mercoledì, Maggio 15, 2024
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Aborto: i dati delle Marche a 40 anni dalla Legge

Pochi giorni fa la Legge 194 (Norme sull’interruzione volontaria di gravidanza)  ha compiuto 40 anni. Per la prima volta in Italia venivano depenalizzate e disciplinate le modalità di accesso all’aborto, considerato fino a quel momento un reato penale. Al di là delle controversie etiche, legali, religiose che si sono succedute in questi decenni, vogliamo dare un’occhiata ai dati forniti dal Ministero della Salute sul numero degli aborti nel corso degli anni. Una prima considerazione è che in Italia  gli aborti sono in calo. Una tendenza che va avanti costantemente, anche se con diverse entità, sin dal 1982. In particolare, nel 2016 le regioni hanno riferito un numero totale di 84.926 interruzioni di gravidanza, il 3,1% in meno rispetto all’anno precedente, quando si era registrato invece un calo più consistente (-9,3%). Complessivamente, considerando solo gli aborti effettuati da cittadine italiane, per la prima volta il numero è sceso al di sotto di 60mila, il che rappresenta una riduzione del 74,7% rispetto ai dati del 1982. Che dire della regione Marche? L’indice di calcolo utilizzato dal Ministero compara il numero di interruzioni volontarie di gravidanza ogni 1.000 bambini nati vivi. In Italia è di 182,4 mentre nelle Marche più basso, è di 145,7. In totale gli aborti sono stati 1.618 mentre nello stesso anno i bambini nati vivi sono stati 11.107. Rispetto al 2015 in regione si registra una diminuzione del 2% quando le interruzioni erano state 1.688. Un trend inalterato nel corso del tempo visto che nel 2012 per esempio erano state 2.189 e 2.581 sei anni prima. Che dire degli obiettori di coscienza nel praticare l’interruzione volontaria?  Nelle Marche (i dati del Ministero disponibili sono del 2013) sono il 70% dei ginecologi, il 47% degli anestesisti il 27,7% del personale medico.

Roberto Guidotti

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