venerdì, Marzo 29, 2024
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Caso Grillo, la Bongiorno contro la Macina: accuse farneticanti

beppe grillo

Caso Grillo, la Bongiorno contro la Macina: accuse farneticanti

Beppe Grillo - Wikipedia

Non si ferma la reazione a catena generata dal caso Grillo, seguito al video del noto comico genovese in cui attacca la ragazza che ha denunciato per stupro di gruppo suo figlio e altri 3 amici.

Dopo lo sdegno seguito all’affondo di Grillo, la sottosegretaria pentastellata Macina ha contestato l’avvocato Giulia Bongiorno, legale della ragazza e senatrice della Lega per una presunta violazione del segreto istruttorio legata ad una ipotizzata “soffiata” della Bongiorno a Matteo Salvini su di un video acquisito durante le indagini.

Ma a questo attacco la Bongiorno ha replicato definendo le accuse della Macina “farneticanti” ed annunciando querela, subito spalleggiata dal leader della Lega, che ha dichiarato che la sottosegretaria risponderà delle sue affermazioni in tutte le sedi civili e penali.

Immediate le reazioni, prima fra tutte quella della Lega: “La sottosegretaria si dimetta”. Per l’Associazione nazionale magistrati “le recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sfiduciano il processo”. In serata fonti di Via Arenula riferiscono di un incontro di chiarimento tra la Ministra Marta Cartabia e la stessa Macina. Continua quindi a far discutere il video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, accusato di stupro assieme a tre amici.  “E’ essenziale per la vita democratica del Paese che i processi, e quelli per violenza sessuale anzitutto, si svolgano al riparo da indebite pressioni mediatiche”, ha scritto la Giunta dell’Anm, sottolineando che “i magistrati di Tempio Pausania sapranno accertare i fatti con serenità ed equilibrio, garantiti dalla propria professionalità, nel rispetto dei diritti di tutti, degli imputati, che devono essere assistiti dalla presunzione di innocenza, e della denunciante, la cui dignità va tutelata”. 

La sottosegretaria alla Giustizia, la pentastellata Anna Macina, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, difende il Garante del Movimento 5 stelle dichiarando che il video “è l’urlo di dolore di un papà. Vi vedo molto il lato umano. Quasi nulla di politico”, anche se secondo lei avrebbe “dovuto evitare” di farlo.  Ma a scatenare un nuova bufera, dopo le aspre polemiche scaturite proprio dalle parole dell’ex comico genovese, è l’attacco che Macina rivolge a Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e avvocato difensore della ragazza che ha denunciato la violenza, nonché legale di Matteo Salvini.

Parole che fanno insorgere il partito di via Bellerio, che ne chiede le dimissioni dal governo, mentre la Bongiorno annuncia che si rivolgerà alle vie legali (idem Salvini). Il video di cui parlano lo stesso Grillo e sua moglie, e che secondo i genitori di Ciro scagionerebbe il ragazzo dall’accusa, “non l’avrà visto Salvini?”, chiede la sottosegretaria M5s.

“In tv Salvini ha detto di averne parlato con Giulia Bongiorno, e ha detto di aver saputo altri dettagli. Non è che questo video, che non doveva vedere nessuno, lui l’ha visto? Sarebbe grave. Che si utilizzi per fini politici una vicenda di cui non si capisce se la Bongiorno parli da difensore (che ha quel video) o da senatrice che passa informazioni al suo capo di partito di cui è anche difensore. Mi ha gelato sentirla dire che porterà il video di Grillo in Tribunale, lasciando intendere che il comportamento del papà ricadrà sul figlio.

Che cosa vuole fare, il processo alla famiglia? Rabbrividisco”, chiosa Macina. Nel pomeriggio, dopo le polemiche scatenate, arriva la nota della sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina. “Le mie parole erano, e sono, un invito a sgombrare il campo da equivoci e ambiguità  su una vicenda rispetto alla quale non mi sono mai permessa di entrare nel merito ma che non deve essere politicizzata”, dichiara la Macina che aggiunge: “Sono stupita dal polverone che ne è nato, da parte mia nessuna accusa ma un semplice interrogativo, sorto dopo alcune dichiarazioni a mezzo stampa del senatore Matteo Salvini. Solo la richiesta di chiarezza e trasparenza”.

La replica della senatrice leghista Giulia Bongiorno non si era in ogni caso fatta attendere: “Si lancia in fantasiose, gravissime accuse a mio carico”. “Mossa dalla cultura del sospetto (verso i nemici) che caratterizza il Movimento 5 stelle, il sottosegretario Macina lede gravemente la mia immagine di essere umano, prima ancora che di avvocato, nel provare a insinuare che io abbia reso noti a chicchessia atti del processo.

Mi occupo di violenza sulle donne da decenni come a tutti è noto. Ho assunto questo incarico un anno dopo la denunzia che ha dato vita alle indagini e non ho mai parlato con nessuno di questo procedimento nonostante le numerose e pressanti richieste dei giornalisti. Il sottosegretario Macina dovrà rispondere di queste affermazioni farneticanti in sede giudiziaria”, annuncia la senatrice.

E la Lega ne chiede le “dimissioni immediate”, parlando di “insinuazioni sono gravissime, insultanti e indegne di un membro del Governo”.  Per il partito di via Bellerio “l’imbarazzo del Movimento 5 stelle per una vicenda così grave e che coinvolge la famiglia del loro fondatore non è un buon motivo per infangare il senatore Salvini e l’avvocato Bongiorno.

Il leader della Lega agirà contro il sottosegretario in tutte le sedi civili e penali”, si fa sapere. A criticare l’intervista di Macina non è solo la Lega.

“Il Movimento 5 Stelle sta superando ogni limite, e sta trasformando, anche attraverso suoi esponenti di governo, una vicenda giudiziaria in uno scontro tutto politico. Invito i pentastellati ad abbassare i toni”, afferma Matilde Siracusano di Forza Italia. Per Maurizio Gasparri “in un Paese normale, un sottosegretario alla Giustizia che rilascia un’intervista al principale quotidiano d’Italia per attaccare l’avvocato di una ragazza vittima di stupro sarebbe stato già messo alla porta”.

“La sottosegretaria Mancina ha violato gravemente i suoi doveri istituzionali”, afferma il renziano Gennaro Migliore, che parla di “comportamento intollerabile”, e aggiunge: “Siamo nella più flagrante delle violazioni dei codici comportamentali”. A difesa della pentastellata si schiera il presidente della commissione Giustizia, Mario Perantoni, che a suo dire esprime “solidarietà e sostegno” a Macina, che pone “domande e dubbi del tutto legittimi”. 

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