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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Gadda del 6 marzo alle 16.15 su Rai 5: “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”

via merulana

Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Gadda del 6 marzo alle 16.15 su Rai 5: “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

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Luca Ronconi dirige Corrado Pani, Ilaria Occhini e Franco Graziosi nell’ambizioso adattamento teatrale del capolavoro di Gadda “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, in onda sabato 6 marzo alle 16.15 su Rai5 per lo spazio “Stardust Memories”. La regia televisiva è firmata da Giuseppe Bertolucci. L’opera fa rivivere sul palcoscenico il romanzo, nella Roma nel 1927, incentrato sulla figura del commissario Francesco Ingravallo, meglio conosciuto come “Don Ciccio”: uno dei più giovani e invidiati funzionari della sezione investigativa. Don Ciccio deve risolvere il caso di un furto in via Merulana 219 e l’assassinio di Liliana Balducci, sua amica e inquilina del palazzo. Il giallo resta senza soluzione, con una molteplicità di possibilità aperte che rispecchiano in modo paradossale la visione dell’esistenza del commissario.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è un romanzo dello scrittore italiano Carlo Emilio Gadda. Apparve per la prima volta in cinque puntate sulla rivista Letteratura nel 1946; il romanzo, riveduto e ampliato, venne pubblicato in volume 11 anni dopo dall’editore Aldo Garzanti, prevedendo un secondo volume che tuttavia Gadda non portò mai a termine, lasciando così senza soluzione l’enigma poliziesco.

Roma, marzo 1927. Durante i primi anni del fascismo il commissario della Squadra Mobile di Polizia Francesco “Don Ciccio” Ingravallo, arguto e orgoglioso molisano, è incaricato di indagare su un furto di gioielli ai danni di un’anziana donna di origini venete, la vedova Menegazzi. In seguito viene uccisa, nello stesso palazzo che era stato teatro della rapina, la moglie di un uomo piuttosto ricco, la signora Liliana Balducci. Il luogo del furto e dell’omicidio è un tetro palazzo al civico 219 di via Merulana, noto come “Palazzo degli Ori”, situato poco distante dal Colosseo.

La narrazione parte con la descrizione dell’ambiente attorno alla signora Balducci e si allarga ai Castelli Romani da dove provengono le domestiche della signora e le “nipoti”, ragazze che accoglieva come figlie per compensare solitudine e mancata maternità. Intorno una folla di comparse: la svenevole e avvizzita contessa Menegazzi, vittima del furto, il commendator Angeloni “prosciuttofilo”, i brigadieri della questura, i carabinieri di Marino a caccia di indizi nella campagna, le figure sfocate delle domestiche e nipoti. Il giallo infine approda alla scoperta di un responsabile: l’ultima domestica di Liliana, ma senza che ciò sia confermato. Non a caso nelle varie redazioni il finale viene modificato e il colpevole cambia.