venerdì, Aprile 19, 2024
Home > Marche > Covid center, Sebastianelli: “Molte domande, poche risposte”

Covid center, Sebastianelli: “Molte domande, poche risposte”

covid

Riceviamo dal Popolo della Famiglia Marche e pubblichiamo: “Con il passaggio di consegne è terminata una fase del Covid Center ma non sono terminate le polemiche e soprattutto i dubbi relativi alla sua creazione”.


Questo ha dichiarato Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia per le Marche, commentando ancora una volta le notizie uscite sui media in questi giorni.

“Il Presidente Ceriscioli – continua Sebastianelli- afferma che le terapie intensive degli ospedali non nascono per i pazienti Covid, e che questo centro libererà 17 posti di terapia intensiva ospedaliera, diminuendo il numero dei medici necessari. Di contro il Nursind ( Sindacato Infermieri) forte della professionalità e dell’esperienza acquisita nei reparti, pone dei dubbi sulla apertura del centro marchigiano, mentre quello di Milano chiude.

Come già accennato in precedenza, non voglio entrare nel merito della contesa, il tempo e i fatti stabiliranno chi ha ragione e chi no.
Quello che mi interessa è sottolineare alcune cose per proporre a chi legge degli spunti di riflessione”.

“Ceriscioli afferma che nel piano pandemico del 2007 erano previsti almeno 300 posti di terapia intensiva e dice: “Grazie a questa struttura arriviamo proprio a quel numero”. E ancora: “Ci siamo resi conto che una struttura del genere alla nostra Regione serve, è provvisoria la sua collocazione qui alla fiera di Civitanova, come abbiamo sempre detto. Ma dovremo ragionare su dove e come realizzarne una in pianta stabile”

Quindi dal 2007 esiste un progetto per aumentare posti letto in terapia intensiva e ci sono voluti 13 anni e una pandemia ( anzi la fine di una pandemia) per iniziare a realizzarli? Oltretutto in maniera provvisoria?
Su questo aspetto è più che lecito porsi domande.
Altro spunto di riflessione: il Covid Center è stato realizzato richiedendo fondi privati e con 5 milioni della banca d’Italia. In pratica la Regione, dovendo ricorrere ai privati, ha ammesso di non poter far fronte con i propri mezzi all’emergenza. Per quali motivi? Mancanza di soldi o troppa burocrazia? La mancanza di soldi non è accettabile, al limite potrebbe essere comprensibile.

Ma la troppa burocrazia è totalmente inaccettabile! Sarebbe -anzi senza usare il condizionale, lo è – la dimostrazione di come un sistema creato per mantenere se stesso, sia inutile e dannoso per lo Stato e per la società.
Chi è appassionato di complotti poi, potrebbe ipotizzare che il motivo sia il fatto che dei soldi privati non si debba rendere conto, mentre di quelli pubblici si. Per fortuna io non sono complottista.
Visto però che soldi pubblici sembra siano arrivati, (i famosi 5 milioni di euro della Banca d’Italia), mi trovo costretto come coordinatore regionale del Popolo della Famiglia e come cittadino a tornare a ribattere sulla necessità di trasparenza.

A chi sono stati dati quei soldi? E’ vero che, come citato in uno degli articoli scritti sull’argomento, sono stati affidati direttamente ad un soggetto privato, il Cisom? Se è vero, su quali presupposti dei soldi pubblici sono stati affidati a privati? Ed infine: Come sono stati spesi? Queste sono domande a cui si devono dare risposte chiare, perchè la distribuzione e l’utilizzo dei soldi pubblici è affare pubblico e
i cittadini ( i veri e unici proprietari dei soldi pubblici) hanno diritto di sapere”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net