mercoledì, Maggio 29, 2024
Home > Italia > La storia dei Gollini, una famiglia di Torino che ha aderito al progetto Global Home di AIESEC

La storia dei Gollini, una famiglia di Torino che ha aderito al progetto Global Home di AIESEC

< img src="http://www.la-notizia.net/aiesec" alt="aiesec"

“Ci siamo trovati benissimo da subito, è stata un’esperienza inaspettatamente bellissima. Nel corso delle sei settimane Fernando è stato carino, educato, gentile e riservato ed è riuscito ad integrarsi perfettamente nei nostri ritmi frenetici, è diventato parte della famiglia. Ci manca moltissimo, a fine aprile tornerà in Italia e verrà a trovarci.” Così Paola Gollini descrive la sua esperienza con Fernando, un ragazzo brasiliano che la sua famiglia ha ospitato per 6 settimane lo scorso febbraio.

Sono più di 1000 i ragazzi che l’anno scorso, in tutta Italia, hanno preso parte ad uno dei progetti di volontariato AIESEC, e più di 1000 sono state le famiglie ospitanti che li hanno accolti nelle loro case grazie al progetto Global Home. AIESEC è il network internazionale di giovani più grande al mondo, presente in più di 120 Paesi e Territori, e ha come obiettivo principale quello di sviluppare una leadership consapevole nei giovani tramite esperienze di volontariato e tirocinio all’estero. Dal 2015
AIESEC collabora con le Nazioni Unite per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’agenda 2030.

Global Home è il progetto di AIESEC Italia che permette di ospitare un volontario internazionale per 6-8 settimane. I giovani che prendono parte ai nostri progetti ad impatto sociale hanno dai 18 ai 30 anni e vengono in Italia per svolgere volontariato all’interno di scuole, associazioni no profit e campi estivi. Ospitare un giovane proveniente dall’altra parte del mondo significa immergersi in una nuova cultura e conoscere usi e tradizioni di un paese lontano, migliorare l’inglese di tutta la famiglia e cominciare a creare una vera e propria rete di conoscenze internazionali.

Essere una Global Home permette di cambiare prospettiva e contribuire a rendere l’esperienza del volontario indimenticabile, facendogli assaporare la cultura e l’ospitalità italiana.
“Una cosa che ci ha subito permesso di legare con Fernando è stato il cibo: poco prima di partire
per l’Italia aveva deciso di diventare vegetariano e noi abbiamo cercato di fargli esplorare la nostra cucina tradizionale sperimentando e preparando per lui piattisenza carne. Era molto divertente perché luisistupiva continuamente di quanto il cibo fosse migliore rispetto a quello che era abituato a mangiare a casa in Brasile, la madre non si rassegnava alla sua scelta di intraprendere una dieta vegetariana e si ostinava a preparargli piatti a base di carne nella speranza di fargli cambiare idea e lui era finito per mangiare solo esclusivamente uova al padellino, non avendo particolari doti culinarie ed essendo l’unico “piatto” che era in grado di preparare.

Può sembrare banale ma il cibo può davvero aiutare a creare dei legami, qui si sentiva accolto e accettato e questo lo rendeva contento” continua Paola, raccontandoci come Fernando sia in poco tempo diventato parte della famiglia e come abbia legato con i suoi figli Matteo e Martina che ora lo considerano come un fratello maggiore.
“Prima del suo arrivo eravamo un po’ preoccupati della convivenza, non avevamo mai fatto un’esperienza del genere, abbiamo dei figli piccoli e avrebbero dovuto condividere la stessa camera, ma alla fine è stato tutto stupendo. L’esperienza è stata utilissima per me e mio marito per migliorare il nostro inglese che non praticavamo da un po’, ma soprattutto per i miei figli”, conclude Paola.
Per chi volesse avere informazioni e aderire al progetto Global Home, basta visitare bit.ly/ilmondoacasatua.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net