venerdì, Marzo 29, 2024
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Archiviato il procedimento sulla presunta sepoltura di Emanuela Orlandi

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“A rendere ufficiale la notizia un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: l’archiviazione sulla presunta sepoltura di Emanuela Orlandi, su richiesta dell’Ufficio del Promotore di Giustizia, è stata  pienamente accolta dal Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano.

Le verifiche effettuate dal perito d’ufficio Giovanni Arcudi sui frammenti ossei rinvenuti presso il Cimitero Teutonico, hanno fatto emergere che questi non apparterrebbero ad Emanuela Orlandi, in quanto risalenti ad almeno 100 anni prima dalla scomparsa della ragazza avvenuta il 22 giugno 1983 a Roma.

Alla famiglia Orlandi è stato concesso di procedere con ulteriori accertamenti, in forma privata, su alcuni reperti custoditi dalla Gendarmeria Vaticana. Qualunque cosa accada, sembra che il mistero sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sia destinato quindi a rimanere tale. Decine di bugie, depistaggi e notizie che in più di 30 anni si sono susseguiti senza che si riuscisse a dare una risposta alla famiglia. Una famiglia che però continua a farsi sempre la stessa domanda: Dove sei Emanuela?”.

Questa la nota divulgata dall’AVRI (Associazione Vittime Riunite d’Italia) relativa al procedimento relativo alla presunta sepoltura in Vaticano, presso il cimitero Teutonico, dei resti di Emanuela Orlandi.

Il fascicolo era stato aperto nell’estate scorsa, dopo la denuncia dei familiari della giovane scomparsa nel 1983, a seguito della quale il Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano, e il suo aggiunto, Alessandro Diddi, avevano autorizzato l’accesso a due tombe ubicate all’interno del Cimitero Teutonico, poi risultate vuote.

In quel contesto istruttorio, un ulteriore accertamento disposto dai magistrati aveva portato al rinvenimento, in un locale sotterraneo all’interno del complesso cimiteriale, di migliaia di frammenti ossei di diversa epoca ed origine. Le verifiche su tali reperti, effettuate da Giovanni Arcudi, Perito di Ufficio, alla presenza dei consulenti della famiglia Orlandi, hanno portato a concludere che i frammenti rinvenuti sono databili ad epoca anteriore alla scomparsa della povera Emanuela: i più recenti risalgono ad almeno cento anni fa. 

Di qui la richiesta di archiviazione, che chiude uno dei capitoli della triste vicenda, nella quale le autorità vaticane hanno offerto, sin dall’inizio, la più ampia collaborazione. 

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