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Rieti-Sabato 16 marzo la Giornata Ecologica promossa da ASM e il Comune di Rieti

RIETI -Sabato 16 marzo, si ripeterà l’importante iniziativa delle Giornate Ecologiche promosse da ASM e il Comune di Rieti. Dalle ore 9 alle 17, i cittadini potranno recarsi presso il Piazzale antistante lo Stadio Centro d’Italia per smaltire in modo corretto i rifiuti ingombranti.

Va sottolineato che queste giornate sono riservate esclusivamente ai residenti del Comune di Rieti. Sarà possibile conferire una serie di tipologie di rifiuti, tra cui i rifiuti ingombranti come materassi, mobili e divani, i rifiuti metallici quali reti, biciclette e scaffali metallici, oltre a rifiuti legnosi, apparecchiature elettriche e/o elettroniche non più funzionanti (RAEE), e piccoli e grandi elettrodomestici come TV, cellulari, computer, stampanti, lampadine, e altro ancora.

Tuttavia, alcune categorie di rifiuti non saranno accettate durante l’evento, tra cui vernici, sfalci e potature, vetro, carta, cartone e olii.

L’appuntamento successivo è già fissato per sabato 20 aprile. Un’occasione importante per la comunità di Rieti per contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ambiente e alla corretta gestione dei rifiuti.

Foto di GreenStar da Pixabay

Comune di Rieti (AFI: /’rjεti/[4] o, secondo la dizione locale, /’rjeti/[5]; Riète in dialetto reatino, [ri’εte], ascolta) è un comune italiano di 45 312 abitanti[1] del Lazio, capoluogo dell’omonima provincia. L’etnico “reatini” proviene etimologicamente dal nome latino della città Reate, municipio di età romano imperiale.

Tradizionalmente riconosciuta come umbilicus Italiae (“ombelico d’Italia”)[6][7], Rieti sorge nella fertile Piana Reatina alle pendici del Monte Terminillo, sulle sponde del fiume Velino, in un territorio ricco d’acqua che fornisce alla capitale molta dell’acqua potabile di cui necessita. Fondata all’inizio dell’età del ferro, probabilmente da stirpi di Cultura appenninica, Osco-Umbra, i cosiddetti Aborigeni[8] per essere poi occupata dai Sabini. Fu conquistata dai Romani nel 290 a.C.[9] e, dopo la caduta dell’impero, dai Visigoti; sotto i Longobardi fu gastaldato nel Ducato di Spoleto. Entrata a far parte dello Stato Pontificio, costituiva un territorio di frontiera con il Regno di Napoli e nel XIII secolo fu spesso sede papale. Dopo l’annessione nel 1860 al Regno di Sardegna, fu aggregata alla provincia di Perugia, in Umbria, ma dal 1923 passò al Lazio, prima come parte della provincia di Roma, poi, nel 1927, con l’istituzione della provincia di Rieti.

Il centro di Rieti sorge a un’altitudine di 405 m s.l.m.[10] su una piccola altura nell’angolo sud-est della pianura denominata Piana Reatina, ai piedi dei colli San Mauro (o dei Cappuccini), Sant’Antonio al Monte e Monte Belvedere. La piana si estende per circa 90 km² ed è racchiusa dai Monti Reatini (tra cui il Monte Terminillo) ad est, dai Monti Sabini ad ovest ed è tagliata dal fiume Velino che riceve in essa le acque dei fiumi Salto e Turano.

Lacus Velinus

La piana anticamente era occupata dalle acque del Lacus Velinus; fu bonificata in età romana aprendo un varco tra il calcare accumulatosi nei secoli presso Marmore, generando così l’omonima cascata. Di questo lago restano specchi d’acqua minori: il lago di Piediluco (provincia di Terni), quello di Ventina e i laghi Lungo e di Ripasottile[11], gli ultimi due protetti dall’omonima riserva naturale.

Rieti si trova in una zona assai ricca d’acqua: appena fuori dall’abitato si trovano le Fonti di Cottorella, che forniscono un’acqua oligominerale; nel limitrofo comune di Cittaducale si trovano le sorgenti del Peschiera, che con l’omonimo acquedotto forniscono molta dell’acqua necessaria a Roma (circa 550 milioni di metri cubi l’anno[12]); a Cotilia si trovano delle importanti terme e sorgenti di acqua solfurea. Nella parte settentrionale della valle si trovano le Sorgenti di Santa Susanna, con una portata di 5 mc/s, mentre 2 km ad est della città a quota 400 m s.l.m. si trovano le Sorgenti del Cantaro, che hanno una portata di circa 500 litri al secondo e sono probabilmente alimentate da una sorgente geologica posta a quota 450 m presso Vazia[13].

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