martedì, Marzo 19, 2024
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Nuovo Dpcm, Italia in fiamme: divampa la protesta

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L’Italia protesta. Contro le nuove misure restrittive, contro chiusure ai più incomprensibili e ritenute non razionali. E’ protesta ovunque, dal nord al sud. Il nuovo Dpcm spacca anche la maggioranza e infiamma il Paese. Dal mondo della cultura e dello spettacolo agli esercenti che vedono fallire le proprie attività, nessuno sembra condividere le nuove disposizioni a firma del premier Giuseppe Conte, che però non arretra, promettendo misure di ristoro che, in ogni caso, per chi le riceverà, non risolveranno il problema. L’Italia sta agonizzando, lentamente ma inesorabilmente. E il cuore pulsante del Paese, quello realmente produttivo, che con sacrifici e fatica manda avanti le proprie attività, è allo stremo.

“Il nemico è il virus – dichiara Zingaretti – , non le regole per combatterlo. Se non si ferma, l’economia muore. Ora il Governo sostenga in fretta e concretamente le persone e le categorie colpite dal provvedimento. Resistere, combattere e aiutare. Così porteremo l’Italia fuori da questa situazione”. Belle parole, che però trascurano un dato di fatto: l’economia italiana sta già morendo e se continua così ne leggeremo presto tutti insieme il necrologio.

Così, in varie città italiane, stanotte è divampata la protesta, seguita a quella dei giorni scorsi di Napoli e Roma. La violenza è sempre sbagliata. E gli atti di violenza vanno sempre condannati senza sè e senza ma. Purtroppo si trattava di una reazione prevedibile, per chi vive la realtà concreta e oggettiva delle difficoltà e della disperazione, spesso, poi, strumentalizzata purtroppo dalla criminalità organizzata. Da qui si evince in maniera estremamente chiara lo scollamento esistente, non da ora, tra la classe politica e la realtà sociale.

Particolarmente calda si è rivelata stanotte la situazione a Torino e Milano, dove sono state lanciate pietre, bottiglie e grossi petardiè contro la sede della Regione Lombardia in via Melchiorre Gioia. Un poliziotto è stato ferito, sembra in maniera non grave, davanti alla Stazione Centrale dove il corteo si è spostato.

Al grido di “libertà libertà” i manifestanti hanno sfilato lungo corso Buenos Aires dove hanno esploso dei petardi e, da quanto è stato possibile apprendere, avrebbe lanciato una molotov contro un’auto dei vigili urbani,che però non sarebbe stata colpita.

Quindici persone sono state portate in questura per l’identificazione. Circa 400 le persone che hanno preso parte alla protesta. I manifestanti si sono poi sparpagliati nelle vie limitrofe a Corso Buenos Aires dove la manifestazione, non autorizzata, è iniziata. Manifestazioni di protesta anche a Trieste, Treviso, Viareggio.

A Trieste migliaia di titolari di bar, ristoranti, pasticcerie, palestre e piscine hanno manifestato contro le misure decise nei confronti delle rispettive categorie nell’ultimo Dpcm. “Non siamo untori”, hanno sottolineato molti “ma lavoratori”, denunciando di aver investito denaro in plexiglas, sanificazioni e altri sistemi di protezione dal Covid-19 e ora sono stati costretti a chiudere. Alcuni presenti hanno lanciato fumogeni contro la Prefettura. Colpiti anche carabinieri e rappresentanti della stampa.

I gesti di violenza sono stati condannati dal governatore Massimiliano Fedriga e dal sindaco, Roberto Dipiazza, i quali hanno in una nota sottolineato “la partecipazione di migliaia di persone pacifiche, che hanno espresso il loro dissenso in modo civile e composto” e “pochi facinorosi, che nulla hanno a che fare con esse” che hanno “tentato di avvelenare il clima alimentando inutili tensioni”. Solo pochi giorni fa Fedriga aveva dichirato: “Al Governo chiediamo di mettere in campo tutte le misure necessarie per tutelare la salute pubblica, ma che risultino anche economicamente e socialmente sostenibili. Sono consapevole che si tratti di un equilibrio difficile da trovare ma è evidente che, qualora non si centrasse l’obiettivo, il rischio di abbinare all’emergenza sanitaria, una profonda crisi sociale sarebbe elevatissimo. La priorità in questo momento di emergenza è che la gente abbia i soldi per arrivare alla fine del mese”.

A Torino sono state distrutte le vetrine di alcuni negozi in via Roma, i locali sono stati saccheggiati. In piazza Castello, all’imbocco di via Po, altri manifestanti hanno appiccato il fuoco. Cassonetti rovesciati e monopattini buttati a terra per tutta la zona di piazza Castello a Torino, dove ha sede la Regione: è la scena che si è presentata agli occhi dopo le proteste, con lancio di petardi, fumogeni e bottiglie da parte dei manifestanti, e l’intervento  della polizia in assetto antisommossa. Due poliziotti sono stati feriti. Sette gli arresti e due le denunce. Si tratta di pregiudicati: nessuno di loro gestirebbe un’attività commerciale o un esercizio pubblico.

A Napoli, dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, in una Piazza del Plebiscito ha avuto luogo la mobilitazione contro l’ultimo Dpcm e le ordinanze regionali. A protestare, principalmente, ristoranti e bar. In piazza, nel cuore del capoluogo, sono stati esposti striscioni che recitavano: ‘Tu ci chiudi tu ci paghi”. I manifestanti hanno poi raggiunto la sede della Regione, chiedendo le dimissioni del governatore De Luca.

Nella giornata di oggi il premier Conte incontrerà le categorie in protesta contro contro le misure definite “ammazza-Italia”.

Lucia Mosca

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