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Pesaro, la figlia lo adora. Lo accusano di molestie e viene assolto ma non gliela fanno vedere

non solo bibbiano

PESARO – Da foto e risultanze accertate non si può dire che la figlia non fosse attaccata al padre. I momenti trascorsi insieme, al di là della quantità, vertevano sulla qualità. Risultava addirittura “festante” quando si trovava in sua compagnia, testimone anche la nonna paterna. Quando suonavano alla porta perchè era arrivato il momento di lasciare il papà la piccola cominciava a piangere. Ed è tutto documentato. Questo non è bastato per fare in modo che il rapporto padre-figlia potesse essere tutelato nel suo proseguimento. Anzi, al contrario. Inspiegabilmente, dopo la separazione dei due genitori, che non si sono mai sposati ma hanno convissuto, sul padre sono piovute terribili accuse, dalle quali è stato poi assolto. Ma poi nulla è cambiato e per lui il calvario continua. Finito sotto processo con l’accusa di aver molestato la bimba, è stato poi assolto con formula piena. Tuttavia, anche successivamente, mettendo in discussione la sua salute mentale, provata da un certificato presentato di recente a chi di dovere, gli è stato impedito di incontrare la piccola, con cui ha avuto sempre un buon rapporto. Tutto ha inizio quando R., residente nel Pesarese, conosce una donna con la quale convive e con cui ha una figlia. Ora è solo, disoccupato, si è visto costretto per mangiare a rivolgersi alla Caritas. I problemi veri sono iniziati dopo 18 mesi dalla nascita della bambina, quando l’uomo ha ricevuto la missiva dell’avvocato della donna, in cui gli veniva comunicato che aveva cinque giorni per lasciare la casa, in quanto non sussistevano più sentimenti all’interno della coppia e che avrebbe dovuto recarsi dal legale per pattuire il mantenimento per la bambina.

All’epoca l’uomo aveva un lavoro e fino a quel momento non aveva mai preso un permesso. In 14 settimane si ritrovò a prendere 18 permessi per vedere la bimba. E si vide ben presto costretto a rassegnare le proprie dimissioni. Nel mentre il legale di lei manifestava l’intenzione di chiedere l’affidamento esclusivo in favore della madre. Poi accade l’impensabile: nel 2008 l’uomo viene denunciato per molestie nei confronti della figlia. Ci sono voluti 4 anni e 80mila euro di spese legali perchè si arrivasse all’assoluzione con formula piena. Nel frattempo R. cambia 4 lavori, e anche a causa dell’accusa infamante, li perde tutti. Una volta assolto, inizia un altro calvario. Continua inzialmente a vedere la bimba nel corso di incontri protetti, pur avendo per disposizione del Tribunale l’affidamento congiunto. Ma poi, ad un certo punto, vengono sospesi gli incontri col padre. Nel 2015 gli viene notificato un decreto risalente al 2014, che pone l’accento su presunte difficoltà della bambina che sarebbero state causate dal rapporto col padre. La bambina gli viene tolta e gli viene intimato di “curare” le proprie presunte “patologie” mentali, che gli vengono imputate. Nel frattempo viene però certificata la salute mentale dell’uomo, che non sarebbe quindi gravato da alcun tipo di patologia. Il certificato è stato presentato questa mattina. Ma gli sarebbe stato risposto che non ha mai presentato richiesta ufficiale per vedere la figlia. “Fortunatamente in tutto questo – spiega – sono riuscito sempre a mantenermi lucido. Ho visto altre persone perdere il lume della ragione. Detto questo non intendo fare la guerra a nessuno. Voglio solo tutelare i miei diritti e quelli di mia figlia”.

L’uomo ha lavorato per importanti aziende prima che avesse inizio la drammatica vicenda. Ha anche ottenuto diversi premi nazionali e internazionali in campo letterario con 4 premiazioni a Roma dal 1988 al 1994. Si è sempre dato da fare per la difesa dei diritti degli animali.

L.M.

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