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Covid-19: ecco come sono cambiate le abitudini degli italiani

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Covid-19: tra quarantena e uscite al contagocce, ecco come sono cambiate le abitudini degli italiani

Pubblicata una nuova ricerca dell’Università Niccolò Cusano che analizza i comportamenti degli italiani in epoca coronavirus: spopolano gli e-commerce e in generale tutti i servizi online

Fra l’incremento dello smart working e l’obbligo di ridurre al minimo uscite e spostamenti, la vita degli italiani si è concentrata per grandissima parte del tempo davanti al monitor di un pc. Anche in questa seconda ondata di epidemia da Covid-19.

A fotografare come siano cambiate le nostre abitudini è stata l’Università Niccolò Cusano: i dati raccolti dall’ateneo telematico mostrano come siano spopolati gli e-commerce e in generale tutti i servizi online.

Sono gli acquisti di prodotti tech, d’abbigliamento e di cibo i più ricercati sul web, seguiti dalla visione di contenuti in streaming, dalla lettura di quotidiani e libri digitali (7 adulti su 10 leggono almeno un quotidiano al giorno). A spadroneggiare sono anche i social network con TikTok che supera addirittura Instagram per utenti e contenuti condivisi. Dovendo garantire il distanziamento sociale e non potendo vedere amici e conoscenti, si è ricorso alle videochiamate che hanno fatto segnare un incredibile +1.000%. Non va bene invece per i cinema e i teatri che, per via delle restrizioni e sospensione delle proiezioni, hanno assistito al crollo vertiginoso dei ricavi.

Il mercato del food delivery, nell’epoca del Covid-19, ha raggiunto un fatturato da 800 milioni di euro, rappresentando il 25% dei servizi domiciliari. Nel 2019 raggiungeva appena il 18%. Pizza, hamburger e giapponese i pasti più richiesti. A soffrire, però, è il settore della ristorazione tradizionale con un ribasso dei ricavi del 40% per una cifra che si aggira intorno ai 9,5 miliardi di euro.

Nonostante gli acquisti online di vestiti e scarpe siano in forte aumento, i negozi di abbigliamento sono in grande sofferenza. Una riduzione dei ricavi che ha colpito sia i piccoli le multinazionali come H&M o Zara: la prima ha chiuso 3.341 negozi su 5.062, la seconda ha abbassato la saracinesca al 51% dei suoi 7.489 store.

Buone notizie vengono dall’editoria: complice anche la ricerca spasmodica all’ultimo aggiornamento sulla pandemia (come dimostrano i dati Google, l’Italia è il primo Paese per ricerche di notizie sul Coronavirus). Tra online e offline aumentano i lettori: 7 adulti su 10 leggono almeno un quotidiano al giorno. I dati mostrano come con l’aumento del numero degli abbonamenti, le testate siano sempre più orientate alle edizioni digitali limitando il numero di tirature cartacee.

Un’ultima curiosità: che gli italiani siano sempre più dipendenti dagli smartphone lo dimostra il fatto che, nel 2020, hanno effettuato acquisti ricorrendo per il 56% proprio al cellulare.    

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