lunedì, Aprile 29, 2024
Home > Lazio > “Qui NON finisce tutto”: proseguono in Campidoglio gli incontri di Azione

“Qui NON finisce tutto”: proseguono in Campidoglio gli incontri di Azione

qui non finisce tutto

“Qui NON finisce tutto”: proseguono in Campidoglio gli incontri organizzati da Azione per costruire una società più inclusiva. Il tema questa volta è la condizione dei transgender nel mondo del lavoro

Flavia De Gregoriocapogruppo capitolino di Azione: «Formare al rispetto dell’altro anche in ambito lavorativo è un primo passo, ma non basta. Nei contratti collettivi e negli accordi integrativi deve essere inserito ed esteso il riconoscimento dei diritti delle persone transgender»

Roma – A poco più di un anno di distanza dalla morte di Cloe Bianco, proprio prendendo spunto dalle ultime parole con le quali la professoressa transgender vittima della transfobia ha concluso il proprio blog prima di togliersi la vita, ha preso il via in Campidoglio un ciclo di incontri, fortemente voluto da Flavia De Gregorio e organizzato dal gruppo capitolino di Azione, che, puntando sull’idea che “qui non finisce tutto”, cerca di tracciare un percorso capace di contribuire alla realizzazione di una società più giusta e inclusiva.

Dopo quelli dello scorso anno, il quarto appuntamento, dal titolo “Qui NON finisce tutto: il diritto al lavoro”, si è tenuto oggi, 10 aprile, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, accanto a Flavia De Gregorio, capogruppo capitolino di Azione e membro della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale, Milo Serraglia, attivista LGBTQI+, Francesco Camerotto, coordinatore “Mario Mieli” giovani, Sandro Gallittu, responsabile nuovi diritti della CGIL nazionale, Leila Pereira, Presidente Libellula APS, e Barbara Masini, Responsabile Nazionale dei Diritti Civili di Azione. Ad aprire l’incontro, che è stato moderato dalcoordinatore delle Politiche Sociali Roma in Azione Valerio D’Angeli, Marilena Grassadonia, coordinatrice dell’Ufficio LGBT+ di Roma Capitale, e Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione. Le conclusioni saranno affidate al capogruppo capitolino di Azione e ad Alessio D’Amato, consigliere della Regione Lazio e responsabile Welfare della Segreteria Nazionale di Azione.

Anche in questa occasione, come in precedenza, si è data voce alla comunità transgender romana, che ha parlato delle discriminazioni che avvengono nel mondo del lavoro e che continuano a costringere le persone transgender a licenziarsi o a scegliere di operare come sex workers più per mancanza di alternative che per reale desiderio.

«Le persone transgender affrontano spesso discriminazioni in ambito lavorativo e questo è molto grave, perché colpiscono un aspetto importante della vita quotidiana e la principale fonte di reddito della persona. Peraltro, il diritto al lavoro è sancito dalla nostra Costituzione: non permettere a tutti di goderne comporta un’evidente mancanza di rispetto del principio di uguaglianza che vale per ogni cittadino», ha detto il capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio.

Come emerso da indagini recenti l’attacco verso le persone transgender arriva attraverso messaggi denigratori, insulti diretti o indiretti, frasi dispregiative, ma anche disparità di trattamento, mobbing, demansionamenti e sovraccarichi di lavoro che finiscono per creare loro un enorme danno sia psicologico che biologico. Secondo i dati, sei persone su dieci hanno sperimentato almeno una micro-aggressione nell’attuale o nell’ultimo lavoro svolto; mentre una su cinque ha affermato di aver vissuto almeno un evento di clima ostile e umiliante. Stando all’ultima ricerca dell’Agenzia dell’Unione Europea sulla comunità Lgbtqia+, condotta nel 2019, in Italia il 12% delle persone intervistate, a fronte di una media europea del 10%, ha subito una discriminazione già durante la ricerca del lavoro, ma diffusi pregiudizi sono emersi anche nella fase del colloquio conoscitivo o in quella dell’assunzione. Nel nostro paese, però, riuscire a dimostrare di aver subito anche solo uno di questi soprusi è molto difficile a causa di una scarsa formazione sul tema e di un vuoto normativo importante: le persone transgender, infatti, possono fare riferimento solo alla sentenza del 1996 della Corte di Giustizia delle Comunità Europee che ha sancito il diritto di non discriminazione sia sul sesso che sull’identità di genere.

Secondo il capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio: «Le forme di tutela nei confronti delle persone transgender sono insufficienti a garantire loro una vita dignitosa nel contesto lavorativo, e quelle poche esistenti sono inefficaci o non applicate a fronte degli ostacoli enormi contro i quali finiscono per scontrarsi quando provano ad opporsi a trattamenti discriminatori. Occorrerebbe, tanto per cominciare, incentivare la formazione al rispetto nelle aziende e nei luoghi di lavoro, ma anche inserire ed estendere il riconoscimento dei diritti delle persone transgender nei contratti collettivi e negli accordi integrativi», ha detto il capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio.

Sono ancora troppe le persone transgender che nascondono la propria identità sessuale sui luoghi di lavoro perché temono ripercussioni negative e altrettante quelle che, dopo aver fatto coming out, hanno rivelato che la propria identità sessuale ha rappresentato uno svantaggio negli avanzamenti di carriera e nel riconoscimento delle proprie capacità e del proprio impegno, nonché nel reddito e nella retribuzione.

«I pregiudizi costano cari anche in termini economici: le ricadute su PIL e produttività derivanti da discriminazione sessuale e di genere sono pesanti, perché escludere lavoratrici e lavoratori lgbtqia+ significa perdere talenti. Ad oggi, tuttavia, neanche il vantaggio economico ha contribuito a estirpare l’omotransfobia. A maggior ragione per questo l’impegno della politica contro questa pesante forma discriminatoria deve farsi sentire in maniera ancora più forteDobbiamo continuare a portare avanti una battaglia culturale e sociale rovesciando l’idea che le lotte Lgbtqia+ non riguardano una sola comunità e facendo in modo di dare risposte a persone che hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino e che invece vengono ancora ghettizzate», ha concluso Flavia De Gregorio.

La Notizia.net è un quotidiano di informazione libera, imparziale ed indipendente che la nostra Redazione realizza senza condizionamenti di alcun tipo perché editore della testata è l’Associazione culturale “La Nuova Italia”, che opera senza fini di lucro con l’unico obiettivo della promozione della nostra Nazione, sostenuta dall’attenzione con cui ci seguono i nostri affezionati lettori, che ringraziamo di cuore per la loro vicinanza. La Notizia.net è il giornale online con notizie di attualità, cronaca, politica, bellezza, salute, cultura e sport. Il direttore della testata giornalistica è Lucia Mosca.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net