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Anticipazioni per “Nina, o sia La pazza per amore” di Paisiello del 18 dicembre alle 10 su Rai 5: dal Palazzo Ducale di Martina Franca

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Anticipazioni per “Nina, o sia La pazza per amore” di Paisiello del 18 dicembre alle 10 su Rai 5: con la regia di Nucci Ladogana per la direzione di Rino Marrone dal Palazzo Ducale di Martina Franca – Per la Grande Musica Lirica in TV oggi domenica 18 febbraio alle 10 su Rai 5 va in onda “Nina, o sia La pazza per amore” di Giovanni Paisiello,, nello storico allestimento andato in scena al Palazzo Ducale di Martina Franca nel 1978 con la regia di Nucci Ladogana per la direzione di Rino Marrone e l’interpretazione di Lena Cubelli ed Edoardo Gimenez.

Nina, o sia La pazza per amore è una commedia per musica del compositore Giovanni Paisiello su libretto di Giovanni Battista Lorenzi, basato sulla traduzione di Giuseppe Carpani di Nina ou la Folle par amour di Benoît-Joseph Marsollier de Vivetières, libretto per un’opera di Nicolas Dalayrac.

La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 giugno 1789 al Belvedere di San Leucio di Caserta[1], nella versione in un atto.

Una versione riveduta in due atti andò in scena al Teatro dei Fiorentini di Napoli nell’autunno del 1790; per questa versione Paisiello aggiunse tre brani (la canzone del pastore, un’aria per Giorgio, il quartetto nel finale primo).[2]

L’opera fu accolta con entusiasmo, grazie alla capacità della musica di suscitare commozione e alle atmosfere campestri (la canzone del pastore prevede l’accompagnamento di una zampogna).[2] Particolarmente famosa l’aria di Nina Il mio ben quando verrà, in cui ha un ruolo importante il flauto.[2]

Trama

La trama si riferisce alla versione in due atti.

Atto I

Nina ha perduto il senno, al punto che non riconosce più le persone che le stanno intorno. È Susanna, la sua governante, a spiegare il motivo della condizione di Nina. La ragazza doveva sposarsi con Lindoro, e l’unione era approvata dal Conte. Ma al presentarsi di un migliore pretendente, il Conte aveva cercato di rompere l’unione con Lindoro, il quale si era battuto con il rivale ed era stato ferito mortalmente. In seguito a questi eventi Nina è impazzita, e vive nella speranza di rivedere l’amato. Il Conte è disperato e Giorgio cerca di infondergli ottimismo.

Atto II

Lindoro però non è morto. Era stato ferito gravemente ma ora è guarito e si presenta al Conte, che lo accoglie come un figlio. Nina viene preparata all’incontro con Lindoro, che poco dopo ha luogo. Si innamora del presunto amico di Lindoro, che accetta la situazione. Ma la serenità a poco a poco ridona la ragione a Nina, che torna a riconoscere le persone e lo stesso Lindoro, col quale si può così felicemente riunire.

Struttura dell’opera

Atto I

  • Introduzione: Dormi, o cara: e nel tuo core (Coro, Susanna, Giorgio)
  • Aria: È sì fiero il mio tormento (Conte)
  • Aria: Del suo mal non v’affliggete (Giorgio)
  • Aria: Il mio ben quando verrà (Nina)
  • Coro: Se il cor, gli affetti suoi (Coro, Susanna)
  • Coro: Lontana da te (Villanelle)
  • Canzone del pastore: Già il sol si cala dietro la montagna (Pastore)
  • Finale I. Quartetto: Come! Ohimè! Partir degg’io (Susanna, Conte, Pastore, Nina)

Atto II

  • Aria: Per l’amata padroncina (Susanna)
  • Cavatina: Eccellenza: allegramente… (Giorgio)
  • Duetto: Io son desto, o pur deliro? (Lindoro, Conte)
  • Cavatina e Aria: Questo è dunque il loco usato/Rendila al fido amante
  • Coro: Cantiam, Nina, cantiamo (Villani, Villanelle, Nina)

Foto interna ed esterna: https://www.facebook.com/raicinque/photos/a.179462212068870/3710666142281775/?type=3