sabato, Aprile 20, 2024
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I ristoratori consegnano le chiavi ai sindaci: “Così rischiamo il fallimento”

ristoratori

“Noi ristoratori siamo invisibili per il governo. Non staremo sul divano a vedere il tessuto economico del nostro Paese che si sta sfasciando. E non possiamo riaprire con il plexiglass, i guanti, le mascherine. Non ha senso. Così ci fate fallire”: con queste parole, Giovanni Favia, ex consigliere regionale del M5s, tra i primi espulsi dal Movimento, ed ora ristoratore a Bologna, aveva annunciato una due giorni di protesta del settore lanciata dal ‘basso’.

Così numerosi proprietari di locali hanno consegnato ieri le chiavi delle proprie attività ai sindaci dei rispettivi Comuni per denunciare le difficoltà del settore della ristorazione, l’ultimo a partire secondo la ‘road map’ del governo.


Da Milano, a Roma, cosi come a Napoli , ha avuto luogo in tutta Italia la protesta simbolica dell’apertura dei locali vuoti, nel rispetto della normativa vigente, ad indicare la concreta possibilità che possa trattarsi della loro ultima volta.


Anche a Firenze ben 1500 attività di ristorazione hanno acceso le insegne e ieri mattina Pasquale Naccari, titolare del ristorante “ Il vecchio e il mare” e portavoce del movimento dei ristoratori, ha raggiunto il palazzo comunale con una chiave simbolica.

La protesta dei ristoratori fiorentini si è svolta in due tempi. Nella serata del 28 aprile, infatti, i titolari dei locali aderenti al movimento spontaneo ed apolitico dei Ristoratori Toscani, hanno acceso le luci delle insegne per un’ora, dalle 21 alle 22, per poi continuare la protesta ieri mattina.

Naccari ha attraversato una Piazza della Signoria completamente deserta, con la chiave simbolica attaccata ad una catena a cui erano legate le chiavi dei 1500 esercizi chiusi, seguito da altri colleghi ristoratori a regolare distanza di sicurezza.


Ad accogliere al palazzo comunale la delegazione dei ristoratori, il sindaco Dario Nardella e l’Assessore al Bilancio, partecipate, commercio, attività produttive, rapporti con il Consiglio comunale Federico Gianassi, con i
quali poi si e avuta una riunione a porte chiuse.


La situazione non è certo delle migliori per chi viveva del proprio lavoro e ora con la chiusura si trova in grave difficoltà, ma nello stesso tempo deve continuare a pagare tasse, utenze e affitti senza avere la possibilità di incassare.

Il quadro si colora di tinte ancora più fosche se si considera che, per rispettare le disposizioni emanate, ci sono ulteriori costi da affrontare per gli adeguamenti richiesti e si riduce la possibilità di incasso dovuto alla drastica riduzione di coperti per mantenere le distanze tra i commensali.

Tutto questo senza dimenticare la evidente diminuzione di avventori dovuta al calo del turismo, che gioca un ruolo determinante.



Ettore Lembo

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