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Anticipazioni per il “Teatro a casa Tua” in TV del 1° maggio (2) alle 16.30 su RAI 5: “L’Uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello

l'uomo dal fiore in bocca

Anticipazioni per il “Teatro a casa Tua” in TV del 1° maggio (2) alle 16.30 su RAI 5: “L’Uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello

Vittorio Gassman in "L'uomo dal fiore in bocca" di Piradello - YouTube

Oggi pomeriggio 1° maggio su RAI 5 alle 16.30 per il “Teatro a casa Tua” sulle reti RAI, prosegue con il secondo atto unico di oggi il nuovo ciclo dedicato a Luigi Pirandello con un altro classico dell’autore siciliano: il dramma “L’Uomo dal fiore in bocca” nell’interpretazione che ne diede Vittorio Gassman diretto da Maurizio Scaparro nel 1970. 

L’uomo dal fiore in bocca è un atto unico di Luigi Pirandello, esempio di dramma borghese nel quale convergono i temi dell’incomunicabilità e della relatività della realtà. Fu rappresentato per la prima volta il 24 febbraio del 1922 al Teatro Manzoni di Milano. È un colloquio fra un uomo che si sa condannato a morire fra breve, e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata, e uno come tanti, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte. Pirandello, anche in questo caso, trasse il testo teatrale da una novella scritta anni prima e intitolata La morte addosso.

Il protagonista è un uomo malato di un epitelioma, un tumore (il fiore in bocca), quindi quest’ultimo è prossimo alla morte; questa sua situazione lo spinge a indagare nel mistero della vita e a tentare di penetrarne l’essenza. Per chi, come lui, sa che la morte è vicina, tutti i particolari e le cose, insignificanti agli occhi altrui, assumono un valore e una collocazione diversa. L’altro personaggio è un avventore del caffè della stazione, dove si svolge tutta la scena; un uomo qualsiasi, che la monotonia e la banalità della vita quotidiana hanno reso scialbo, piatto e vuoto a tal punto che il dialogo tra lui e il protagonista finisce col diventare un monologo, quando quest’ultimo gli rivela il suo terribile segreto.

Trama

«Venga… le faccio vedere una cosa… Guardi, qua, sotto questo baffo… qua, vede che bel tubero violaceo? Sa come si chiama questo? Ah, un nome dolcissimo… più dolce d’una caramella: – Epitelioma, si chiama. Pronunzii, sentirà che dolcezza: epitelioma… La morte, capisce? è passata. M’ha ficcato questo fiore in bocca, e m’ha detto: – «Tientelo, caro: ripasserò fra otto o dieci mesi!»»

La morte prevista e la morte imprevista. La vita non ha nessun valore in sé, ma quando l’individuo – sulla strada della morte – la osserva, anche i gesti quotidiani insignificanti acquistato un valore vitale. Immaginarsi simile alla stoffa significa affidarsi a cose che sembrano eterne. La vita non si conosce, però si sente il bisogno di viverla e a disprezzarla quando la morte è prevista, in modo da potersene andare con meno dolore.