martedì, Maggio 14, 2024
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Pamela Mastropietro non e’ morta per overdose

macerata

di Elisa Cinquepalmi

Macerata – Si è tenuta ieri mattina la quarta udienza per Innocent Oseghale, presunto autore del macabro scempio sul corpo della diciottenne romana, Pamela Mastropietro.
Il processo, che si è svolto a porte chiuse presso il Palazzo di Giustizia di Macerata, è iniziato alle 9 per terminare alle 19.30 circa.
Una scelta della Corte D’Assise che ha scosso gli animi dei membri dell’associazione contro la violenza delle donne e dei più deboli, che sono rimasti fuori dall’aula manifestando per un unico obiettivo: verità e giustizia per Pamela.
Durante l’udienza stati ascoltati i consulenti tecnici, che hanno svolto l’autopsia su i resti della diciottenne romana. Inoltre, sono state mostrate le cruente immagini del cadavere di Pamela, deprezzato, disarticolato e scuoiato. Basso lo sguardo dell’imputato, in particolare durante l’esposizione delle foto.

Ammirevole la compostezza dei genitori della ragazza, vittima dell’efferato delitto. “L’attività compiuta sul corpo di Pamela è senza dubbio raffinata e fatta da una mano esperta.”- ha affermato il dottor Cingolani.
“Le parti del cadavere sono state lavate con accuratezza.  Sezionati i seni e le zone genitali, probabilmente un gesto compiuto in base a qualche rito. Durante le analisi si sentiva il forte odore di varichina. Macabra l’assenza del diaframma e della cute che hanno ostacolato le fasi dell’autopsia.
Inoltre, c’è stato il deprezzamento della colonna vertebrale compiuto da una mano esperta”.

“Probabilmente” – ha detto inoltre il consulente – “Le armi erano due: un coltello (lungo 12-15 cm con larghezza 1,5 – 2 cm) e una mannaia. Pamela era una ragazza non troppo esile ed alta 170 cm e l’operazione di deprezzamento, disarticolazione e scuoiamento dovrebbe essere avvenuta sul pavimento”.
In base agli esami istologici la diciottenne romana sarebbe deceduta a causa di uno shock emorragico avvenuto dopo i colpi inferti all’addome, mentre le altre lesioni vitali hanno interessato il capo, l’avambraccio sinistro e la parte destra del torace diaframma e fegato
Quest’ultimo, ha espresso la consulente Luisa Reggimenti, durante la deposizione, è un organo vitale che lesionato da un’arma bianca perde 25ml di sangue al minuto. In 25 minuti, il corpo umano viene privato di un litro di sangue, causando la morte.
Elemento, questo, confermato dalla perizia del Dott. Cingolani. Esaustive e ricche di particolari scientifici anche le testimonianze del prof. Froldi e del prof. Furnari. Dalle analisi è emerso che Pamela Mastropietro non è deceduta a causa di overdose da eroina. Nel corpo, benché fosse privo di fluidi, sono stati analizzati il sangue cardiaco, i capelli, il rene, l’encefalo e l’umor acqueo presente negli occhi, da cui è stato stabilito che la giovane aveva dei bassi livelli di morfina, caffeina, codeina e acetilmorfina.

L’udienza si è poi conclusa con la testimonianza di Enza Trobbiani, da tempo amica di Max Potenza, il proprietario dell’appartamento in via Spalato dove è stato compiuto il delitto.
“Michela Pettinari pagava l’affitto sempre in contanti. Faceva la donna delle pulizie, sapevo che era fidanzata di Oseghale. Una volta l’ho vista in compagnia di Oseghale ma non pensavo che convivessero nell’appartamento. Il contratto, registrato alla CISL era tra lei ed il proprietario, Max Potenza”.

Ricordiamo che Michela Pettinari. ex compagna di Innocent Oseghale, non si è presentata in tribunale per la deposizione e domenica scorsa e ha provato a tagliarsi il collo mentre si trovava a casa di un amico in via Volturno a Piediripa.

Intanto il legale della famiglia Mastropietro, Marco Valerio Verni, zio della diciottenne romana, durante l’udienza ha sottolineato che l’imputato parla e comprende la lingua italiana. A testimoniarlo è il verbale dell’arresto avvenuto il 3 Febbraio 2017, firmato da sei agenti dell’arma dei carabinieri.
Grande attesa per la prossima udienza, che si terrà mercoledì 27 marzo, dove saranno ascoltati Desmond Lucky, Lucky Awelima, inizialmente indagati e la criminologa Roberta Bruzzone.

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