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Ciclisti: obbligo del casco per bambini fino a 12 anni. Da quella età in poi non è necessario perché la testa è vuota?

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Ciclisti: obbligo del casco per bambini fino a 12 anni.  Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il Prof. Andrea Costanzo, presidente della SOCITRAS, Società Italiana di Traumatologia della Strada, ci ha inviato per conoscenza e destinata a gli Onorevoli Componenti della Commissione IX ( Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) Camera dei Deputati. Ci siamo permessi di fare una considerazione “ironica” avendo letto le cifre impressionanti delle vittime, dati ISTAT, per la limitazione inerente l’età, propensi a pensare che si sia trattata di una svista, forse dettata da una “legittima” voglia di libertà.

Non si può non condividere la missione del Prof. Costanzo, riferitaci telefonicamente questa mattina anticipandoci l’invio della lettera: è un successo anche salvare  una sola vita umana. E’ proprio in virtù di questo che intendiamo sottolineare ed invitare, la politica, ma anche gli utenti,  ad estendere l’utilizzo del casco anche per coloro che superano i 12 anni, considerando che pur avendo la testa più dura di un bambino, non sarà certamente più dura dell’asfalto, dal momento che quando si cade dalla bicicletta è elevatissima la probabilità di battere il capo a terra. Concordiamo con l’Esimio prof. Costanzo, sul fatto che che sia necessario mettere a punto una tipologia di casco, studiato con i produttori, magari italiani, che soddisfi le esigenze dei ciclisti salvaguardando al massimo la sicurezza e la vita delle persone. Prevenire piuttosto che curare, meglio un piccolo investimento economico che un drammatico incidente.

Ettore Lembo

Di seguto la lettera di cui in oggetto: 

 

Il Presidente Prof. Andrea Costanzo

Roma, 13 luglio 2019

Agli On.li Componenti

Commissione IX (TRASPORTI, POSTE E
TELECOMUNICAZIONI)
CAMERA DEI DEPUTATI

Oggetto: obbligo del casco per ciclisti per bambini fino a 12 anni – DDL di modifica del
Codice della Strada

 

La Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, alla quale Ella appartiene, ha approvato, in un DDL di modifica del Codice della Strada, l’obbligo per i minori fino a 12 anni che vanno in bicicletta come “conducenti” di utilizzare il “casco da ciclista”. La SOCITRAS – Società Italiana di Traumatologia della Strada – associazione scientifico culturale di medici impegnati da 35 anni nelle tematiche specialistiche di sicurezza stradale in un’ottica di prevenzione; socitras.org – approva e plaude a questa innovazione, dato che nell’anno 2017, secondo la fonte ufficiale ISTAT-ACI sono morti come “conducenti di velocipede” 4 minori di 14 anni e ne sono rimasti feriti 866; peraltro, come “trasportati”, ne è morto 1 e feriti 136. Indubbiamente, secondo le conoscenze ed esperienze di SOCITRAS, la protezione del capo è di primaria importanza per la salvaguardia della vita: lesioni in altri distretti corporei sono certamente importanti, ma i traumi cranici hanno una criticità sempre elevata.

Il casco è quindi una prescrizione di prevenzione MOLTO opportuna. La norma approvata dalla Commissione è stata salutata come innovativa e  “rivoluzionaria, quale effettivamente essa è, dato che l’obbligo di casco per gli utenti di biciclette non esiste nel codice attuale, per nessuna età, si tratti di conducenti o di trasportati. Sorprende tuttavia che non si siano considerati i 249 conducenti morti oltre i 14 anni, i 15.452 conducenti feriti oltre i 14 anni e, sempre nella stessa fascia d’età, i 74 trasportati feriti. I dati sono quelli del 2017, fonte ISTAT-ACI, ma è possibile che per il 2018 i dati siano
maggiori, data la crescente diffusione dell’uso della bicicletta. Il medesimo criterio di prevenzione ora approvato in Commissione dovrebbe quindi, ad
avviso di SOCITRAS, essere applicato per TUTTI i ciclisti, in tutte le fasce d’età, siano essi conducenti o trasportati (la condizione di “trasportato” sui velocipedi è ammessa dal codice solo sui tandem o per i bambini su apposito seggiolino; art. 182). Siamo ben coscienti che una particolare attenzione verso i bambini sia , tenuto conto del loro “affidamento” alla cura degli adulti; per gli adulti, la mancanza di obbligo potrebbe argomentarsi dal “libero arbitrio” riguardo alla propria salvezza. Tuttavia, per la medesima scriminante, ciò renderebbe ingiustificabile l’obbligo di casco nel caso di ciclomotori utilizzati anche da minorenni) e di motocicli; nonché, parimenti, l’obbligo di cinture di sicurezza.

Siamo anche ben coscienti, come SOCITRAS, di una certa “ostilità” da parte dei ciclisti verso il casco, ancorché non obbligatorio, sulla base di due argomenti. Il primo riguarda il “disagio” nell’uso e il turbamento di non poter godere del “vento tra i capelli”, facendo quindi diminuire l’attrattività verso la bicicletta. Osserviamo che lo stesso – e forse maggiore – disagio/turbamento sussiste per ciclomotoristi e motociclisti, per i quali invece ogni discussione sull’obbligo di casco è improponibile. Il secondo argomento riguarda l’insufficienza del “casco da ciclista” nella protezione, dato che negli impatti i distretti corporei immediatamente lesi sono gli arti inferiori e poi quelli superiori. Vero, ma lo stesso si verifica per ciclomotoristi e motociclisti; e comunque l’impatto si risolve in una “caduta”, con probabile – anzi, certo – coinvolgimento del capo. L’insufficienza del “casco da ciclista” ha tuttavia un forte elemento di verità. Se nell’uso ludico della bicicletta in parchi o giardini la “violenza dell’impatto” a bassa velocità può essere contrastata da tale casco, nell’uso cittadino e nell’interferenza in fase di impatto con altri veicoli in movimento entrano in gioco energie cinetiche e decelerazioni per le quali il “casco da ciclista” offre poco affidamento. Sarebbe quindi opportuno, in una corretta “ottica di prevenzione”, studiare e progettare caschi di maggiore affidabilità, traendo elementi ad esempio dai “caschi da sci”. In conclusione, la norma appena approvata viene giudicata da SOCITRAS illogica e incongrua, in quanto applica l’obbligo di “casco da ciclista” solo ad gruppo ristretto di
utenti, trascurando – seppur in base ad un lodevole “sentimento” di cura verso i bambini – la massima parte dei ciclisti, esposti a rischi ben maggiori e di rilevanza lesivo- traumatica alcune centinaia di volte maggiore. Il “criterio di prevenzione” o lo si applica seriamente oppure si riduce ad un mero “fiocchetto di abbellimento” su contenuti di reale povertà.

Confidiamo che nelle successive fasi dell’iter del DDL vi sia modo di porre riparo a tale illogica incongruenza, stabilendo l’obbligo di casco per TUTTE le categorie di
utenti della bicicletta. E si rinnova l’invito a favorire l’opportunità di sviluppo di “caschi più protettivi”, sgombrando il terreno da inutili e “fantasiose” argomentazioni che vanno contro quel “criterio di prevenzione” che è stato finora alla base di tutte le iniziative sulla sicurezza stradale. La SOCITRAS è naturalmente a disposizione per chiarimenti e contributi, sulla base di una ormai consolidata esperienza su queste materie e dei rapporti con analoghe associazioni e istituzioni di altri Paesi.

Prof. Andrea COSTANZO – Presidente SOCITRAS – Società Italiana di Traumatologia della Strada

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