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Anticipazioni per “Rusalka” di Dvořák del 29 marzo alle 10 su Rai 5: dalla Scala di Milano

rusalka

Anticipazioni per “Rusalka” di Antonín Dvořák del 29 marzo alle 10 su Rai 5: diretto da Tomáš Hanus per la regia di Emma Dante dalla Scala di Milano – Ha segnato il ritorno sulle scene della Scala della regista Emma Dante, oltre che la prima esecuzione nel teatro milanese del capolavoro di Antonín Dvořák, la “Rusalka” che Rai Cultura propone venerdì 29 marzo alle 10 su Rai 5.

Il nuovo allestimento dell’opera, andato in scena nel giugno scorso, è diretto da Tomáš Hanus. Le scene sono di Carmine Maringola e i costumi di Vanessa Sannino. 

“Rusalka” è uno dei capolavori del teatro musicale europeo: dopo alcuni decenni di oblio, a partire dagli anni ‘80 la felicità delle melodie, gli echi popolari, l’atmosfera fiabesca e la complessità dei riferimenti ne hanno fatto di nuovo un titolo popolarissimo e frequentemente eseguito in Europa, negli Stati Uniti, in Oriente. 

Per la sua prima produzione dell’opera, la Scala ha voluto Olga Bezsmertna nel ruolo del titolo e Dmitry Korchak nei panni del Principe, mentre Elena Guseva è la Principessa dell’Acqua, Okka von der Damerau è Ježibaba la strega e Jongmin Park è Vodník, lo spirito delle acque; li affiancano Jiří Rajniš, Svetlina Stoyanova, Hila Fahima, Juliana Grigoryan, Valentina Pluzhnikova e Ilya Silchukou.

Nel folklore slavo le rusalka sono ninfe delle acque capaci di attrarre nei gorghi gli sventurati che osano avvicinarsi. La leggenda – in cui una creatura delle acque si rivolge a una strega per trasformarsi in fanciulla a costo del dono della parola e aspira all’amore di un principe che la tradirà e che lei a seconda delle versioni ucciderà o rifiuterà di uccidere sacrificando in cambio la sua stessa vita – è diffusa in numerosi racconti e fiabe della tradizione nordica, slava e germanica.

Nel 1811 viene codificata nel racconto Undine di Friederich de La Motte Fouqué, oggetto di innumeri adattamenti negli anni a venire. 

Il direttore del Teatro Nazionale di Praga František Šubert propose a Dvořák il testo del giovane letterato Jaroslav Kvapil che arricchiva la leggenda nordica della ninfa delle acque con elementi del folklore boemo. Dvořák creò una partitura che assimila il linguaggio wagneriano restando però nei territori della fiaba piuttosto che in quelli del mito, e preferisce le forme più tipiche del Romanticismo musicale, a partire dalla ballata, rielaborando con leggerezza e fluidità melodica spunti della musica popolare boema secondo i principi del nazionalismo musicale che aveva già sostenuto nel suo soggiorno negli Stati Uniti.

Non a caso alcuni critici hanno parlato di “impressionismo céco”. Il risultato è un paesaggio sonoro incantato, animato da un sentimento panico della natura e stilizzato in eleganti volute liberty. 

Rusalka (pronuncia B. 203; op. 114) è un’opera in tre atti con musica di Antonín Dvořák e il libretto in ceco di Jaroslav Kvapil (1868-1950), rappresentata per la prima volta a Praga il 31 marzo del 1901. Il nome dell’opera proviene dalla mitologia slava dove Rusalka è uno spirito dell’acqua dei laghi e dei fiumi.

Trama

Rusalka è uno dei lavori dello scrittore Jaroslav Kvapil giovane e poco conosciuto ai tempi della stesura dell’opera, poi molto celebrato nel teatro boemo. Tratta una fiaba di carattere sentimentale amoroso ambientata in una natura incantata e personaggi vicini alla tradizione popolare slava. Questo aspetto fu quello che colpì la sensibilità del compositore ceco nella scelta dell’opera l’indomani della fortunata Il diavolo e Caterina. La storia riprende parte della fiaba Undine del tedesco Friedrich de la Motte Fouqué, e de La sirenetta di Andersen.

Atto primo

Sulle sponde di un lago

Una notte nel lago di un bosco, chiamato dalle fate (Hou, hou, hou), lo Spirito delle acque emerge dai flutti per giocare assieme a loro. Appare l’ondina Rusalka, ninfa dei laghi e dei fiumi, la quale parlando con lo Spirito delle acque, suo padre, gli confessa il suo intento di prendere sembianze umane per tentare di sposare un principe del quale si è follemente innamorata. Dopo aver tentato invano di dissuaderla, lo spirito le indica la capanna della strega Jezibaba che può aiutarla. Rusalka rimane sola e prima di rivolgersi alla strega si augura che la luna preservi il sonno dell’amato (Mesícku na nebi hlubokém – “Inno alla luna”).
Giunta alla capanna la strega accetta di compiere l’incantesimo, ma in cambio le chiede il suo vestito trasparente di ondina e stabilisce un patto: dovrà perdere la voce e subire una maledizione, nel caso in cui il principe dovesse tradirla, cioè che ella per l’eternità sia dannata a vagare in solitudine negli abissi e che anche il principe sia condannato. La strega prepara il filtro (Tedy pojd’, honem pojd).
L’indomani all’alba il principe si trova a passare nei pressi del lago assieme ai suoi compagni preceduto dal canto di un cacciatore (Jel mlady lovec, jel a jel). D’un tratto si sente magicamente attratto dalle acque e stanco, così allontana i compagni di caccia invitandoli a tornare al castello. Da una capanna esce Rusalka e il giovane si trova presto sedotto dalla bellezza della ragazza (Vidino divná, presladká) la quale, muta, non può fare altro che gettarsi fra le braccia del principe. Anch’egli ormai innamorato la invita a seguirlo al palazzo.

Atto secondo

Il palazzo del principe

Fervono al castello i preparativi per le nozze del principe con la muta forestiera. Incuriosito, il guardacaccia chiede al garzone di cucina che cosa stia succedendo e se sia vera la notizia del matrimonio del principe con una misteriosa donna (Járku, járku, klouce milé). Avuta conferma della cosa i due si confidano che malvedono questa misteriosa forestiera in quanto venuta dal profondo del bosco dove vivono strane creature, così si augurano che la chiacchiera che una bella principessa straniera venuta per le nozze starebbe per conquistare il cuore dello sposo sia vera affinché non si comprometta inevitabilmente il destino del loro principe.
A palazzo la bella principessa brucia dall’invidia per questo amore e vuole conquistare il principe. Rusalka, triste in quanto avverte il cambiamento del suo amante a causa dell’avversaria, viene mandata a prepararsi per la festa. Approfittando di questo, la principessa straniera cerca di sedurre il principe.
Si arriva al ballo e tutto è festa tra danze e cori degli invitati, ma allo Spirito delle acque non sfugge la passione che sta per divampare fra il principe e l’invitata, così dispiaciuto emerge da una fontana ed avvisa Rusalka, (Stokrát bys byla clovekem) che affranta, così tanto da ritrovare la voce, si duole anch’ella con il proprio padre per l’imminente nefasto destino che la vede perdere il suo amore terreno e l’impossibilità di tornare tra gli affetti delle acque. Maledice la specie umana e riconosce come fossero stati giusti i consigli del padre.
Intanto il principe e la principessa straniera nel giardino del palazzo tessono un appassionato duetto d’amore. D’un tratto Rusalka, nell’estremo tentativo di recuperare il principe, si getta tra le braccia dell’amato che stava stringendo l’umana rivale, ma il principe, impaurito dal suo pallore e dalla sua freddezza, la respinge. A quel punto lo Spirito delle acque reagisce sdegnato contro i due giovani umani, minaccia il principe predicendogli che Rusalka e lui non si separeranno mai. Rusalka viene presa dal padre e portata con sé mentre il principe stordito chiede aiuto alla principessa straniera che invece si allontana con freddo sprezzo.

Terzo Atto

Sulle sponde di un lago

Rusalka è condannata ad errare per sempre perché è stata tradita dal principe. Così la giovane, alla luce delle sera, chiede alla strega un’altra possibilità (Mladosti své pozbavena). La strega Jezibaba sentenzia, porgendole un coltello, che la giovane potrà sfuggire alla sua condanna se ucciderà il suo amato, ma Rusalka rinuncia e si tuffa nel lago. Rusalka scompare tra le onde mentre compaiono sulla scena il guardacaccia e lo sguattero che vengono a consultare la strega per guarire il loro principe affetto da una misteriosa malattia, ma vengono messi in fuga dallo Spirito delle acque ancora in collera per quanto successo a Rusalka. Le fate festose (Mám, zlaté vlásky mám) non placano il dolore dello spirito di Rusalka. Il principe accorre al lago affranto dalle pene amorose e gli appare Rusalka che lo redarguisce amorevolmente per il suo tradimento. (Milácku, znás mne, znás?) Il principe implora il suo perdono e vuole baciarla, ma Rusalka lo avverte che si tratterà di un bacio mortale. Il principe accetta la sua sorte pur di morire nelle braccia della sua amata e trovare così finalmente pace.

Foto interna ed esterna: https://www.rainews.it/tgr/lombardia/video/2023/06/rusalka-scala-milano-opera-dvorak–093df256-9112-41f6-8543-bf68fb60f8e9.html