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Il film consigliato  stasera in TV: “LO HOBBIT: LA DESOLAZIONE DI SMAUG” lunedì 11 giugno 2018

Il film consigliato  stasera in TV: “LO HOBBIT: LA DESOLAZIONE DI SMAUG” lunedì 11 giugno 2018 alle 21:30 su TV OTTO.

Thorin Scudodiquercia, principe dei Nani, giunge al villaggio di Brea per indagare sulla scomparsa di suo padre Thráin. Nella locanda nota come “Il Puledro Impennato” Thorin viene avvicinato dallo stregone Gandalf il Grigio. Questi tenta di convincere Thorin a liberare l’antico reame di Erebor dal temibile drago Smaug, come aveva precedentemente proposto a Thráin prima della sua scomparsa. Dopo aver scoperto l’esistenza di una taglia sulla propria testa, Thorin decide di convocare i suoi parenti Nani per l’impresa. Tuttavia, Gandalf suggerisce di arruolare anche uno Hobbit per fare da “scassinatore” e recuperare l’Arkengemma, grazie alla quale si potranno riunire tutti i sette regni dei Nani per muovere guerra contro Smaug.

Un anno dopo, dopo essere fuggiti da Goblin e Orchi alle Montagne Nebbiose, lo Hobbit Bilbo Baggins, Gandalf e la compagnia dei 13 Nani stanno ancora cercando di sfuggire all’Orco Pallido Azog e i suoi. Gandalf suggerisce allora di rifugiarsi dal Mutapelle Beorn, che vive in una casa al confine delle Terre Selvagge. Sebbene la casa di Beorn sia un luogo sicuro, Beorn stesso risulta pericoloso ed imprevedibile, soprattutto quando si trasforma in un gigantesco orso, il quale infatti si lancia all’inseguimento della compagnia, che riesce miracolosamente a barricarsi nella casa. Nel frattempo, l’Orco Bolg, figlio di Azog, porta ordini al padre: quest’ultimo è richiesto dal suo padrone a Dol Guldur. Beorn, tornato in forma umana, decide di aiutare la compagnia a fuggire da Azog donando a ciascuno di loro un pony: infatti, sebbene il Mutapelle non provi simpatia per i Nani, odia maggiormente gli Orchi.

Il gruppo raggiunge l’ingresso di Bosco Atro, dove Gandalf ordina ai Nani di rispedire i pony a Beorn e, ricordandosi delle raccomandazioni di Galadriel, la quale a Gran Burrone lo aveva esortato ad indagare immediatamente sul “Negromante” di Dol Guldur, decide di lasciare la compagnia, con l’intento di raggiungerla sulla soglia della Montagna Solitaria. Prima di partire, Gandalf intima al gruppo di non lasciare mai il sentiero nella foresta, per non cadere vittima di illusioni. Bilbo e i Nani si avventurano quindi nella foresta, ma Bosco Atro è in realtà corrotto dal male di Dol Guldur: infatti esso comincia a confondere il gruppo, allontanandoli dal sentiero. Improvvisamente la compagnia è attaccata ed imprigionata da un gruppo di ragni giganti e solo Bilbo riesce a liberarsi dalle ragnatele, uccidendo alcuni ragni con la sua lama elfica, che decide di chiamare Pungolo. Tuttavia, per nascondersi ai ragni, Bilbo si serve anche dell’invisibilità conferita dall’anello magico in suo possesso, per il quale comincia però a nutrire un violento attaccamento, quasi spaventandosi di se stesso. Quando la compagnia sembra ormai spacciata, i ragni vengono sterminati da una squadra di Elfi silvani guidata da Legolas, principe di Bosco Atro, e dall’Elfa Tauriel. Questi catturano i Nani e li portano al Reame Boscoso. Bilbo, sfuggito alla cattura grazie all’anello, riesce ad intrufolarsi anch’egli nel regno di Thranduil. Quest’ultimo offre il suo aiuto a Thorin in cambio di alcune gemme presenti nella montagna, ma il Nano rifiuta bruscamente e pertanto i nani vengono imprigionati nelle segrete del Reame Boscoso.

Nel frattempo, a Dol Guldur, il Negromante affida un incarico ad Azog che, non potendo più allontanarsi dalla fortezza, affida a Bolg il compito di dare la caccia a Thorin e ai suoi compagni. Durante la prigionia il Nano Kíli inizia a simpatizzare con Tauriel. Bilbo intanto, grazie all’anello, ruba le chiavi delle celle e libera tutti i Nani. La compagnia decide di fuggire per mezzo di alcuni barili che, dalle cantine reali, scendono per il fiume. Sfortunatamente, durante la fuga nei barili, Bolg ed i suoi Orchi li individuano e li attaccano, uccidendo alcune guardie elfiche che tentavano di riacciuffare i Nani. Legolas e Tauriel combattono contro gli Orchi, riuscendo a catturarne uno, ma Kíli viene colpito da una freccia avvelenata di Bolg davanti agli occhi di Tauriel. Quindi la compagnia prosegue la propria fuga tra le rapide, fuggendo dal Reame Boscoso.

Mentre si riprende dalla rocambolesca fuga, il gruppo viene scovato da Bard, un barcaiolo di Pontelagolungo. Questo, in cambio di un cospicuo pagamento in oro, decide di scortare Bilbo e i Nani di nascosto nella propria città e di procurare loro delle armi. Nel frattempo Gandalf, dopo aver convocato Radagast il Bruno, giunge nelle tombe dei Nove Re degli Uomini, ma queste ormai sono vuote: essi sono stati convocati dal Negromante a Dol Guldur. Non avendo altra scelta, Gandalf decide di non tornare da Thorin e recarsi personalmente a Dol Guldur. Intanto, Bard riesce a introdurre la compagnia in città in barba al controllo dell’egocentrico e avaro Governatore, il quale odia particolarmente Bard, ritenendolo il responsabile dell’insofferenza dei cittadini nei propri confronti. A Pontelagolungo, la compagnia scopre che Bard è il discendente di Girion, signore di Dale ai tempi dell’attacco di Smaug. Leggenda narra che Girion tentò di colpire il drago con delle Frecce Nere forgiate ad Erebor, l’unica arma che potesse scalfirne la pelle. Girion non riuscì a fermare Smaug, ma ruppe un frammento della sua corazza, rendendolo vulnerabile. Bard fornisce ai Nani armi di fortuna, ma questi, scontenti di ciò che Bard ha procurato, attuano un piano per rubarne dall’armeria del Governatore. Bard, sentendo pronunciare il nome di Thorin, va alla ricerca di un arazzo che raffigura l’albero genealogico della stirpe di Durin, rendendosi conto di chi siano i Nani e di come il loro scopo sia introdursi nella tana del Drago. Kíli intanto, a causa della ferita avvelenata, crolla a terra con le armi, attirando l’attenzione delle guardie e facendo catturare tutti. Thorin, per convincere il Governatore a liberarli, rivela di essere il legittimo Re di Erebor e promette al popolo grandi ricchezze, nel caso uccidessero il Drago. Bard però si oppone e cerca di convincere la popolazione a non credere a Thorin: stando a quanto dice una vecchia profezia, se i Nani di Erebor reclameranno la loro patria il fuoco del Drago si abbatterà sulla città del lago. Tuttavia, il Governatore, attirato dai tesori della Montagna, ignora Bard e decide di appoggiare l’impresa di Thorin, fornendogli i mezzi per raggiungere la Montagna.

Nel mentre, Thranduil interroga l’orco catturato il quale annuncia il ritorno dell’Oscuro Signore. Thranduil, irrequieto, uccide l’orco e decide di isolare il regno degli elfi. Tauriel, temendo per la sorte di Kíli, disubbidisce agli ordini di Thranduil e abbandona il Reame Boscoso. Legolas, apparentemente innamorato di lei (e geloso di Kíli), si mette alla sua ricerca e, dopo averla trovata, decide di inseguire gli orchi insieme a lei. Giunto a Dol Guldur, Gandalf invia Radagast ad informare Galadriel dell’imminente scontro con il Negromante e, in seguito, si avventura nella fortezza. Qui Gandalf fa nuove e sconvolgenti scoperte: la fortezza non è mai stata abbandonata, in quanto su di essa grava un potente incantesimo, che nasconde alla vista migliaia di orchi, radunati dal Negromante. Gandalf, sciolto l’incantesimo e seminato Azog, si scontra direttamente con il Negromante, il quale si rivela in tutta la sua potenza: egli, come sospettava Gandalf, è proprio Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor ritornato nella Terra di Mezzo dopo un lungo esilio. Lo stregone non può nulla contro Sauron, il quale lo sconfigge, distruggendogli il bastone, e lo imprigiona.

A Pontelagolungo, Kíli sta decisamente male per il veleno di cui era intrisa la freccia e non può proseguire il viaggio; il gruppo si divide: mentre Fìli, Óin e Bofur rimangono in città per vegliare su Kíli, Bilbo, Thorin e gli altri nani giungono alla porta segreta sulla montagna proprio nel Dì di Durin, unico momento in cui la porta segreta può essere aperta. Grazie alla chiave donata da Thráin a Gandalf e ad un’intuizione di Bilbo, che interpreta correttamente l’indizio-enigma scritto sulla mappa, i nani entrano nella montagna. Thorin incarica Bilbo di trovare un tesoro in particolare, ovvero l’Arkengemma. Perciò, Bilbo si avventura nella sala del tesoro di Erebor, ma viene scoperto dal drago Smaug. Bilbo tenta di utilizzare l’anello ma la volontà persuasiva di Smaug glielo impedisce. Pertanto lo hobbit è costretto a colloquiare brevemente col drago, cercando di ammansirlo con delle lodi. Smaug è compiaciuto dai modi garbati di Bilbo, ma non per questo decide di risparmiargli la vita. Avvertendo l’ira del drago, Thorin e i nani decidono di accorrere in aiuto di Bilbo, il quale ha trovato l’Arkengemma, ma non è chiaro se l’abbia presa o meno. Anche a Pontelagolungo si avverte l’ira del drago nella montagna, pertanto Bard recupera una delle frecce nere appartenenti al suo antenato e si dirige verso la balestra con l’intento di eliminare Smaug una volta per tutte. Sfortunatamente viene stordito ed incarcerato dal Governatore e dal suo viscido servoAlfrid.

Quella stessa sera, Bolg e i suoi orchi giungono a Pontelagolungo per eliminare i nani, ma vengono intercettati e uccisi da Legolas e Tauriel, intervenuti sul luogo. Mentre Tauriel riesce a curare Kíli per mezzo di un’erba chiamata “Foglia di Re“, Legolas combatte contro Bolg. L’orco, dopo un breve scontro, si dà alla fuga, inseguito da Legolas; nel frattempo l’esercito degli orchi di Sauron guidati da Azog a Dol Guldur sotto lo sguardo impietrito di un Gandalf in catene, inizia la sua marcia segreta verso la Montagna Solitaria. Ad Erebor, Bilbo e i nani tentano di distrarre Smaug ma, risultando impotenti, decidono di ricorrere ad una trappola, ovvero attivare le vecchie fornaci per far sommergere il drago da una enorme quantità di oro liquido e bollente. Il piano ha successo, ma Smaug ne esce senza un graffio. Anzi, la situazione peggiora. Infatti, poiché Bilbo si era definito il “Cavalcabarili” durante il loro precedente colloquio, Smaug capisce che lo hobbit e i nani vengono da Pontelagolungo. Pertanto, il mostro decide di vendicarsi sulla popolazione del lago. Bilbo tenta inutilmente di persuadere il drago a non uccidere degli innocenti, ma ormai non può fare più nulla: Smaug è in volo verso la città, deciso a raderla al suolo, mentre Bilbo rimane inorridito dallo svolgimento che porterà agli eventi de Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate.

Regia di Peter Jackson.

Fonte: WIKIPEDIA