giovedì, Marzo 28, 2024
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Pescara: costituito il Collettivo artistico “Crepa”

Pescara – Nasce a Pescara il Collettivo “Crepa”, eterogeneo gruppo di artisti uniti dalla condivisione di ideologie e obiettivi comuni.

I fondatori del cenacolo artistico sono Davide Cocozza, Mauro di Berardino, Armando Di Nunzio e Tila Lara.

“Il nome “Crepa”  – spiega il docente e artista Davide Cocozza – deriva sia dalla pratica del “Kintsugi” che attraverso l’arricchimento con del materiale prezioso delle crepe in un oggetto danneggiato, gli dona un nuovo valore o una nuovo forma, sia da “crepa” intesa anche come rottura, dei vecchi sistemi e dal tessuto impermeabile, una rottura che fa nascere la vita.

“Eravamo quattro amici al bar come nella famosa canzone di Gino Paoli” dice il pittore e altro membro fondatore del Collettivo “Crepa” Mauro Di Berardino per descrivere la nascita del collettivo avvenuta davanti ad un buon bicchiere di vino. “Il gruppo – ci tiene a rimarcare Di Bernardino – mira alla creazione e diffusione di eventi di aggregazione al fine di diffondere l’importanza dell’arte e del suo linguaggio come salvezza dell’anima”.

“Il  nostro è un collettivo eterogeneo in cui ognuno porta avanti il proprio discorso personale che non interferisce con il gruppo, ma al contrario lo arricchisce grazie all’influsso di differenti stili e combinazioni già collaudatate in alcune collettive come quella di “SaveBiennale” nel 2018 e “PoPcon”nel 2019 che ci hanno visti collaborare insieme a 40 artisti nazionali ed internazionali tra cui ricordiamo il maestro Franco Summa ed il gallerista Cesare Manzo” puntualizza Armando Di Nunzio, scultore e presidente de ‘Il Mandorlo’.

“Dopo il successo del 2018 ed una partecipazione cittadina attiva e numerosa -conclude la fotografa Tila Lara – quest’anno il nostro obiettivo è quello di riproporre “SaveBiennale”, una rassegna d’arte contemporanea che abbraccia l’attualità. In SaveBiennale, gli artisti scelti sono chiamati a lavorare sul tema della salvezza, su cosa ognuno, salverebbe dell’attuale mondo per trasportarlo in uno nuovo. Il museo diventa cosí una grande Arca di Noè che vuole portare ogni visitatore in un viaggio in cui chiedersi ’Io, cosa salverei?”.

Comunicato Stampa