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Anticipazioni per “Mosè in Egitto” di Rossini dell’8 febbraio alle 10 su Rai 5: dal San Carlo di Napoli

mosè in egitto

Anticipazioni per “Mosè in Egitto” di Rossini dell’8 febbraio alle 10 su Rai 5: dal San Carlo di Napoli con la direzione di Salvatore Accardo per la regia di Hugo de Ana

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Per la grande Musica Lirica in TV in onda oggi martedì 7 luglio alle 10 su RAI 5, l’opera “Mosè in Egitto” di Gioacchino Rossini dal Teatro San Carlo di Napoli nella versione allestita nel 2018 dalla regia di Hugo De Ana e la direzione di Salvatore Accardo. Sul palco Roberto Scandiuzzi, Mariella Devia, Rockwell Blake, Gloria Scalchi, Michele Pertusi. Regia televisiva di Rosaria Bronzetti.

Mosè in Egitto è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Andrea Leone Tottola, dalla tragedia L’Osiride di Francesco Ringhieri (1721-1787).

Debuttò con buon successo il 5 marzo 1818 al Teatro San Carlo di Napoli, anche se il pubblico apprezzò di più i primi due atti dato che l’ultimo atto, in seguito a un banale incidente scenico (si era verificato un problema sull’apertura del Mar Rosso), terminò tra le risate del pubblico. Rossini, a partire dalle repliche riscrisse l’atto finale (aggiunse tra l’altro la famosa preghiera Dal tuo stellato soglio, il brano più celebre dell’opera) della seconda versione andata in scena il 7 marzo 1819 seguita da una terza versione nella replica del 24 febbraio 1820.

Caduta in oblio dopo il successo della nuova versione francese, intitolata Moïse et Pharaon (26 marzo 1827), e della traduzione in italiano di quest’ultima, rimasta a lungo in repertorio con il titolo semplificato di Mosè, l’opera è stata ripresa nel 1983 al Rossini Opera Festival di Pesaro sotto la direzione di Claudio Scimone.

A partire dalla ripresa a Pesaro, e dalla precedente edizione discografica diretta dallo stesso Scimone, l’opera, pur non entrando stabilmente nel repertorio, conta importanti riprese grazie a Cecilia Gasdia e Rockwell Blake, interpreti dei ruoli di Elcia e Osiride in più occasioni: la prima a Roma nel 1988 e Verona nel 2000, il secondo ancora a Pesaro nel 1985, a Napoli nel 1993 e Londra nel 1994. Nel XXI Secolo l’opera è rappresentata a Bad Wildbad nel 2006, a Roma nel 2007, torna a Pesaro nel 2011, a Bregenz nel 2017, a Napoli, Pisa e Novara nel 2018.

Trama

Atto I

L’Egitto è avvolto nella sua penultima piaga: le tenebre. Il Faraone decide di chiamare Mosè per far cessare il flagello. Dio rende di nuovo la luce all’Egitto tramite la verga di Mosè. Intanto Osiride esprime il suo dolore per la partenza degli ebrei: tra essi c’è la sua amata Elcia. Perciò ordina al fido Mambre di far ribellare il popolo egizio all’editto di Faraone.

Infatti il popolo si raduna sotto il palazzo, a chiedere che venga revocato il congedo agli Ebrei, che all’oscuro di tutto stanno festeggiando. Osiride dichiara loro che la partenza è annullata ed ogni tentativo di fuga sarà soffocato nel sangue. Mosè, allora, irato fa piovere la grandine e i fulmini (la settima piaga fu messa qui solo per dare un effetto teatrale alla fine dell’atto).

Atto II

Faraone annuncia la sua decisione di lasciare liberi gli ebrei, e comunica al figlio che la principessa d’Armenia è pronto a sposarlo. Osiride preferisce fuggire con Elcia. Aronne, però li scorge, che avverte subito Mosè e la madre di Osiride, Amaltea, a cui stanno a cuore gli ebrei. I due giovani esitano, ma affermano convinti la loro decisione.

In quel momento giunge Faraone, che comunica che, a causa dell’attacco di Madianiti e Filistei, la partenza è rimandata. Mosè, irato, minaccia la morte di tutti i primogeniti egiziani, e viene fatto arrestare. Elcia, allora svela il suo amore con Osiride, e prega il principe di lasciare libero il suo popolo e di diventare Re. Osiride rifiuta e fa per uccidere Mosè, ma viene colpito da un fulmine e muore.

Atto III

Gli ebrei stanno pregando sulle rive del mar Rosso. Giunge la notizia che l’esercito di Faraone si sta avvicinando. Mosè calma tutti, e apre un varco tra le acque. Faraone sopraggiunge, e scaglia l’esercito nel varco tra le onde, ma subito queste si richiudono di colpo, sterminando l’esercito.