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Il film consigliato stasera in TV: “INDIANA JONES e il REGNO del TESCHIO di CRISTALLO ” domenica 25 novembre 2018

Il film consigliato stasera in TV: “INDIANA JONES e il REGNO del TESCHIO di CRISTALLO ” domenica 25 novembre 2018 alle 21:25 su RETE 4

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull) è un film del 2008 diretto da Steven Spielberg, interpretato da Harrison Ford e basato sulla storia concepita dal produttore esecutivo George Lucas.

Ambientato nel 1957, il quarto film della serie cinematografica vede un anziano Indiana Jones (Harrison Ford) fronteggiare agenti dell’Unione Sovietica guidati da Irina Spalko (Cate Blanchett) alla ricerca di un teschio di cristallo. “Indy” è aiutato dal suo grande amore Marion Ravenwood (Karen Allen), dal greaser “Mutt” Williams (Shia LaBeouf) e dal compagno di avventure Mac (Ray Winstone). John Hurt e Jim Broadbent interpretano due accademici.

La pellicola, quarto capitolo delle avventure del famoso archeologo (anche se cronologicamente si tratta del 26°, contando oltre ai film anche le produzioni televisive), era in fase di produzione già al tempo della distribuzione di Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), ma la realizzazione venne rimandata poiché Spielberg e Ford disapprovavano l’idea iniziale di Lucas.

La squadra di produzione ha dichiarato che la pellicola è stata girata, come le tre precedenti, prediligendo l’uso di stuntmen rispetto al ricorso a effetti speciali di computer grafica. Jeb Stuart, Jeffrey Boam, Frank Darabont e Jeff Nathanson stilarono diverse bozze della sceneggiatura; alla fine fu David Koepp a produrre uno script che riuscisse a soddisfare contemporaneamente Spielberg, Lucas e Ford. Le riprese iniziarono finalmente il 18 giugno 2007 ed ebbero luogo in Nuovo Messico, New Haven (Connecticut), Hawaii, Fresno (California) e a Los Angeles per gli interni. Al fine di mantenere una continuità estetica con i film precedenti, il direttore della fotografia Janusz Kamińskistudiò approfonditamente lo stile usato da Douglas Slocombe nei precedenti film della serie.

Il marketing ha confidato moltissimo sulla nostalgia del pubblico nei confronti della saga, producendo così prodotti ispirati a tutti e quattro i film. Le anticipazioni riguardanti il film sono state controllate da una fortissima segretezza, spesso sconfinata in dispute legali per violazioni dell’accordo di non divulgazione, fino all’arresto di una persona per il furto da un computer di documenti relativi alla produzione.

«Se vuoi diventare un bravo archeologo devi uscire dalla biblioteca!»
(Indiana Jones)

Deserto del Nevada, 1957. Un commando di militari sovietici guidati da Irina Spalko e dal Colonnello Dovchenko, espugna una base segreta americana, l’Hangar 51, conducendovi Indiana Jones e la sua spalla George “Mac” McHale. La spietata comandante Spalko intende servirsi del dottor Jones per trovare una particolare cassa contenuta tra migliaia di altre in un deposito, poiché dieci anni prima l’uomo aveva avuto occasione di esaminarne il contenuto, vale a dire dei resti di un essere apparentemente extraterrestre. Mentre l’attenzione di tutti è catalizzata sul contenuto della cassa, Jones tenta di rovesciare la situazione a suo favore, ma Mac lo ostacola, rivelando di essere al soldo dei Russi. L’eroe riesce comunque a scappare, stende Dovchenko, e si ritrova al centro di un test atomico, al quale miracolosamente sopravvive, per poi essere recuperato dai militari Usa.

Decontaminato dalle radiazioni, a causa della sua amicizia con Mac viene sospettato dagli agenti dell’FBI di essere una spia comunista (siamo in tempo di maccartismo), tanto che al ritorno al Marshall College il suo ufficio viene sottoposto ad ispezione, mentre Charles Stanforth, amico e preside del college, arriva anche a dimettersi pur di difenderlo. Jones, messo in aspettativa dal College, decide di lasciare gli Stati Uniti, per stabilirsi a Londra. Poco prima di partire però, il giovane Mutt Williams gli chiede aiuto: sua madre è stata rapita mentre si interessava della scomparsa del professor Oxley, il quale le aveva lasciato una lettera indecifrabile, che la donna aveva giudicato comprensibile soltanto da Jones. L’uomo intravede una pista che porta a Nazca, in Perù, verso il Teschio di cristallo di Akator, un manufatto leggendario oggetto di venerazione e paura. Sulle sue tracce vi sono anche agenti del KGB, che interrompono i due e li costringono ad una rocambolesca fuga in moto per il campus universitario.

Giunti in Perù, i due scoprono che Oxley era impazzito, e visitando la cella di un sanatorio in cui era stato rinchiuso, trovano la mappa del cimitero in cui è stato sepolto il conquistador spagnolo Francisco de Orellana, che aveva visitato la mitica El Dorado, e portato via da essa il Teschio. Recuperato l’oggetto ed evitati gli indios custodi delle tombe, i due vengono rapiti da Mac e dal colonnello Dovchenko. La Spalko è convinta che il possesso del Teschio fornisca a chi lo possiede poteri mentali e conoscenza, e decide di servirsi di Jones per scoprire sia come usare il Teschio, sia la strada per la mitica Città d’oro.

Per ottenerne la collaborazione, Jones viene ricattato minacciando la morte di Mutt e la madre, che si rivela essere Marion Ravenwood, sua vecchia fiamma. Interrogando il professor Oxley, ormai apparentemente delirante, Jones riesce a trovare la strada da percorrere: attraversando il Rio do Sono[1], un affluente del Rio delle Amazzoni. Tentando di fuggire dai russi, Marion e Jones finiscono nelle sabbie mobili, e la donna, certa di morire, rivela all’ex fidanzato che Mutt è suo figlio, e che il suo vero nome è Henry Jones III. Vengono poi salvati proprio dal giovane, ma vengono fatti nuovamente prigionieri a causa di Oxley.

Durante la ricerca, si ripresenta l’occasione per fuggire, e Mac li accompagna, poiché rivela di essere un agente della CIA, e di fare quindi il doppio gioco. Dopo un inseguimento nella giungla, a bordo di una jeep sottratta ai russi, il gruppo finisce in un terreno popolato da formiche giganti. In aiuto della Spalko arrivano il colonnello Dovchenko e un gruppo ben armato di soldati. Dopo un combattimento all’ultimo sangue, Indiana riesce a gettare il colonnello in pasto alle formiche e, ripresa la fuga con i suoi compagni di avventura, dopo aver superato tre cascate giunge all’ingresso della mitica città d’oro.

Espugnata l’entrata, sono aggrediti da una tribù di indios, ma riescono a fuggire. Dopo aver superato una “trappola” arrivano a El Dorado. All’interno trovano una raccolta di antichi manufatti di tutte le civiltà terrestri, ori e preziosi, ma soprattutto una sala contenente tredici scheletri di cristallo, di cui uno mancante del teschio. Ma ricompaiono a sorpresa i russi, poiché Mac aveva lasciato dietro di sé una scia di segnalatori elettronici, essendo sempre stato loro alleato e avendo mentito sul doppio gioco.

La Spalko colloca il Teschio al suo posto, il quale, parlando in antica lingua Maya per bocca del professor Oxley, manifesta la sua gratitudine. A questo punto gli scheletri, di natura infradimensionale, riprendono vita fondendosi in una sola creatura, che apre un varco dimensionale nel quale vengono risucchiati Mac e tutti i russi, mentre la Spalko si disintegra, bruciata dall’immensa quantità di sapere che l’essere le dona come “ricompensa”. Nel finale, mentre Jones e i suoi amici fuggono per scampare allo “sgretolamento” della sala dei tredici scheletri, giunti all’esterno assistono attoniti al decollo di un immenso disco volante, diretto nello “spazio tra gli spazi”, su cui l’intera città era edificata. La città crolla e si inabissa definitivamente al di sotto delle acque del fiume.

Indiana Jones torna ad insegnare all’università, e finalmente lui e Marion convolano a nozze e Mutt accetta Indiana come padre.

Regia di Steven Spielberg

Con Harrison Ford, Cate Blanchett, Shia LeBoeuf Karen Allen

Fonte: WIKIPEDIA