ABRUZZO – L’ Autunno in Abruzzo è caratterizzato dalla produzione dell’olio d’oliva, definito l’ “oro liquido” dal poeta greco Omero.
L’olivo è stato indispensabile in antichità per lo sviluppo delle società mediterranee e faceva parte della cosiddetta “Triade Alimentare”: grano, olio e vino.
L’olio era considerato un nettare divino che la dea Minerva avrebbe donato agli esseri umani per sfamarsi, riscaldarsi, illuminare e curare le ferite.
Con l’avvento del Cristianesimo, il vino e il pane si trasformano nel corpo e nel sangue di Gesù, mentre l’olio è il sacro simbolo dell’unzione, da cui deriva il nome “Cristo”, cioè “Unto dal Signore”.
Oggi, l’Abruzzo è primatista nell’Italia centrale per la produzione di eccellente olio, in virtù del sole estivo e dell’abbondanza di acqua grazie allo scioglimento delle nevi invernali.
Durante l’Autunno in Abruzzo, vengono prodotti circa 250.000 quintali di olio d’oliva da oltre 500 frantoi.
Il 50% dell’Olio è prodotto nel Chietino, il 30% nel Pescarese, il 16% nel Teramano e il 4% nell’Aquilano.
In questo periodo, si organizzano visite alle aziende agricole per osservare le operazioni di raccolta delle olive, di molitura e promuovere l’olio abruzzese.
Nell’Aprutino Pescarese, passa la Strada dell’Olio, percorso gastronomico – culturale per i turisti; inoltre, in zona è possibile visitare il Museo dell’Olio di Loreto Aprutino.
Dunque, l’Autunno in Abruzzo è anche la produzione dell’olio d’oliva, poiché le tradizioni alimentari servono a conservare e promuovere l’identità di un popolo.
Cristiano Vignali – LaNotizia,net