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Il cardinale Pietro Maffi in libreria con “Gli Sparvieri”

Giugno 2018, quarto titolo per la collana di letteratura della casa editrice Divergenze, Gli sparvieri è un’opera narrativa di Pietro Maffi, pubblicata in origine come romanzo d’appendice sul giornale pavese Il Ticino, nel 1898. Abitudini, fatiche, gioie e tragedie di Ballino (Corteolona), un paese che è tutti i paesi italiani di fine Ottocento, ritratto manzoniano di una società e un ambiente irripetibili.
Tratta da un evento realmente accaduto, e rielaborato con licenza narrativa, è una storia priva di nostalgie e di compiacimenti illanguiditi dal tempo, che non concede una riga alla retorica di “quanto eravamo belli” – perché lo siamo stati, ma senza rendercene conto. E quel candore semplice e ingenuo l’abbiamo perduto.
In bilico fra la ricostruzione oggettiva e il bozzettismo (memorabile il tragicomico dottor Fasolari), il Maffi compie una piccola Recherche in ambito padano: contadini, preti, genti dal mestiere antico e bie­chi intriganti, personaggi di una geografia che per citare Piero Chiara, va cercata «dove si trovano tutti i luoghi immaginari nei quali si svolge la favola della vita».
Apparato critico e ricerca archivistica a cura di Lorenzo Campanella, con una nota di Alessandro Buroni.

Pietro Maffi nasce il 12 ottobre del 1858 a Corteolona, un centro della bassa padana noto per essere stato residenza di re Franchi e Longobardi, da cui Lotario I emanò il capitolare che diede origine al futuro ateneo di Pavia. Bibliofilo, giornalista, letterato, divulgatore di scienze astronomiche e meteorolo­giche, studioso di sismologia, fondatore della «Rivista di Fisica, Matematica e Scienze naturali», di «Vi­ta Nova» e del quotidiano cattolico «Il Messaggero toscano», promotore della prima cattedra di Sociologia in un seminario, prima sacerdote e poi arcivescovo di Pisa, dopo la nomina da parte di Pio X diventa il cardinale scienziato, figura leggendaria nel dialogo tra scienza e fede. La sua opera Nei cieli: pagine di astronomia popolare esaurisce due edizioni e viene ristampata più volte. Gli astri, su di lui, esercitano un effetto magnetico. La curiosità per l’universo e i suoi misteri lo spinge a studiarne a fondo il fenomeno e la traiettoria delle stelle cadenti. Realizza, così, il globo meteoroscopico, che riproduce nei dettagli e illumina dall’in­terno come fosse un cielo in miniatura, e di cui un esemplare è presentato alla Esposizione Universale di Parigi del 1900. Membro della Société Astronomique de France, della Associazione meteorologica e della Società astronomica italiana, dell’Accademia pontificia dei Nuovi Lincei, dal 1904 è presidente della Specola vaticana. L’amore per i libri lo porta a creare la Biblioteca Maffi di Pisa, un’autentica istituzione culturale che conserva oltre cinquantamila volumi, manoscritti, incunaboli e altri testi rari.
Tra il 1894 e il 1898, sulle pagine de «Il Ticino», firma due romanzi d’appendice: Fior che muore, novella di stampo educativo, quindi Gli sparvieri, che oltre a ritrarre il paese di Corteolona nei suoi scorci più caratteristici e negli abitanti, si rivela una commedia manzoniana brillante, carica di umorismo e spaccati di umanità perduta. Ritenuto papabile nei conclavi del 1914 e del 1922, muore a Pisa il 17 Marzo del 1931.

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