giovedì, Giugno 6, 2024
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Processione di Chieti, stop alle sterili polemiche

Processione

CHiETI – Come ogni Venerdì Santo si è svolta la consueta Processione a Chieti, un rito antichissimo che affonda nella notte dei tempi, a cui è legata l’identità cittadina del capoluogo marrucino e che è seguita da circa 30/40 mila persone ogni anno. 

Si tratta di una delle processioni più antiche d’Italia che ha origine secondo il Nicolino in epoca altomedievale, e più precisamente nell’842,  quarantuno anni dopo il sacco dei Franchi di Pipino Carlomanno  che misero a ferro e fuoco la città nell’801, anno della ricostruzione dopo la distruzione dell’antica prima Cattedrale di San Tommaso, inglobata parzialmente nella cripta dell’attuale Cattedrale di San Giustino.  

In effetti, la sobrietà delle vesti è dell’atto fanno pensare a una origine altomedievale di un antichissimo rito a cui sarebbe legata la sicurezza dai pericoli e dalle sciagure della città. 

Ma è tra il  XVI e il XIX secolo che la Processione del Venerdì Santo di Chieti assume le caratteristiche attuali,  dapprima con la nascita tra XVI e XVII delle confraternite che organizzano e animano l’antico rito religioso, successivamente nel XVIII secolo con la nascita del coro e del Miserere di Selecchy che viene adottato nel 1740 e infine nel XIX secolo quando la Processione del Venerdì Santo di Chieti assume le caratteristiche pressoché odierne con la Madonna Addolorata (1833), i simboli della Passione realizzati da Raffaele Del Ponte nel 1855 e con lo spostamento del rito dalla mattina alla sera intorno al 1850, allorché la città si è dotata della prima forma di illuminazione pubblica, e i braciere che prima venivano usati per bruciare incenso, poi per illuminare le strade,  ora hanno uno scopo puramente suggestivo. 

Il percorso della Processione del Venerdi Santo di Chieti che si  snoda lungo le strade del centro storico cittadino, non ha subito pressoché variazioni nel corso degli ultimi secoli. Negli ultimi anni è stato legermente accorciato, ma si sta riprendendo l’antica usanza di fermarsi davanti alle finestre e ai balconi dei palazzi nobiliari della città, dove in passato si sostava alcuni secondi  per omaggiare i nobili teatini.

A questo rito, come sopra accennato, è legata l’identità della città,  perché è come un amuleto contro disgrazie e sciagure per Chieti che non subisce un sacco e la distruttizione proprio da quando, secondo notizie che affondano tra storia e leggenda,  la città nel IX secolo ha subito l’ultima distruzione, con la fondazione  dell’attuale diocesi teatina e dell’attuale pianta urbana della città costituita nel Medioevo.

Inoltre, alla maestosità di questa processione a cui accorrono persone da tutti i centri limitrofi e non solo, è legata una certa aurea di superiorità spirituale e morale del capoluogo marrucino che ha caratterizzato in epoca contemporanea un motivo di orgoglio, di appartenenza cittadina del Teatino.

Anche se bisogna dire che negli ultimi venti anni, una parte della popolazione, in particolar modo una sensibile parte delle nuove generazioni si è staccata dalla visione intransigente dell’antico rito e la città con difficoltà sta cercando di riprendere uno sviluppo futuro, coniugando un giusto equilibrio fra tradizione  e progresso. 

A tal proposito, c’è da dire che quest’anno non senza polemiche,  si è cercato di coinvolgere anche i più giovani, proponendo una serata musicale dopo lo svolgimento della Processione. Tutto ciò ha causato la sterile polemica dei più radicali sia fra quelli che potremmo definire i “materialisti’, sia fra le fila degli “spiritualisti’. Quest’ultimi sostenevano che era oltraggioso fare una serata musicale il giorno del Venerdì Santo, mentre i primi si sono rivolti con espressioni irruguardose verso Dio e la tradizione cittadina della Processione. Ma, entrambe le polemiche si sono dimostrate a mio avviso deleterie, in quanto non si è capito che senza un giusto equilibrio fra antico e moderno questa città non avrà più un futuro degno del suo glorioso passato; dunque, sicuramente quale buona occasione per realizzare un evento mondano a Chieti Centro nel giorno dello svolgimento della più grande manifestazione storico – religiosa cittadina come la Processione del Venerdì Santo?

Cristiano Vignali