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Cereali: Cia-Agricoltori Italiani, serve più trasparenza sui mercati. Import minaccia Made in Italy

Roma, 7 mar  2024– La massiccia importazione di frumento da Paesi come Turchia, Russia e Ucraina, rappresenta un’ulteriore e seria minaccia per le produzioni Made in Italy. Crollano i prezzi all’origine e le semine nazionali sono al minimo storico. Serve maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori. Così Cia-Agricoltori Italiani, ricordando le richieste già avanzate al Governo e sempre più in allarme per le sorti di un settore già costretto a lavorare in perdita e senza strumenti adeguati per uscire dalla crisi.

Cereali

Per l’ennesima volta, Cia-Agricoltori Italiani fa riferimento all’inconcepibile mancata istituzione del registro telematico sulle giacenze dei cereali, Granaio Italia, importante in termini di maggiore trasparenza e la cui entrata in vigore viene continuamente rinviata. Così come si attende da tempo uno strumento che certifichi i costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche i termini di contrattazione.

Il quadro è disarmante. L’Italia -precisa Cia-Agricoltori Italiani importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più mortificanti per gli agricoltori. Oggi, considerando le ultime quotazioni sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga superiori ai 1.400 euro a ettaro.

Non solo, i primi dati Cia sulle nuove semine segnalano un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130 mila ettari. Anche a causa dei cambiamenti climatici, si prospettare per il Paese un raccolto tra i più bassi di sempre. E la situazione non è differente per il grano tenero e il mais.

CRISTIANO FINI-PRESIDENTE-NAZIONALE-DI-CIA-AGRICOLTORI-ITALIANI-

 “Non è pensabile andare avanti senza politiche di contenimento da parte dell’Europa -chiosa il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini- le aziende stanno abbandonando le colture. Le istituzioni tutte agiscano rapidamente, il Governo ci dia risposte immediate rispetto alle istanze presentate da troppo tempo, con un documento concreto di proposte, una mobilitazione in piazza e una petizione online “salva-grano” Made in Italy, che supera le 75 mila firme. Non si trascurino ancora i rischi economici, sociali e ambientali di questa crisi, non solo per il comparto cerealicolo, ma per l’intero Paese”.  

La Cia-Agricoltori Italiani è una delle maggiori organizzazioni di categoria d’Europa che lavora per il miglioramento e la valorizzazione del settore primario e per la tutela delle condizioni dei suoi addetti, contando su circa 900 mila iscritti in Italia.
Nata nel 1977 come Cic – Confederazione Italiana Coltivatori, derivata dall’Alleanza Nazionale dei Contadini del 1955, nel 1992 è diventata Cia – Confederazione Italiana Agricoltori.
Tra gli interessi della Confederazione: la tutela e lo sviluppo della figura dell’imprenditore agricolo e della sua impresa, la salvaguardia del reddito degli agricoltori, i diritti del lavoro agricolo esercitato come impresa, l’affermazione del settore primario nel sistema economico italiano, la competitività delle imprese sui mercati, l’affermazione nella società della cultura della terra intesa come bene di tutti, limitato e non riproducibile. La Cia-Agricoltori Italiani punta su agricoltura sostenibile con attenzione a qualità, sicurezza, educazione alimentare, tutela e valorizzazione dell’ambiente, agriturismo, foreste, agricoltura biologica, energie alternative; tra i suoi ambiti, anche editoria ed informazione legislativa agraria.
La Cia-Agricoltori Italiani ha sede nazionale a Roma ed è presente in circa cinquemila Comuni italiani, con sedi regionali, provinciali e zonali, oltre ad avere una rappresentanza a Bruxelles. È tra i membri del COPA (Comitato delle Organizzazioni Professionali Agricole dell’Unione Europea) e dell’OMA (Organizzazione Mondiale Agricoltori).
La Confederazione dà voce anche ai circa 400 mila iscritti all’Associazione Nazionale Pensionati ANP. Circa 37 mila il numero dei giovani in agricoltura (Agia), 10 mila le Donne imprenditrici rappresentate in “Donne in Campo”.
In crescita i dati relativi a comparti di forte innovazione: circa 4500 gli agriturismi associati, mentre il comparto dell’Associazione del settore biologico (Anabio) si attesta a circa 9500 aziende; circa 5000 le aziende che effettuano vendita diretta associate a “La Spesa in Campagna”.
L’organizzazione ha al suo interno anche un ente di formazione ed è promotrice di diversi premi e riconoscimenti per incentivare le migliori pratiche agricole, la preservazione del territorio e della ricerca scientifica. Tra i riconoscimenti istituiti: Bandiera Verde Agricoltura e il premio di Laurea “Giuseppe Politi”.
Cia-Agricoltori Italiani, con Confagricoltura, Copagri e Aci, ha creato “Agrinsieme” portare “una sola voce” condivisa ai Tavoli istituzionali.
Oggi la Cia-Agricoltori Italiani guarda l’agricoltura del prossimo futuro con uno slancio particolare verso l’innovazione e sempre maggiore sostenibilità.
L’impegno della Confederazione è garantire i diritti e la valorizzazione dei circa 900 mila iscritti e delle 300 mila imprese agricole attive associate sul territorio nazionale; circa 100 mila le imprese che assumono manodopera.
Circa 1.400.000 il numero delle persone che si avvalgono dei servizi offerti da Cia-Agricoltori Italiani durante l’anno, attraverso le consulenze e l’assistenza dei suoi professionisti.

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