venerdì, Aprile 26, 2024
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A Montefalcone il meglio dei “Sapori d’autunno”

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fotoservizio e articolo di Anna Maria Cecchini

Luigi ed i suoi semi perduti

Sapori d’Autunno a Montefalcone: “itinerario enogastronomico tra tradizione e novità” Si è conclusa ieri, in un assolata domenica d’ottobre la tradizionale manifestazione “Sapori d’Autunno”, che arrivata alla sua 23 edizione ha anche quest’anno reso protagonista il borgo medievale di Montefalcone Appennino, situato sulla sommità di una rupe d’arenaria, all’altezza di 780 metri dal mare, tra le vallate dell’Aso e del Tenna con vista sui monti Sibillini e monti della Laga.

Il borgo medievale dove anticamente andavano a nidificare i falchi è stato visitato per l’occasione da circa 10.000 presenze, il sindaco Giorgio Grifonelli che abbiamo raggiunto al telefono, entusiasta, ha commentato che anche questa edizione, curata in sinergia con la Proloco 2000, chiude in attivo, grazie alla moltitudine dei volontari e all’ospitalità calorosa e sincera dei suoi 406 abitanti. Oltre ai 60 espositori, c’erano anche i 10 e più stands della Pro – loco 2000, che sono riusciti ad invogliare il turista enogastronomico, le famiglie, i giovani all’acquisto intelligente e consapevole, con le loro proposte alimentari genuine e d’eccellenza, per cui il visitatore entrato nel borgo, ha dovuto solo percorrere l’itinerario tracciato dai e dei Sapori d’Autunno, trovandosi nell’imbarazzo e fortuna di poter scegliere tra la mela rosa dei Sibillini, il miele delle aziende del territorio, i dolci realizzati “come solo le nostre nonne sapevano e amavano fare ”, le castagne autoctone, i nostri tartufi, i salumi della tradizione norcina, la polenta, il vino novello, all’insegna del “Mangia sano, scegli Marchigiano!”.

Federico

Grande affluenza di giovani che per l’intera durata della manifestazione hanno lasciato in tasca il cellulare e si sono divertiti anche grazie al tiro con l’arco, testimoniando ancora una volta come rispondano sempre con entusiasmo nel caso si offra loro una reale opportunità di sana aggregazione. Quest’anno poi il primo cittadino è riuscito anche grazie al supporto prezioso della macchina organizzativa dell’ amministrazione, ad aggiungere nel già collaudato canovaccio della manifestazione, una preziosa e interessante conferenza sulla castagna che ha trattato il tema importantissimo e attuale delle biodiversità. Anche noi abbiamo visitato e trascorso la domenica tra le vie di Montefalcone Appennino, affascinate dagli stands, ci siamo intrattenute piacevolmente con Federico, intagliatore che ci ha raccontato come è nata la sua opera raffigurante la testa di un cavallo, commissionata da un appassionato di Amatrice, che poi a causa del terremoto si è trovato nell’impossibilità di pagarlo e quindi è rimasta a lui come una fedele amica, a cui si confidano speranze e segreti. Aladino, infermiere in pensione mi ha ammaliato con la danza operosa e antica delle sue mani d’oro che intrecciavano il vimini e in arabeschi aerei, tramutavano i gesti in oggetti quotidiani, utili e belli.

Luigi del Pian Perduto, da Norcia, con la poesia e necessità dei suoi semi perduti e ritrovati, battezzati con il nome del nonno mi ha trasportato ai tempi antichi perché permeati da quelle abitudini in disuso dove la gentilezza, cordialità e buona, sincera cucina dell’Osteria da Quintilia erano luogo dell’anima e ristoro del corpo di poeti, scrittori, operai che affrancati dai loro affanni perche’ricreati dalla padrona di casa Quintilia, potevano ributtarsi ognuno nei propri affanni, affari. In verità Giorgio non ha abbondanato il sogno del suo predecessore di acquistare l’immobile e restituire questo pezzo di storia al paese e in conclusione dell’intervista mi ha fatto capire che presto potremo sentirci con qualche buona nuova.

A presto Montefalcone, del resto l’antico castello, la Chiesa di San Michele Arcangelo, in stile romanico e a croce greca; la Chiesa di San Pietro in Penne, di origine farfense; la Chiesa di Santa Maria in Capite Scalorum, sorta nel 1300 attorno ad’antichissima edicola; il convento francescano del Monastero di San Giovanni in Selva dove trovarono rifugio i monaci Farfensi fuioriusciti dalla Sabina; il Museo dei Fossili e dei Minerali allestito nel settecentesco palazzo Felici ove vi è anche l’Ecomuseo e custodito in una sala, ultimo per elencazione ma primo nei nostri cuori, il monumentale Polittico di Pietro Alemanno, seguace di tale Carlo (Crivelli), valgono sicuramente la promessa di un’altra visita.

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