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L’Ucraina considera Al Bano una minaccia per la sicurezza nazionale

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Il cantante è un grande ammiratore di Putin. E lui dichiara: “Mi trattano come un terrorista”
Il ministero della Cultura ucraino ha inserito anche il cantante italiano Al Bano nella lista delle persone ritenute una minaccia alla sicurezza nazionale. La blacklist è stilata dal ministero della Cultura, sulla base delle richieste del Consiglio di Sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e radio nazionali.

Nell’elenco, pubblicato sul sito web del ministero, ci sono al momento 147 persone. Al Bano Carrisi e Romina Power erano molto popolari in Urss negli Anni ’80 e ’90 e continuano ad esibirsi in Russia. La Russia è considerata dall’Ucraina un Paese occupante, per via dell’annessione della penisola della Crimea, avvenuta nel 2014, con un referendum non ritenuto legittimo dalla comunità internazionale.

Il cantante salentino ha spesso speso parole di lode per il presidente russo Vladimir Putin. “È un grande”, aveva dichiarato al Corriere, “ha un senso religioso della vita. Ha il pugno di ferro e non ci vedo nulla di male. Ormai lo usano molti, a partire da Trump ma anche da noi. Capisco che nei casi di mors tua vita mea ci voglia anche quello”.

In un’altra intervista rilasciata a ‘Oggi‘ nel 2017, il cantante racconta di un incontro con il presidente russo, in occasione del compleanno della compagna Loredana Lecciso: “Gli hanno assaggiato persino lo champagne prima di permettergli di berlo”. “Non è la prima volta che ci incontriamo”, rivelò, “ci siamo conosciuti nel 1986, quando era ancora capo del Kgb e ci siamo rivisti nel 2005 a un capodanno al Cremlino. Alla mia Italia servirebbe uno così”.

“Non ho mai detto una parola contro l’Ucraina. Mai fatto neanche un apprezzamento. È inaccettabile che proprio io che canto da sempre la pace ora venga trattato come un terrorista. Non ho mai posseduto armi, neanche quelle mentali”.

Così Al Bano Carrisi commenta la vicenda con Agi. “Chiamerò subito l’ambasciatore e quindi il ministero della Cultura ucraina. Voglio capire come il mio nome sia finito nella lista. Quando l’ho saputo questa mattina ho pensato a uno scherzo, o a uno scambio di persona”.

Sul fatto che le sue tournée in Russia e la sua ammirazione per Putin possano averlo spinto nella lista nera ucraina Al Bano precisa: “Quella con Putin non è un’amicizia, ma una semplice conoscenza, favorita anche dal fatto che lui è presidente onorario della Federazione internazionale dello judo e io ne sono ambasciatore nel mondo. Ho cantato per lui ma anche per tanti altri capi di Stato e pure per Giovanni Paolo II. Sono un uomo di pace e non di guerra”. In Ucraina invece Al Bano è stato, racconta “circa tre o quattro anni fa, e mi sono trovato bene”. Forse, prova a scherzare, “all’Ucraina adesso non piacciono più le mie canzoni. Ma la lista nera è troppo”.

 
Enrico Bolzan

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