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Raffaele Curi: ricco sì, ma di libertà. L’intervista

di Elisa Cinquepalmi

Un 2019 subito alla grande per Macerata ‘all star’. Domenica sera Rai2 ha ‘sbancato’ l’Auditel, nonostante la serata ‘difficilissima’ (Lotteria Italia sulla rete ammiraglia) con 2.564.000 telespettatori per Cenerentola, capolavoro del genio inglese Kenneth Branagh. Tuttavia a far strabiliare la grande platea del piccolo schermo, dopo quelle delle sale cinematografiche dove il film è stato campione d’incassi quattro anni fa, sono state indubbiamente le scene scintillanti e straordinarie del maceratese Dante Ferretti, tre premi Oscar (altrettanti la moglie, sua prima assistente) ed una dozzina di nomination. Cenerentola (titolo originale: Cinderella) avrebbe meritato un altro Oscar per lo scenografo piu’ celebrato del mondo. Lui la prende con filosofia: “Il film è uscito nella primavera del 2015 a pochissima distanza dalla conclusione dei lavori dell’Academy e della consegna delle statuette. Fuori tempo massimo cioè per la valutazione dei giudici”. La più bella favola del mondo è stata la più amata dall’adorata ed indimenticabile sorella di Ferretti, Mariella che fino all’ultimo ha condotto l’azienda di famiglia ereditata dal padre Elvio che avrebbe voluto anche il figlio maschio accanto alla figlia -notissima a Macerata la bottega d’arte ed ora Galleria Ferretti, di cui è titolare il nipote Federico Lelli Ferretti, figlio di Mariella. Che con la sorella Renata ricorda un particolare commovente: “A nostra padre piaceva tantissimo Cenerentola da mandare allora noi ad acquistare il nastro VHS, che poi ogni volta che poteva, libera dal lavoro, vedeva tranquillamente a casa. Fino a quando, un brutto giorno, il nastro non si rovimò per l’usura”. La testimonianza di Dante è toccante: “Si, è stato anche un omaggio a mia sorella, questo mio lavoro per Branagh che all’esordio in pochi giorni ha sbancato il botteghino, con 5 milioni di euro d’incasso solo in Italia nelle 447 sale del Belpaese”.

Con Ferretti ha collaborato qualche anno fa nel lungometraggio ‘Mare Adriatico’ un altro grande nome della cinematografia italiana, Raffaele Curi che la ‘sua’ Potenza Picena ha celebrato il 28 dicembre, reduce dagli ultimi trionfi romani con Rinoceros, il palazzo della Cultura della Fondazione Alda Fendi Esperimenti, di cui è direttore artistico,e l’arrivo in galleria dell’Adolescente di Michelangelo.

Curi è stato il primo ospite di Radionuova Macerata, nella trasmissione “A Casa Nostra”, diretta da Nazzareno Tiberi. Curi, ai microfoni della radio che ha compiuto, nel 2018, 42 anni di vita, ha raccontato la sua meravigliosa ‘avventura’ artistica di attore e regista.  Ricco sì, ma di libertà, Raffaele ha sempre sognato di fare questa vita, creando giorno dopo giorno le basi di quello che oggi lo ha reso un uomo di successo.
A Roma, dove ha frequentato l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, nel ’70 viene notato dal grande Vittorio De Sica: ed eccolo nelcast del film ” Il giardino dei Finzi Contini”. E da quel momento, inizia a percorrere la strada della cinematografia con Pupi Avati, Federico Fellini, Luigi Comencini, fra gli altri.
Nei suoi racconti parla di come ha conosciuto l’attrice Greta Garbo, una donna dall’animo gentile, il celebre Man Ray, le sorelle Fendi, Vittorio Sgarbi, . Aperto alle novità, Curi vive da tempo nella Capitale, ma con il  suo lavoro, ha visitato e lavorato in differenti città, Parigi, Venezia e Spoleto, la sua preferita, dove è stato assistente per 15 anni di Giancarlo Menotti, fondatore del Festival dei due mondi.
Il suo cuore, però, batte per le Marche, la sua terra natía. Da qui l’omaggio nei giorni scorsi nella serata di gala del Mugellini Festival di Potenza Picena che ha celebrato degnamente il ‘ritorno del figliol prodigo’.

Un rimpianto, Raffaele?

“Certo, veder fallire il superbo progetto di Dante Ferretti, che insieme nutrivano, di un festival di cinema a Macerata con Marty Scorsese, Leo Di Caprio, Brad Pitt e Bob De Niro sul modello del Sundance festival nello Utah promosso da anni da Robert Redford. Per Macerata sarebbe stata un grosso traguardo internazionale nel mondo dello spettacolo dopo la lirica allo Sferisterio”.

In foto: Raffaele Curi, Maurizio Verdenelli, Elisa Cinquepalmi, autrice dell’articolo e Nazzareno Tiberi, direttore della rubrica radiofonica

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