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Treia, il più bel biglietto di Natale di sempre regala 10 giorni di vita a 500 bambini del Togo. “E’ lì la nuova Nazareth”

togo

di Maurizio Verdenelli 

“Il piu bel biglietto natalizio da alcuni anni a questa parte, anni contrassegnati da forti egoismi”, mi dice, visibilmente commosso, don Giuseppe Branchesi, parroco treiese di S. Maria in Selva e Camporota, tirando fuori da sotto i paramenti sacri con cui ha officiato la messa vespertina, accuratamente piegata in due, la piccola busta. Dentro, due banconote da 50 euro ed un fogioetto con su scritto in stampatello: “Sono per i bambini africani, Buon Natale”.

Dice don Giuseppe: “Ho trovato ‘tutto’ senza affrancatura, nella cassetta delle lettere…l’anonimo benefattore aveva ‘imbucato’ personalmente questa specialissima corrispondenza ‘con denaro’ che fara’ vivere per dieci giorni 500 bambini del Togo”. Gia’, perche’ i destinatari sono proprio loro, come indica in chiesa un cartellone giallo ai piedi dell’immagine di Maria a fianco dell’altare.

Togo, 2 centesimi il costo per un giorno di vita di un bambino

Che elenca il miserrimo welfare di quel Paese del Continente Nero. Due centesimi e’ il costo per un giorno di vita di un bambino: 7,30 euro per un anno di vita; 1 euro per cinquanta di loro; 25 euro per un anno scolastico; 10 euro per un giorno di vita di 500 bambini. “Quando i ragazzi della parrocchia sono tornati quest’estate dal Togo con un tale elenco di vitali necessita’, sono rimasto letteralmente choccato. Ed ho subito usato l’evento piu seguito di Santa Maria in Selva, la nostra Sagra della Polenta, lo scorso settembre,  per rilanciare un tale appello a tutti gli uomini di buona volonta’.

La sera stessa, nel cestino ai piedi della statua della Vergine, ho trovato qualche banconota da 50 euro. La raccolta e’ ad oggi arrivata, con l’ultimissimo cospicuo contributo, a 2.600 euro. Il 22 prossimo, in vista del Natale, chiudiamo e spediremo la somma messa insieme, in Africa. Ormai, grazie ai nostri giovani, e’ il Togo dopo il Brasile (lo e’ stato fino ad ora e per tanti anni) il nostro obiettivo solidale. Una parrocchia, bianchi e neri, uniti dalla Eucarestia. Sara’ questo il significato profondo del nostro Natale”, dice il parroco. 

I missionari in Brasile sono d’accordo con questo vostro cambiamento di rotta?

“Fate bene. Ci ha rincuorato così, rendendoci forti in questa decisione, una santa suora comboniana, ottuagenaria da poco tornata in Italia, che ha operato a lungo a fianco di padre Panichella. Abbiamo un bilancio di attiva operosità nel Grande Paese del Sud America; tre cappelle fatte costruire dall’83 ad oggi. E una buona parte di una sede per incontri e ritiri spirituali e’ stata realizzata con i fondi raccolti in memoria di Giovanni Soldini (l’ispettore scolastico, gia’ vicesindaco di Treia, deceduto improvvisamente nel marzo del 2016).

Un percorso s’intende solidarietà iniziato da mia madre Anna, personalità fortissima nella fede e nell’aiuto al prossimo” aggiunge don Giuseppe.

Il viaggio dei giovani treiesi in Togo, nel luglio scorso, ha avuto una preparazione lunga un anno: spirituale e sanitaria (“basta pensare alla interminabile serie dei vaccini”). Un viaggio organizzato dai Frati Minori della diocesi presenti nella parrocchia di San Francesco a Macerata. A guidare il gruppo in Africa Anna Maria Cacciamani, maceratese e Roberta Savoretti da Villa Potenza. Un viaggio dall’Italia all’Africa ricco di tanti frutti. Il primo sboccer’ à Natale, nel segno dell’aiuto a chi e’ povero tra poveri. “Quei due centesimi che bastano per un giorno di vita di un bambino nero e’  stato per noi tutti come un pugno allo stomaco, sopratutto un segno. Ci siamo guardati intorno, abbiamo aperto gli occhi e nell’estate torrida e misera africana, abbiamo pensato che il nostro Natale sarebbe stato diverso. Molto diverso”, dicono i ragazzi di Santa Maria in Selva.

“La nostra stella cometa ci indica un nuovo orizzonte: la nostra Nazareth e’ adesso e per molto tempo ancora, il Togo: uno dei luoghi piu poveri del Pianeta Terra”.

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