sabato, Giugno 8, 2024
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25 APRILE ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE: LA STORIA DI GINO ELBA DI FERMO

Venuto a mancare qualche giorno fa, è stato prigioniero e deportato durante la guerra

Con la Festa della Liberazione non si può non ricordare la storia di un uomo, di un fermano, venuto a mancare  qualche giorno fa, a 94 anni, che ha vissuto gli anni della guerra, che è stato fatto prigioniero e deportato. Gino Elba era nato nel 1923, prima della guerra lavorava come mezzadro con la sua famiglia a San Girolamo. Poi all’età di 20 anni, quando era militare di leva, venne fatto prigioniero in Montenegro. Un peregrinare fra Albania e Grecia e dopo l’8 settembre i tedeschi lo deportarono su dei “vagoni bestiame a Buttelstedt” (sottocampo di Buchenwald). Nel Campo 11 B si soffriva la fame e il freddo, facevano 25 gradi sotto zero e per coprirsi “si fasciava con della carta gli zoccoli olandesi” che aveva ai piedi. Gino Elba ha raccontato qualche anno fa il periodo della guerra, della prigionia e della deportazione in un’intervista contenuta nel libro di Simona Corvaro dal titolo “Tutti ne tenevano uno: la resistenza non armata al nazifascismo a Fermo 1943-1944” (da cui sono tratte le frasi in corsivo e la foto allegata), pubblicato dall’Associazione Casa della Memoria, che ne ha raccolto la testimonianza ed il racconto carichi di dolore ma anche di tanta dignità e di forza. “Eravamo nemici di tutti – ha detto Gino nel libro – ci tiravano le pietre, ci sputavano addosso, ci davano i calci negli stinchi. Pesavo 35 kg”. Gino insieme ad altre persone viene fatto salire su un trattore con rimorchio e portato fino alle campagne di Dresda per fare dei lavori agricoli in una fattoria. Il pericolo erano i bombardamenti. “Sarei morto al campo 11B se non ci avessero liberato gli americani il 15 aprile del 1945”. Gino è tornato a San Girolamo di Fermo il 26 luglio 1945 dopo un viaggio di 15 giorni. Per tre anni i suoi familiari non avevano saputo più nulla di lui. La storia di Gino, come quella di chi come lui ha vissuto gli orrori della guerra e della deportazione, può perpetuarsi grazie a queste testimonianze ed a quella che rendono viva il nipote Manolo Elba ed i suoi familiari. Fermo ricorda il 25 aprile volendo ricordare anche la figura di Gino Elba, un fermano scomparso da poco che ha vissuto sulla sua pelle il prezzo della libertà, che ci ha lasciato una preziosa testimonianza per le giovani generazioni per poter riflettere e conoscere la storia” – ha detto il Sindaco Paolo Calcinaro. Qualche giorno fa Gino è venuto a mancare ma dal suo sorriso, ma soprattutto dalla sua storia, un esempio di forza e di dignità, per non dimenticare.

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