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Presepio di Greccio- Istituto di Studi Sabini –

Greccio a 17 km da Rieti dove  San Francesco realizzo il Presepio di Greccio e questo fu un luogo caro a al Santo dove venne diverse volte (1209, 1214, 1217 e 1223). Da quel luogo si domina con lo sguardo, la verde conca reatina e il Terminillo ma per Francesco era il chiostro naturale per pregare e meditare in solitudine e silenzio tra la viva roccia e il bosco di lecci e carpini. Il nome Greccio deriva dalle acque reflue di un frantoio dette volgarmente ‘grezze’ e come lo si ricava da un documento del 1091 in cui si dice del Castro Greciae detto anche Grette o Gretiae o Grecce o Grezze di proprietà dei coniugi Rainerio e Roccia che lo donarono all’abbazia di Farfa.

Francesco a due km dal castello di Greccio, sul monte Lacerone (705 m) vi costruì una capanna con le fronde degli alberi per essere il suo romitorio e dove esclamò: “In nessuna grande città ho visto tante conversioni quante in questo piccolo castello di Greccio”. Molti grecciani entrarono nell’Ordine Francescano Secolare erano i terziari trasformando Greccio in un unico ‘ villaggio francescano ‘.

Fu questo il luogo dove Francesco il 25 dicembre 1223 realizzò, dopo aver chiesto l’autorizzazione papale, il presepio. La rappresentazione del presepio, ideata da Francesco, non aveva precedenti nella storia del cristianesimo, benché il teatro medievale fosse ricco di iniziative, di scene, di quadri o di altre originalità sulla vita dei santi o sulla vita e passione di Gesù. La rappresentazione francescana non aveva attori e spettatori ma protagonisti. Tommaso da Celano, il primo biografo del Santo, nel 1227 racconta l’evento.

Francesco espose al feudatario Giovanni Velita, la sua iniziativa e subito si fecero i preparativi: le cere, le fiaccole, l’acqua, la neve, il atte le erbe, i panni, il bue, l’asinello, la legna, il fuoco, le pecore, la mangiatoia, la paglia….

Diceva Francesco

Guardate, frati, l’umiltà di Dio aprite davanti a Lui i vostri cuori: umiliatevi anche voi perché Egli vi esalti

La rappresentazione del presepio vivente non fu una mera imitazione ma un messaggio, un mezzo di catechesi eucaristica, una testimonianza.

Su quel luogo Giovanni Velita volle erigere un convento per i frati. Su quei pilastri di rocce tra cerri e querce iniziò la costruzione che si sviluppò in epoche diverse come la cappella del presepe detta anche di santa Lucia edificata nel 1228 anno della canonizzazione di Francesco.

L’affresco della natività è del 1409 ed è attribuito al Maestro di Narni. Oggi nella nuova chiesa dell’Immacolata, disegnata dall’architetto Carlo Alberto Carpiceci c’ è una mostra permanente di presepi. Dal 1973 Greccio realizza un presepe vivente ed oggi vive l’ottavo centenario del presepe del 1223 con una serie di iniziative. 

Qui nel 1983 si è recato in visita san Giovanni Paolo II definendo Greccio come la “seconda Betlemme” ( gemellata ed unita da un patto di amicizia con Assisi) mentre papa Francesco nel 2019 vi ha firmato la Lettera Apostolica sul significato e valore del presepe dal titolo “Il mirabile segno del presepe”.

L’esperienza del presepe in Francesco fu esperienza di universalità perché il Natale è gioia, pace, grazia, amore, luce, speranza, buona notizia. Il Natale celebra la nascita di Gesù ma anche la rinascita dell’uomo. La bellezza della scena semplice di Greccio ci aiuta a fissare nella mente e nella coscienza il senso puro della vita. Ci comunica l’entusiasmo per la natura e le sue creature, per tutti gli esseri viventi che incontra sul suo cammino.

Mi piace riportare alcune espressioni: “Il presepe è un’opera aperta” ( Umberto Eco), “Il presepe di Greccio non si risolve in un gesto, in una pensata popolare e diversa… è invece l’estrinsecazione umile, anche la più impressionante, forse dell’umanizzazione di Gesù Cristo, l’uomo di Dio” (Raul Manselli ofm), “Francesco volle vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si era trovato il Bambino Gesù” (P. Cristoforo Amanzi ofm), “Il presepe di San Francesco è una grande provocazione per la Chiesa e la società di ieri e di oggi” ( P. Enzo Fortunato ofm conv), “Il presepe di Greccio ha un carattere più contemplativo che descrittivo” ( Michele Dolz ‘Il Dio bambino’ Ares, Mi, 2020).


Letture consigliate:

AMANZI C. ofm, Il presepe e l’amore umile, Euno edizioni, Leonforte, 2011

CACCIOTTI A. (a cura di) ofm, Il Natale di Francesco a Greccio, BF, Milano, 2022

FORTUNATO E., Una gioia mai provata San Francesco e l’invenzione del presepe, San Paolo, Mi, 2022

FRUGONI C., Un presepe con molte sorprese: San Francesco e la notte di Greccio, Mauvais, Livres, Roma, 2020

LUPINETTI D., Betlemme e Greccio visione storica del presepe, Cattedra Bernardiniana, Aquila, 1965

Massimiani U., Bibliografia del presepe, Istituto di Studi Sabini, Scandriglia (RI), 2023

Massimiani U., Rassegna stampa del presepe,  Istituto di Studi Sabini, Scandriglia (RI), 2023

Massimiani U., Greccio, la città del presepe, Credito Cooperativo di Roma, Numero 4-2003

Massimiani U., Il mirabile segno del presepio, Istituto di Studi Sabini, Scandriglia (RI), 2023

OCCHIALINI U. – MESSA P., Il primo presepe al mondo: Greccio Porziuncola, Assisi, 2011

TERZI A. ofm, Nella selva di Greccio nacque il presepe plastico, Tipografia Scuola Francescana, Roma, 1961

XX Convegno di Greccio, 1223: l’ispirazione di Francesco tra Greccio e Rieti, 5-6 maggio 2023 (link ai video del convegno)

Istituto di Studi Sabini

Scandriglia (RI) – Mentana (RM) /

– studisabini@pec.it  

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