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PROCOPIO, Le storie segrete. Traduzione di Paolo Cesaretti, Bur 1996.

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PROCOPIO, Le storie segrete. Traduzione di Paolo Cesaretti, Bur 1996

15- Nella casa di Belisario viveva un giovane di Tracia: Teodosio era il suo nome. Di famiglia era cresciuto nella convinzione dei cosiddetti eunomiani. 16- Al momento di salpare per la Libia, Belisario lo immerse nel sacro fonte, traendolo fuori con le sue mani, insieme alla moglie lo adottò quale figlio, come sono soliti adottare i cristiani. Da allora Antonina cominciò – come è naturale – a benvolere Teodosio, che le era figlio, religiosamente sancito, e in ogni momento si curava di averlo sempre presso di sé. 17- Poi, durante la traversata, fu presa da folle amore per lui; travolta dalla passione, rimosse da sé ogni timore o pudore dinnanzi al divino e all’umano, e a lui si unì dapprima di nascosto, poi anche alla presenza di domestici e ancelle. 18- Preda ormai del desiderio, apertamente presa dalla febbre erotica, più non scorgeva                   impedimento alcuno al suo fine. Accadde che Belisario, a Cartagine, colse la moglie in flagrante; ma fu ben lieto di farsi abbindolare da lei; 19- scoperti che li ebbe entrambi in una stanza sotterra, era furioso; ma quella non provava né timore né vergogna: < sono scesa qui con lui> diceva <per nascondere la più preziosa parte del bottino; che non abbia a reclamarlo l’imperatore!>. 20- Erano parole di scusa, ma lui non andò oltre; sembrava soddisfatto; e sì che aveva visto allentata la cinghia che teneva strette le brache intorno al sesso di Teodosio. Soggiogato qual’era dalla passione per la donna non voleva credere affatto a ciò che vedeva con i suoi occhi. 21- La libidine montava all’inenarrabile; chi vedeva, restava zitto; ma a Siracusa, conquistata da Belisario la Sicilia, vi fu una schiava – Macedonia il suo nome – che si fece promettere dal padrone con sacrosanti giuramenti che non l’avrebbe tradita dinnanzi alla signora: allora gli raccontò tutta la storia, adducendo la testimonianza di due ragazzetti, cui spettava il servizio di camera. 22- Appresso a ciò, Belisario dette disposizione ad alcuni del seguito, perché sopprimessero Teodosio. Questi lo seppe per tempo e riparò ad Efeso. 23- La maggior parte degli addetti a Belisario, per l’indole sua poco salda, si curavano più di compiacere sua moglie che di mostrarglisi leali: fu così che palesarono a Teodosio il compito, ch’era stato loro affidato. Costantino, il magister militum, vide Belisario assai afflitto per l’accaduto. Partecipò al suo dolore e poi esclamò: <io avrei soppresso piuttosto la moglie che il giovanotto>. 25-Venne a saperlo Antonina, e prese ad osteggiarlo in segreto, in attesa di mostrare l’odio rabbioso che nutriva per lui. Velenosa come lo scorpione teneva nascosti i suoi rancori. 26- Non molto dopo, non si sa con quali espedienti o blandizie, convinse il marito che l’accusa era infondata; e quello senza indugio fece fece richiamare Teodosio, accettando di consegnare Macedonia e gli schiavi ad Antonina. 27- A quel che dicono, costei fece dapprima recidere loro le lingue; poi li tagliò a fette, poco per volta; li avvolse in sacchi e senza indugio alcuno li gettò in mare. In tutto questo scempio la assisté un domestico a nome Eugenio, cui si deve anche il crimine contro Papa Silverio. 28- Non passa molto tempo e Belisario, istigato dalla moglie, uccide anche Costantino. 29- Costantino era ormai prossimo alla assoluzione per alcuni crimini che gli erano stato imputati, ma Antonina non cedette finché non gli fece pagare la frase che ho ricordato or ora. 30- Da allora Belisario richiamò su di sé odio grande da parte del sovrano e di tutti i nobili romani.

 

NOTA: 1- Eunomio, vescovo di Cizico, vissuto all’incirca tra il 335 e il 394, sosteneva che il Figlio era differente per natura dal Padre, il solo ad essere ingenerato. Gli Eunomiani furono condannati nel 381 dal Concilio di Costantinopoli. 2- Papa Silverio nell’anno 537 in base a falsi documenti predisposti contro di lui, fu destituito ed esiliato a Ponza per opera di Antonina, sollecita dall’ Imperatrice Teodora che voleva come papa il diacono romano Vigilio, ex apocrisario a Bisanzio ( l’apocrisario era il rappresentante permanente della Santa Sede presso la corte di Costantinopoli, l’odierno Nunzio Apostolico).

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