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ASCOLI PICENO, IL 27 E 28 GENNAIO FATHER AND SON CON CLAUDIO BISIO

27 e 28 gennaio 2018

Teatro Ventidio Basso

Father and son

ispirato a Gli Sdraiati e Breviario comico
di Michele Serra

con Claudio Bisio

e con i musicisti
Laura Masotto violino
Marco Bianchi chitarra
regia Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Paolo Silvestri
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro dell’Archivolto



Father and son racconta il rapporto padre/figlio radiografato senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra l’ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico. È una riflessione sul nostro tempo inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi consumatissimi – di libertà e di autorità, che rivela in filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata. Una società di “dopo-padri”, educatori inconcludenti e nevrotici, e di figli che preferiscono nascondersi nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando il confronto. Da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo, un monologo interiore (ovviamente del padre, verboso e invadente quanto il figlio è muto e assente) a tratti spudoratamente sincero. La forza satirica di Serra si alterna a momenti lirici e struggenti, con la musica in continuo dialogo con le parole. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga.
È una società ritorta su se stessa, ormai quasi deforme, dove non è chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo ai giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole che i vecchi provvedano a loro.
In Father and son inventiva sfrenata, comicità, brutalità, moralità sono gli ingredienti di un irresistibile soliloquio che permettono a Claudio Bisio, al suo attesissimo ritorno sulla scena, di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e teatrale, comica ed etica al tempo stesso.

Annoto con zelo scientifico, e nessun ricamo letterario: sei sdraiato sul divano, immerso in un accrocco spiegazzato di cuscini e briciole, il computer acceso appoggiato sulla pancia. Con la mano destra digiti qualcosa sull’I-Phone. La sinistra regge con due dita un lacero testo di chimica. Tra lo schienale e i cuscini vedo l’avanzo di uno dei tuoi alimenti preferiti: un wurstel crudo. La televisione è accesa, a volume altissimo, su una serie americana nella quale due fratelli obesi, con un lessico rudimentale, spiegano come si bonifica una villetta dai ratti. Alle orecchie hai le cuffiette collegate all’iPod: è possibile, dunque, che tu stia anche ascoltando musica. Non essendo quadrumane, purtroppo non sei ancora in grado di utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue enormi estremità, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco di prova per un tuo coetaneo californiano che troverà il modo di trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e tu uno dei suoi milioni di cavie solventi… Ti guardo, stupefatto. Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: “è l’evoluzione della specie”. Penso che tu abbia ragione. Ma di quale specie, al momento, non ci è dato sapere. Da father and son di Michele Serra.