venerdì, Marzo 29, 2024
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Mario Vespasiani – nubivagant – inaugurazione a Ripatransone

MARIO VESPASIANI
nubivagant
inaugurazione sabato 23 dicembre ore 17,00
 
One Lab Contemporary
Ripatransone
 
 
 
Mario Vespasiani dopo la mostra al Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle e la recente presentazione della sua trilogia alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, prosegue col progetto nubivagant – che sarà inaugurato sabato 23 dicembre nello studio One Lab Contemporary di Ripatransone  la sua particolare riflessione sul tema del cielo che dall’arte tocca la scienza, l’astronomia e la teologia. 
La sua ricerca nel corso del tempo ha esaminato i temi principali della pittura, dal ritratto al paesaggio, dagli animali alla natura morta, dai moti spirituali al genere astratto, con una particolare attenzione al ruolo dei simboli, in quanto ogni immagine è intesa come una soglia in grado di condurre a nuovi livelli di significato. Vespasiani presenta in questa occasione parte delle sue ricerche che guardano verso l’alto, in cui sembrano riflettersi tutti gli aspetti della vita quotidiana, attraverso proiezioni inconsce che possono risultare oscure e indecifrabili come rivelative e illuminanti.
 
Saranno in mostra opere che riguardano i simboli cari a Vespasiani che hanno un più o meno evidente riferimento col cielo: quali le stelle, le eclissi, le nuvole, il vento, la tempesta, il fulmine, il colore blu, l’albero, l’oscurità, le lacrime, i velivoli o personaggi come Giuseppe da Copertino il santo dei voli, il capitano Nobile, la Regina del cielo. 
Anche l’installazione delle opere si distacca dall’allestimento minimalista adoperato in passato, per divenire un laboratorio alchemico dove le tele si toccano e si sovrappongono, come ad unire i vari piani e i diversi punti di partenza. La scelta del termine inglese nubivagant ha significato per Vespasiani concentrare in una parola il senso di immaterialità e movimento, di ascese e vertigini, per portare a leggere l’opera più con i sensi che con la ragione, emancipando il quadro dal suo impatto immediato, dall’immagine che convenzionalmente abbiamo assegnato ad ognuno di questi temi. Fare oggi pittura per Mario Vespasiani vuol dire fare esperienza della figurazione al suo limite, vuol dire mostrare l’energia della creazione stessa, l’eccesso che la abita e che spalanca la visione su un altrove dove la figura si carica di forza e mistero.
 
Vespasiani adopera spesso il termine di “risonanza” per descrivere i suoi lavori, come richiami ad una dimensione sacra in cui tutti gli elementi sono in contatto tra loro. La sua particolare cifra espressiva, la via del colore, è attenta perfino alle fioche luci sull’orizzonte o delle profondità dell’universo, focalizzandosi più che su una precisione fotografica sulla densità segnica, che si scioglie o si addensa, abbaglia o inghiotte. Questo tipo di memoria non è mai obiettiva, perché stimola un’interpretazione: non ci chiede cosa ci ricorda quello che stiamo vedendo, ma come reinterpretarlo, come renderlo nuovamente vivo: nubivagant è allora l’incontro del tempo trascorso con un altro tempo, è quel flashback, che ravviva più che il passato il pensiero. I volti e gli oggetti perdono sostanza, caricandosi di colori, delle tonalità a noi contemporanee. Le opere, frammenti di una totalità, chiedono di essere seguite, poiché vagano verso un centro comune, coscienti che la finalità ultima di ogni cosa è di vibrare all’unisono, per ritrovare la concretezza dell’insieme.
 
Il simbolo ha la capacità di unire entità contrastanti, di mantenere una vitalità e un’ambiguità che ancora oggi intreccia connessioni dal passato al presente con l’esistenza in tutte le sue forme ed è proprio nell’attraversare lo sguardo di Mario Vespasiani che questi soggetti diventano “immagine senza tempo” in un percorso che gli spettatori sono invitati a compiere,
perché l’arte non è un intrattenimento bensì la possibilità di incontrare ciò che esiste dentro noi stessi, con cui ancora non abbiamo familiarizzato.