martedì, Aprile 23, 2024
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Brescia: mamma non consegna la figlia agli assistenti sociali e sparisce

non solo bibbiano

BRESCIA – Abbiamo raccontato qualche giorno fa del tentativo non riuscito di dar seguito ad un decreto del Tribunale per i Minorenni di Brescia da parte degli assistenti sociali e dei Carabinieri di un paesino della provincia di Brescia, a causa di un intervento dei cittadini radunatisi sotto l’abitazione della mamma e della bambina a seguito dell’intervento dell’associazione “Angeli & Demoni”, che opera sui social.

Si era infatti deciso di desistere in quel momento, invitando tuttavia la mamma a consegnare la bimba, sembra alla locale stazione dei carabinieri, l’indomani mattina e poterla così affidare a gli assistenti sociali che l’avrebbero collocata in una struttura, malgrado i ricorsi d’urgenza
promossi dall’Avvocato e tutti rigettati dal tribunale.

I carabinieri, pur nel rispetto dell’ordinanza del giudice, ma avendo il polso della situazione, hanno quindi momentaneamente desistito ad eseguire un ordine, cosa comprensibile, visto il momento di grande tensione che si era venuto a creare.


La notte, probabilmente intenerita dai pianti strazianti della figlia di appena sette anni (come risulta dai video pubblicati sui social), traumatizzata dalla situazione, la mamma avrebbe così deciso di allontanarsi con la figlia, facendo perdere ogni traccia.

Eravamo in attesa di conoscere gli sviluppi di questa situazione, ma visto il silenzio mediatico che stranamente coinvolge questi casi e non avendo notizie ufficiali, per prudenza e a tutela del minore, abbiamo preferito attendere, nonostante alcuni nostri lettori ci chiedessero notizie.

Così, essendo trascorso un tempo congruo, abbiamo chiesto chiarimenti all’avvocato che assiste la mamma della minore e che si è prodigata affinché il Tribunale modificasse con urgenza il provvedimento di allontanamento della bambina dalla mamma, la quale ci ha confermato il volontario allontanamento di mamma e figlia.

Abbiamo chiesto al fratello della mamma se avesse notizia
della signora e della bambina, ricevendo esito ovviamente negativo.
Il fratello e la moglie erano stati indicati dall’avvocato che segue la donna, come gli zii che potrebbero accogliere in via temporanea la bambina, evitando così traumi concreti e pesanti alla minore, causati dal
brusco allontanamento materno, ipotesi che il tribunale aveva rigettato, indicando e confermando in prima istanza l’affidamento ad una struttura.
Ci racconta il fratello della signora che, avendo ricevuto una convocazione urgente da parte dell’ Azienda Speciale Consortile “Ovest Solidale” per venerdì 21 Agosto, ritenendo si trattasse di un colloquio per potere ottenere un affido momentaneo della nipote, si sono recati neluogo indicato, ma non sarebbe stato effettuato alcun test per valutare la loro propositività
all’affido, mentre sarebbero state chieste informazioni sulla sorella e della nipote, sul luogo dove si potessero essersi recate.

Ovviamente il fratello e la moglie, essendo all’oscuro di tutto, così come loro asseriscono, non hanno potuto fornire alcuna informazione.
Questi sono i fatti, per come ci vengono raccontati, e di cui continueremo ad occuparci. In attesa di ulteriori sviluppi.


Ettore Lembo

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