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Adinolfi (Popolo della Famiglia): “Ancora niente Messe, siamo all’oltraggio”

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 Il Popolo della Famiglia annuncia una mobilitazione nazionale

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, contesta la decisione annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di non consentire le cerimonie religiose nelle chiese: “Conte annuncia la riapertura di tutto, assegna una data a ogni attività, persino per i centri massaggi.

La libertà religiosa invece viene ancora del tutto calpestata. Funerali, all’aperto, con massimo quindici persone. Niente messe, chiusura sine die, non viene indicata neanche una ipotesi di data per la riapertura. Credo sia una plateale offesa al limite dell’oltraggio per milioni di credenti. Il Popolo della Famiglia è pronto a una mobilitazione nazionale che risponda a questo sopruso che ha precedenti solo negli Stati totalitari o massonici”.

Alla mobilitazione nazionale aderirà anche il PDF Marche.

“E’ davvero assurdo e inaudito – dichiara Fabio Sebastianelli (coordinatore Popolo della Famiglia Marche) – quanto gli italiani hanno ascoltato questa sera ( 26-04-2020) durante la conferenza  del Presidente Conte. Si è prevista tra le varie cose la riapertura delle attività sportive e non la riapertura delle messe.

Abbiamo accettato con diligenza e senso civico  la chiusura delle messe necessaria durante la fase 1, Avrei potuto capire e accettato delle limitazioni durante la fase 2, come ad esempio un fedele per ogni panca, e magari messe con i fedeli a scaglionati; ma non l’indifferenza assoluta verso milioni di cattolici e  anche verso i fedeli delle altre religioni, perchè gli stessi divieti li hanno anche loro. Questa è una palese violazione della libertà di culto, prevista dalla nostra Costituzione. Il PDF Marche, in linea con il nostro Presidente Nazionale Mario Adinolfi, è pronto alla mobilitazione”.

Sulla questione si è fatta sentire forte la voce dei vescovi. “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. Lo afferma la Cei in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm sulla ‘Fase 2’ illustrato dal premier Giuseppe Conte.

Poi il tentativo di mediazione da parte del premier. “Nei prossimi giorni saranno elaborati protocolli per le messe”, ha reso noto Palazzo Chigi, dopo la forte irritazione dei vescovi al no alle celebrazioni anche nella “fase 2”. Questo protocollo consentirà quanto prima, si legge in una nota, “la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.

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