martedì, Marzo 19, 2024
Home > Italia > Conte in diretta televisiva attacca le opposizioni. Ma è un boomerang

Conte in diretta televisiva attacca le opposizioni. Ma è un boomerang

Politica e Social

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ieri sera ha annunciato di aver firmato il nuovo Dpcm con cui vengono prorogate fino al 3 maggio le misure restrittive sin qui adottate per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

“Una decisione difficile ma una decisione necessaria di cui naturalmente mi assumo tutta la responsabilità politica. E’ una decisione che ho assunto dopo diversi incontri tenuti con la squadra dei Ministri, con gli esperti del nostro comitato tecnico-scientifico, con le Regioni, le Province e i Comuni, con i sindacati, il mondo delle imprese, dell’industria, con le associazioni di categoria”, ha detto il Presidente in conferenza stampa. 

“Il comitato tecnico-scientifico ci ha dato una conferma: i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Ci sono evidenti indicazioni che le misure di contenimento sin qui adottate dal Governo stanno dando dei frutti, ma proprio per questo non possiamo vanificare gli sforzi fin qui compiuti”. “Dobbiamo compiere questo ulteriore sforzo. Dobbiamo continuare a rispettare le regole anche in questi giorni di festa. Dobbiamo continuare a mantenere le distanze sociali”, ha proseguito Conte. 

Con il nuovo Dpcm, a partire dal 14 aprile, sarà inoltre consentita l’apertura delle cartolerie, delle librerie e dei negozi di vestiti per bambini e neonati e vengono inserite tra le attività produttive consentite la silvicoltura e l’industria del legno.

Per quanto riguarda la c.d “fase 2”, il Presidente ha dichiarato che il Governo è già al lavoro per far ripartire il sistema produttivo attraverso un programma articolato che poggia su due pilastri: l’istituzione di un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il Comitato, guidato da Vittorio Colao e composto da esperti in materia economica e sociale, avrà il compito, di concerto con il Comitato tecnico-scientifico, di elaborare le misure necessarie per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza.

Per quanto riguarda invece la bufera Mes, Conte puntualizza: “Le proposte dell’Eurogruppo sono un primo passo verso una risposta europea: Gualtieri ha fatto un gran lavoro. Ma è un primo passo che l’Italia, e su questo siamo pienamente d’accordo con Gualtieri, giudica ancora insufficiente”.

Il Mes esiste dal 2012 – aggiunge – , non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza”.

Sul fondo per la ripartenza “non abbiamo ancora una regolamentazione concreta, parliamo di affermazioni di principio. Dobbiamo ancora lavorare in questa direzione ma per la prima volta lo abbiamo messo nero su bianco e gli altri Paesi hanno dovuto convenire sulla necessità di lavorare adesso per questo strumento, perché sia immediatamente applicabile. Abbiamo bisogno di voi, di tutti i cittadini italiani. Le falsità, le menzogne ci fanno male, perché ci indeboliscono nella trattativa”, aggiunge.

La lotta per gli eurobond, la farò al Consiglio dell’Ue. Non firmerò nulla senza strumenti adeguati alla sfida al coronavirus”, sottolinea Conte. 

“La proposta europea la valuto nel suo complesso nel Consiglio europeo: lottiamo per gli Eurobond. La risposta comune o è ambiziosa o non è, non abbiamo alternative”, sostiene ancora il premier Conte. “Non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che non riguarda l’Europa e tutti gli stati membri. Sono convinto che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti”.

Riguardo al duro affondo di Conte contro le opposizioni, Giorgia Meloni scrive su Facebook: “Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte indice una conferenza stampa pochi minuti prima dell’edizione più vista dei tg, trasmessa in diretta sulla prima rete del servizio pubblico, per accusare l’opposizione di dire menzogne, senza possibilità di replica e senza contraddittorio.

Credo non si sia mai vista una cosa del genere nella storia della democrazia, e la dice lunga sulla tracotanza di questo governo. Mi aspetto che la RAI mi dia possibilità di replica alla stessa ora, con lo stesso tempo e con la stessa visibilità. Il Presidente della Repubblica Mattarella non ha nulla da dire su questi metodi degni di un regime totalitario?”

Le fa eco il leader della Lega Matteo Salvini: “Usare la tivù di Stato per dire falsità e fare un comizio contro Salvini e contro le opposizioni è roba da regime, roba da Unione Sovietica.
Perché non hanno bloccato il Mes? Perché il PD vuole la tassa patrimoniale? Perché i 5Stelle vogliono ancora bloccare la TAV? Perché Leu vuole tassare la casa e i risparmi degli italiani? Dov’è la cassa integrazione promessa? Quando arrivano davvero i soldi? Che fine ha fatto il blocco dei mutui per chi è in difficoltà? Cosa fanno per aiutare chi non ce la fa a pagare affitti, rate e bollette? Perché non aiutano davvero partite Iva e autonomi? Quando arriveranno i soldi promessi alle imprese? Sempre colpa di Salvini?
Altro che “collaborazione”, che delusione signor Conte. P.s. La Lega fu l’unica a votare NO con tutti i suoi parlamentari al MES nel 2012″.

Certo, non si può dire che, nel corso della conferenza stampa di ieri, tra l’altro attesa per ore, Conte sia stato un esempio di sobrietà ed eleganza. Attaccare frontalmente l’opposizione senza dare la possibilità di un contraddittorio, dicendo tra l’altro grosse imprecisioni, non è sicuramente proprio di un regime democratico. A tal proposito, riportiamo uno stralcio dell’editoriale del direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis:

“Conte guida il Paese nella più grave emergenza del dopoguerra, come lui stesso l’ha definita. Ed è vero. Ciò, però, dovrebbe portare un atteggiamento più istituzionale e non dovrebbe portarlo a dare dei bugiardi a due esponenti dell’opposizione, a maggior ragione se poi si commette un errore enorme, come quello di dire che uno dei due (Giorgia Meloni) era al governo quando il Mes fu approvato dal Parlamento nel 2012. Ecco, nel 2012 l’Italia era guidata dal governo Monti, non dal centrodestra. E quando il provvedimento fu ratificato dal Parlamento, Meloni non c’era.

La Lega votò contro, come ha ribadito immediatamente Salvini. Poi perché esporsi così violentemente se come ribadito dallo stesso Conte: “L’Italia non chiederà l’utilizzo del Mes”. Attaccare così dicendo un’imprecisione così pesante e politicamente grave è stato un fallo di frustrazione. Un brutto fallo. In un momento di grave crisi perché scendere sulla polemica politica che potrebbe avere altri luoghi e altri spazi? Più volte il premier ha fatto appello al senso delle istituzioni, bacchettando chi a suo dire non ne ha a sufficienza. Eppure, stavolta, misura, eleganza, sobrietà che sono state rivendicate nelle ultime settimane sono state perse dalle parti di Palazzo Chigi. E questo anziché unire il Paese rischia invece di dividerlo profondamente”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, che critica il passaggio della conferenza stampa di Giuseppe Conte in cui sono stati nominati i leader di Lega e Fdi, accusati di aver fatto dichiarazioni false e irresponsabili sul Mes: “Il premier ha fatto un uso personale delle reti unificate per l’attacco all’opposizione. Se possiamo dire, lo avremmo francamente evitato. Se lo avessimo saputo non avremmo mandato in onda quella parte della conferenza stampa. Aspettavamo parole importanti sull’Eurogruppo e sulla task force, il resto è polemica politica”.

Lucia Mosca

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net