venerdì, Giugno 7, 2024
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Ilaria Salis, Barbera (Prc): “Le parole del ministro ungherese confermano la natura politica del caso Salis”

“Prima l’intervista compiacente del Tg1 della RAI al ministro degli esteri ungherese che ci va giù pesante su Ilaria Salis, accusando l’Italia di interferenze sul caso giudiziario, poi nel buio della notte le vergognose scritte neofasciste contro Ilaria Salis su un muro vicino all’Ambasciata ungherese a Roma. Solo un caso? Evidentemente no. I neofascisti, come sempre, tornano a rialzare la testa quando si sentono protetti e spalleggiati e questo non lascia presagire nulla di buono, visto che questa vicenda, che il governo Meloni sembra non voler risolvere, rischia di alimentare forti tensioni nel nostro Paese. D’altronde sono proprio  le parole del ministro ungherese a politicizzare di fatto il caso giudiziario di Ilaria Salis. Anticipare una condanna di una persona conosciuta per le sue idee antifasciste prima del verdetto di un tribunale, da parte di un ministro di un Paese noto per le sue posizioni di estrema destra e poco incline al rispetto della democrazia e dei diritti umani, significa trasformare il caso di Ilaria Salis da un fatto giudiziario a un fatto politico e come tale va trattato, anche perché  di prove vere sul coinvolgimento di Ilaria Salis nei fatti contestati non sembrano esistere. Del resto, l’atteggiamento vergognosamente acquiescente tenuto finora dal Governo Meloni rispetto ai loro ‘amici’ ungheresi è un fatto molto grave e inquietante che va condannato agli occhi dell’opinione pubblica. Pertanto, torniamo a chiedere con forza un intervento diretto della nostra presidente del Consiglio nei confronti dei suoi ‘amici’ affinché liberino subito Ilaria Salis, come normalmente avrebbe fatto con qualsiasi altro cittadino che fosse oggetto di un processo di natura politica”. E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista. 

ROBERTO SALIS, PADRE DI ILARIA SALIS

Ilaria Salis è un’insegnante di scuola elementare di Monza.

E’ stata arrestata in Ungheria dopo che aveva partecipato ad una caccia all’uomo contro i manifestanti della destra neonazista con il gruppo di sinistra Hammerband, almeno stando a quanto ritengono gli inquirenti, suffragati anche dalle dichiarazioni della stessa associazione di sinistra.

Non è chiaro se la maestra si trovasse in Ungheria i giorni della “caccia”; voci non confermate raccontano che, sapendo della manifestazione, Ilaria si fosse unita al gruppo Hammerband di proposito, dopo aver saputo della caccia all’uomo.

Per il padre, Ilaria è una donna forte, “fa di tutto per non farci preoccupare. “Faremo di tutto per farla tornare a casa – afferma -.Ringrazio chi si sta mobilitando per lei. In particolare sono rimasto molto commosso dal gesto degli studenti del liceo classico Zucchi di Monza, il liceo che Ilaria aveva frequentato” aveva detto la scorsa settimana in un’intervista.

L’accusa

E’ accusata di aver aggredito alcuni neonazisti durante la manifestazione del Giorno dell’onore, a Budapest che ricorda le azioni militari delle Ss nel corso della Seconda guerra mondiale. 

La manifestazione si tiene ogni anno l’11  febbraio in onore di quelle truppe neonaziste che l’11 febbraio del 1945 affrontarono l’armata rossa all’epoca entrata in città per liberarla dal nazismo. La celebrazione, tuttavia, è diventata realtà solo a partire dagli anni 90 con il crollo del socialismo reale e negli anni è diventata l’occasione per l’estrema destra di dare la caccia  al diverso. 

Tafferugli ed episodi di violenza sono accaduti anche nel febbraio  2023 da parte di fascisti e nazisti con la reazione dei movimenti sociali locali e spesso anche di internazionalisti provenienti da altri luoghi di Europa.

Per i reati di cui è accusata Ilaria, la maestra  potrebbe rischiare fino a 16 anni di carcere, in un Paese, l’Ungheria che chiude gli occhi sulle esibizioni squadriste e in cui, secondo le principali organizzazioni umanitarie, “non vengono rispettati i diritti civili e i diritti umani dei detenuti”.  E non solo: sul suo caso è intervenuta anche Ilaria Cucchi.

Di qui la mobilitazione delle varie organizzazzioni umanitarie e le ultime immagini di Ilaria in catene che va a processo il 29 gennaio in un’aula di Budapest, hanno riacceso polemiche e lotte per la sua liberazione.

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