Chissà come si presenterà abbigliato il nostro amico Guido all’appuntamento più importante della Vita eterna, quando per lui si apriranno le porte del Cielo. Mi piace immaginare che cercherà come sempre di stupire i tanti amici paganichesi andati avanti prima di lui, il coro degli Angeli e dei Santi, il buon Dio stesso, carpendogli un sorriso. Forse porterà il suo inconfondibile “sombrero”, con il quale spesso allietava le ricorrenze comunitarie di Paganica, le feste, l’incontro con gli amici.
E’ stato un prim’attore, a suo modo, l’amico carissimo “Stanghetta”, un Personaggio gioviale e simpatico, che rimarrà nella
grata memoria dei paganichesi e nell’immaginario delle generazioni che
verranno, quando trovando tempo in questa vita assillata lo racconteremo ai
nostri nipoti. Per fortuna ci sono persone, come Fernando Rossi, che di queste
immagini conservano uno straordinario campionario, del quale Fernando ha
postato ieri un piccolo saggio su Facebook, mostrandoci le foto di Guido in
tanti momenti gioiosi e spensierati della comunità paganichese.
Questo è stato un tratto dell’indole di Guido
Zugaro, quello di una Persona cui piaceva stare insieme ai suoi
concittadini e amici in leggerezza e armonia, per procurare un sorriso sebbene
con il suo cipiglio apparente che poi sempre sconfinava in una risata. E’ stato
il suo modo di coltivare le relazioni comunitarie, verso le quali si è sempre
aperto in gesti di solidarietà e generosità. Come pure, pensando al bene comune
e alla pubblica utilità, ha sempre apprestato la sua opera e quella della sua
azienda con prontezza e munificenza.
L’ho conosciuto bene Guido, da quando ero ragazzo. Intorno al 1960, anno più
anno meno, era tornato dal Venezuela,
dove era emigrato nel dopoguerra con una larga schiera di paganichesi. In quel
Paese aveva lavorato sodo, rientrando dopo una decina d’anni quando il clima
politico ed economico là era cambiato. Aveva costruito a Paganica la sua casa
nuova, all’inizio delle Aie di sotto, a Sant’Antonio, proprio di fronte alla
bottega di mio padre Vinicio, fabbro e maniscalco. Eravamo quindi del vicinato.
Spesso si fermava a parlare con mio padre e ne apprezzavo, da ragazzo qual ero
allora, l’arguzia e l’ironia, come i racconti della sua vita da emigrato in
Venezuela. Abbiamo poi condiviso tanti altri momenti, nella vita politica e
negli eventi della nostra comunità, insieme al grande rispetto tra le nostre
famiglie.
Un gran lavoratore, Guido Zugaro.
Impiantò la sua impresa di Cava sulla strada per Pescomaggiore, che ha poi
condotto con grande perizia e lungimiranza, distinguendosi per serietà e affidabilità.
In un settore spesso sotto la lente d’ingrandimento, la sua impresa – e la
gestione di cava – è stata sempre un buon esempio per la qualità della
conduzione e per la serietà dei ripristini ambientali. Una serietà e qualità
che ha superato numerose prove d’esame, come quella – la ricordo direttamente –
per essere annoverato nell’albo dei fornitori delle Ferrovie dello Stato dopo
un rigorosissimo check-up tecnico della Direzione generale FS sui prodotti e
sull’azienda. E’ stato poi sempre stimato e apprezzato nell’ambiente
ferroviario quando ha risposto per molti anni a numerose commesse, per la
qualità e la puntualità delle forniture. Una serietà d’impresa che posso
testimoniare anche nella mia lunga esperienza di amministratore comunale.
A questa scuola di valori, di laboriosità e onestà si sono formati i suoi
quattro figli – Augusto, Giuseppe, Dino
e Marco – che ne hanno raccolto il testimone, affidandone la guida al
primogenito Augusto. Sulle buone basi dell’azienda paterna hanno saputo costruire
un’impresa industriale (Aquilaprem) di prodotti di cava e di lavorati
premiscelati per l’edilizia la cui fama ha varcato i confini dell’Abruzzo,
servendo buona parte dell’Italia. Un’azienda modello per qualità e sistemi
d’innovazione, un fiore all’occhiello nel panorama industriale aquilano, di cui Guido giustamente era orgoglioso.
L’azienda mantiene peraltro la cifra d’attenzione e generosità che Guido ha
sempre osservato verso la comunità paganichese: mecenate sempre presente nel
sostenere le iniziative sociali, sportive e culturali, come prestando l’opera
quando a Paganica è richiesta per piccoli lavori di pubblica utilità.
Voglio ricordarlo così l’amico Guido, con la sua bonomia, la voce stentorea e
la simpatia. Per il rispetto che ha sempre portato verso tutti, vivendo ogni
momento della nostra comunità, le tradizioni religiose e popolari, con gesti di
condivisione e armonia, con quel suo tratto particolare nell’essere amico e
nell’essere parte attiva e feconda nella società in cui è vissuto. Lascia un
buon ricordo e un buon esempio, del quale sua moglie Menicuccia, i figli e i
numerosi nipoti potranno andare legittimamente fieri.
Goffredo Palmerini
Il funerale oggi Lunedì 10 febbraio, ore 11, a Paganica, Chiesa degli Angeli Custodi
Nella foto: Guido alla conviviale dopo la Prima Messa di don Federico Palmerini, il 14 settembre 2014.
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