venerdì, Giugno 7, 2024
Home > Marche > San Benedetto, Raffaele De Chiara assolto: “Ma l’onore restituito non lenisce le ferite”

San Benedetto, Raffaele De Chiara assolto: “Ma l’onore restituito non lenisce le ferite”

Raffaele De Chiara

San Benedetto, Raffaele De Chiara assolto: “Ma l’onore restituito non lenisce le ferite”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Assolto il Ten.Col. (in congedo) Raffaele De Chiara. La sentenza è arrivata pochi giorni fa dalla Corte di Appello di Ancona. A darne notizia lo stesso De Chiara, che così commenta:
“Sono stato assolto in Corte d’Appello da tutti i capi di imputazione che mi erano stati addebitati. Dei trenta reati ipotizzati, non ne ho commesso nemmeno uno. Chi, come me, ci è già passato, sa bene che l’onore restituito non lenisce le ferite profonde che dieci anni di sofferenze giudiziarie si lasciano dietro. Tutti dovrebbero sapere – anche le procure e la polizia giudiziaria – che le vite degli altri sono una cosa seria: intelligenti pauca.
Un poderoso impegno di risorse dello Stato (cioè del contribuente), alla ricerca di un qualcosa che potesse finalmente mostrare a tutti quale oscuro personaggio fosse in realtà il Colonnello De Chiara, Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno: circa venti mesi di indagini da parte della Guardia di Finanza di Ancona, 300 mila pagine di atti prodotti dagli
inquirenti, mesi di intercettazioni telefoniche, circa 150 persone ascoltate come testimoni nel corso delle indagini preliminari, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, innumerevoli missioni di servizio da parte dei militari di Ancona verso le province di Ascoli Piceno e Fermo.

Un poderoso impegno che, secondo gli inquirenti, avrebbe prodotto il brillante risultato di trenta ipotesi di reato a mio carico, brillante risultato degno della più ampia e gratificante diffusione (rectius: gogna) mediatica.
Nel 2018 la montagna, però, ha partorito il topolino: la sentenza di primo grado del Tribunale di Ascoli Piceno mi ha assolto da 29 capi d’imputazione e mi ha condannato solo per un presunto accesso abusivo ai sistemi informatici.

In appello neppure il topolino è sopravvissuto: la Corte di Appello di Ancona ha confermato tutte le assoluzioni del primo grado e mi ha assolto anche per il presunto accesso abusivo ai sistemi informatici, semplicemente perché “il fatto non sussiste”.
Purtroppo Trasimaco aveva ragione: la giustizia è l’utile del più forte.
Concludo con un vivo sincero e sentito ringraziamento alla mia famiglia, che mi ha supportato in questi difficili anni, al mio collaboratore Brigadiere Capo Nicola Melozzi, coinvolto suo malgrado nella vicenda ed anche lui assolto con formula piena, ma soprattutto ai difensori di fiducia, il mio fraterno amico avvocato Nobile Viviano del foro di Nocera Inferiore e l’avv.
Francesco Voltattorni del foro di Ascoli Piceno, i quali hanno sempre creduto nella mia innocenza”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net