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Il Tronto nella Divina Commedia. Quando Dante mise il fiume nel “Paradiso”

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Il Tronto nella Divina Commedia. Quando Dante mise il fiume nel “Paradiso”

Dante che parla del nostro territorio. E se non proprio delle nostre località, certamente del fiume Tronto. Nel 700° anno della morte del Sommo Poeta, riscopriamo una citazione pertinente il territorio concernente il fiume che separa Marche e Abruzzo.

In effetti sono in pochi a conoscere la menzione del poeta relativa al fiume, che troviamo nell’VIII canto del Paradiso della Divina Commedia naturalmente.

Dante Alighieri incontra nel poema Carlo Martello. Il condottiero dei Carolingi vincitore della storica battaglia di Poitier contro gli Arabi racconta a Dante del suo Regno e dei suoi confini geografici. A un certo punto Carlo Martello menziona nel verso 64 “quel corso d’Ausonia che s’imborga di Bari di Gaeta e di Catona, da ove Tronto e Verde in mare sgorga”.  I confini del Regno sono tra le foci del Tronto e il fiume Verde cioè il Garigliano nel Lazio che sfocia nel Tirreno. Per “corno” si intende l’Italia peninsulare e con il termine “s’imborga” le città fortificate.

Nel dialogo immaginato dal Sommo Poeta fa dunque capolino il fiume Tronto. L’anno della stesura del Poema, ricordiamo risale all’esilio di Dante, tra l’anno 1308 e il 1320.

Roberto Guidotti

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