la rivoluzione del 1789, sopporta il trauma di una interruzione drastica con riti, culti, usi e tradizioni popolari, complice anche la maggiore giovinezza della nazione francese nata con il regno romano – barbarico franco, a differenza di quella italiana che antropologicamente esisteva già agli albori della storia e sorge politicamente con la lega italica nella Guerra Sociale dell’90-87 prima dell’era comune.
L’unica differenza che esiste nel campo controrivoluzionario degli “Sciuani” (nome dato ai “bianchi” cattolici e legittimisti), e solo che mentre per esempio in Vandea la rivolta é pressoché popolare, perché é il popolo che sprona il clero e la nobiltà alla lotta, in Bretagna sono la nobiltà e il clero che prendono in mano la situazione.
Sulla lotta dei controrivoluzionari in Francia, una opera che rende una fedele idea di quanto sia successo nel nord – ovest, é sicuramente il romanzo storico di Balzac “Gli Sciuani”, fedelmente e integralmente tradotto tramite l’ottimo lavoro svolto dalla scrittrice e linguista Antonietta Florio.
Balzac tratta in modo eccezionalmente reale anche se romanzesco la storia di quello che Seicher ha definito il primo genocidio dell’Eta Contemporanea fatta nel nome di una ideologia liberale, su cui resta a tutt’oggi la censura del governo repubblicano francese, continuazione di quel del 1789.

Ci sono stati altri genocidi e crimini contro l’umanità fatti in nome della liberal democrazia, della modernità e del progresso, come quelli perpetrati dalle truppe napoleoniche nel sud Italia o dallo stato unitario italiano sabaudo sempre nel Regno delle Due Sicilie, o lo sterminio degli Indiani d’America negli Stati Uniti; ma mentre su questi ultimi, sia a causa del cambio della forma di Stato in Italia, sia per la libertà dell’opinione pubblica negli Usa, si é fatta ampiamente luce, sulla Vandea ancora restano ampi coni d’ombra e l’argomento resta una “spina” dolorosa per la Repubblica Francese.

Cristiano Vignali