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Anticipazioni per “I due Foscari” di Verdi dell’8 luglio alle 21.15 su RAI 5: omaggio a Nello Santi

I due Foscari

Anticipazioni per “I due Foscari” di Verdi dell’8 luglio alle 21.15 su RAI 5: omaggio al direttore Nello Santi con la regia di Werner Duggelin dal Teatro San Carlo di Napoli

Aida" di Verdi del 30 giugno alle 10 su RAI 5: dal San Carlo di Napoli

Per la grande Musica Lirica in TV oggi giovedì 8 luglio andrà in onda alle 21.15 su RAI 5 l’opera “I due Foscari” di Giuseppe Verdi dal Teatro San Carlo di Napoli.

È dedicato al direttore d’orchestra Nello Santi, scomparso lo scorso 6 febbraio all’età di 88 anni, il capolavoro di Giuseppe Verdi “I due Foscari”, che Rai Cultura trasmette mercoledì 8 luglio alle 21.15 su Rai5 (canale 23). Lo spettacolo, andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli nel 2000, è firmato per la regia dallo svizzero Werner Duggelin. Nello Santi dirige i complessi del Massimo napoletano e un cast capitanato dal grande baritono Leo Nucci, nei panni del Doge Francesco Foscari. Accanto a lui Vincenzo La Scola, Alexandrina Pendatschanska e Danilo Rigosa. La regia televisiva è curata da George Blume.

I due Foscari è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, a sua volta ispirato all’omonima opera teatrale in versi di Lord Byron del 1821. La prima assoluta ebbe luogo al Teatro Argentina di Roma il 3 novembre 1844.

La seconda versione ebbe la prima al Teatro Rossini di Livorno il 26 dicembre successivo ed il 27 dicembre al Teatro Grande di Trieste (poi rinominato Teatro Verdi).

Ancora nella prima versione ebbe la prima al Teatro San Carlo di Napoli con Gaetano Fraschini il 9 febbraio 1845 ed al Teatro Regio di Parma con Felice Varesi il 24 marzo successivo e nella seconda versione al Teatro Donizetti di Bergamo con Varesi il 25 agosto successivo, al Teatro Carignano di Torino il 27 settembre[2], al Teatro Comunale di Bologna il 2 ottobre, al Teatro Coppola di Catania il 24 gennaio 1846, al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona il 5 marzo successivo, al Teatro Re di Milano con Angelo Mariani (direttore d’orchestra) il 1º luglio, al Théâtre-Italien di Parigi con Giulia Grisi e Giovanni Matteo De Candia il 17 dicembre ed al Teatro La Fenice di Venezia con Emilia Goggi il 10 febbraio 1847.

La terza versione debutta nella prima nel Regno Unito al Her Majesty’s Theatre di Londra con Giulia Grisi, Fraschini, De Candia e Giorgio Ronconi (baritono) il 10 aprile successivo seguita dalla prima statunitense a Boston diretta da Luigi Arditi il 10 maggio ed al Gran Teatre del Liceu di Barcellona il 12 maggio, al Royal Italian Opera (poi Royal Opera House), Covent Garden di Londra il 19 giugno, nella seconda versione al Teatro Metastasio di Prato il 25 dicembre, nella terza versione al Teatro Regio di Torino con Fraschini il 6 marzo 1851 e nella seconda versione al Teatro Solís di Montevideo il 18 settembre 1856 ed al Teatro della Canobbiana di Milano il 13 aprile 1857.

Nel 1958 ebbe la prima al Teatro Nuovo di Torino nella seconda versione diretta da Franco Capuana con Leyla GencerMirto Picchi e Giangiacomo Guelfi, nel 1968 al Teatro dell’Opera di Roma nella terza versione diretta da Bruno Bartoletti con Luisa MaraglianoRenato Cioni e Mario Zanasi, nel 1972 all’Opera di Chicago diretta da Bruno Bartoletti con Katia Ricciarelli e Piero Cappuccilli, nel 1978 a Bilbao con Ferruccio Furlanetto, nel 1979 al Teatro alla Scala di Milano diretta da Riccardo Chailly con Katia RicciarelliGiuliano CiannellaAntonio Savastano e Piero Cappuccilli, nel 1993 per la prima scozzese per la Scottish Opera a Edimburgo e portata anche a GlasgowNewcastle upon Tyne ed Aberdeen, nel 2012 a Los Angeles diretta da James Conlon con Plácido Domingo e Francesco Meli e nel 2015 all’Opéra municipal de Marseille con Leo Nucci.

Trama

Francesco HayezL’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con suo padre, il doge Francesco Foscari, (1840). Firenze, Palazzo Pitti.

L’azione si svolge a Venezia nel 1457.

Atto I

Nel Palazzo Ducale di Venezia si riuniscono i membri della Giunta e del Consiglio dei Dieci per prendere una decisione importante. Essi devono decidere se confermare o meno l’esilio di Jacopo Foscari, figlio del Doge, rientrato nella città veneta e qui arrestato. Questi è incolpato dell’omicidio di due parenti di Jacopo Loredano, suo principale accusatore. Jacopo Foscari, tratto dalle carceri, attende di esser portato davanti al Consiglio. Egli decanta la bellezza della sua città e lo struggimento per il lungo esilio da essa.

Lucrezia Contarini, moglie di Jacopo, difende l’innocenza del marito, ma quando apprende che gli è stato comminato un nuovo esilio dà sfogo al suo sdegno contro i nobili veneziani. I senatori, uscendo dal Consiglio, invece inneggiano alla giustizia veneziana, che sa anche condannare il figlio di un Doge. Quest’ultimo, rimasto solo e disperato, piange la condizione del figlio. Sopraggiunge la nuora Lucrezia e lo supplica di far annullare la sentenza, ma il Doge risponde che una lettera scritta da Jacopo pare accusarlo e nulla può più fermare la legge veneziana. Insieme piangono la cattiva sorte che colpisce l’amato congiunto.

Atto II

Rinchiuso nel carcere, Jacopo Foscari vede in un momento di delirio il fantasma del Conte di Carmagnola, che pare accusarlo perché il padre lo aveva condannato a morte. Colpito dal cattivo presagio Jacopo Foscari sviene. Sopraggiunge Lucrezia per riferirgli del nuovo esilio e poi il padre; avvolti da una grande commozione essi pregano e sperano di potersi ricongiungere in futuro.

Infine Jacopo Foscari viene condotto davanti al Consiglio che gli ordina di partire per l’esilio a Creta, senza neppure il conforto della moglie e dei figli. A questa prospettiva egli sente la morte già avvicinarsi.

Atto III

Mentre San Marco si riempie di persone in festa per la prossima regata, Jacopo e Lucrezia si salutano e l’esiliato parte, brutalmente allontanato dai suoi cari e da Loredano che ne affretta l’avvio.

Il Doge, solo e afflitto, piange la scomparsa dei suoi tre figli ed ora l’abbandono del quarto. Sopraggiunge il Barbarigo che reca una confessione scritta da un reo, che si accusa degli omicidi addebitati al figlio. Mentre il Doge esulta per la prova d’innocenza, sopraggiunge Lucrezia portando la notizia della morte di Jacopo, deceduto per il gran dolore.

Compaiono infine i membri del Consiglio che chiedono al Doge di rinunciare alla carica. Offeso e ferito egli depone le insegne ed esce accompagnato da Lucrezia. Mentre si allontana sente le campane di San Marco che annunciano già il nuovo Doge e, gemendo ancora, anch’egli muore.