Roma-10 gennaio 2’24-“Leggo che la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni, in merito a quanto accaduto a Roma, in Via Acca Larentia, avrebbe lanciato un accorato appello a chi ricopre incarichi di governo e nelle istituzioni affinchè quei saluti romani siano condannati, riconoscendone il pericoloso significato. Un appello sacrosanto che però non può che rappresentare un grido nel deserto o un mero esercizio retorico, sia perchè il silenzio assordante di donna Giorgia, vecchia frequentatrice di quelle cerimonie negli scorsi anni, è abbastanza eloquente e non ha bisogno di interpretazioni; sia perché quello spettacolo indecoroso a cui abbiamo assistito a Via Acca Larentia, con la parata neofascista e le braccia tese, è comunque espressione proprio di quel mondo che vota e sostiene quella destra rancorosa e incarognita dal senso di rivalsa che, oggi, pur essendo minoranza, si trova però al governo del Paese. La stessa destra che ripropone nel dibattito pubblico, senza alcun imbarazzo, tramite alcuni suoi autorevoli esponenti, tesi complottiste e suprematiste come quella della sostituzione etnica, che persegue la deportazione dei migranti, che colleziona cimeli mussoliniani elevati a reliquie da venerare, che sputa veleno e odio sulla lotta di Resistenza per riproporre poi, a ogni piè sospinto, quella pacificazione nazionale che altro non è che una grossolana rivisitazione della Storia, finalizzata ad assolvere le colpe di chi prima portò il Paese in un feroce regime dittatoriale e in guerra e poi lo svendette, senza alcun pudore, alla furia nazista. Sono gli stessi signori che hanno deciso di asfaltare la nostra Costituzione e i suoi valori fondanti, proponendo il premierato come grimaldello per realizzare quel regime di autoritarismo legale che era l’obiettivo principale del Piano di rinascita nazionale del piduista Licio Gelli. Se non si comprendono questi passaggi è difficile capire cosa stia accadendo nel nostro Paese. Quei saluti romani non sono solo manifestazioni nostalgiche, ma sono funzionali a un progetto politico che avanza nel Paese”. E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista.
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